Ambasciatore britannico: noi inglesi orgogliosi degli italiani in Uk

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di Grazia Losole

LONDRA – “Durante la Leadership Conference, appuntamento annuale di tutti i diplomatici britannici del mondo a Londra, abbiamo incontrato l’Ambasciatore britannico presso la Repubblica Italiana e San Marino, Jill Morris. Si è discusso del tema Brexit e del futuro dei cittadini britannici in Europa: “I cittadini italiani nel Regno Unito sono preoccupati, ma le preoccupazioni ci sono anche per i cittadini britannici in Italia e noi cerchiamo di rassicurarli. Per noi si tratta di una responsabilità morale, parliamo della vita delle persone”. Sono 600.000 gli italiani nel Regno Unito e la situazione di incertezza del post-referendum continua a incutere timore negli studenti e nei lavoratori originari della penisola che sperano di poter continuare le loro vite in questo paese. Il tema dell’immigrazione, sul quale si è fatta molta confusione specialmente durante il periodo del referendum, è stato affrontato dall’Ambasciatore durante il nostro incontro sfatando alcuni dei miti che spaventano i cittadini italiani da quando l’elettorato britannico ha deciso di prendere il largo e lasciare l’Unione Europa”. Ad intervistare Morris è stata Grazia Losole per “l’Italo-Europeo”, diretto a Londra da Philiph Baglini.

D. Cosa vuole dire agli italiani che sono a Londra ed in Gran Bretagna?
R. Storicamente i cittadini italiani hanno contribuito alla struttura della società del Regno Unito e noi britannici siamo orgogliosi del fatto che tanti italiani abbiano scelto di vivere, studiare e lavorare nel nostro paese. La nostra proposta ci sembra chiara ed equa: i cittadini italiani ed europei avranno gli stessi diritti dei cittadini britannici nel Regno Unito, l’accesso al sistema sanitario nazionale, previdenziale, pensionistico. Gli stessi diritti tranne quello di votare nelle elezioni nazionali, un diritto legato alla cittadinanza.

D. I risvolti della Brexit sembrano essere tutti negativi, non è stato detto quale sarà il rovescio positivo. Secondo lei quindi perché il Regno Unito è voluto uscire dall’Unione Europea?
R. Ci sono state nel Regno Unito delle preoccupazioni per quanto riguarda la direzione dell’UE a livello burocratico. Le direttive europee qui sono sempre state applicate, ma allo stesso tempo c’era la sensazione che la burocrazia fosse fuori controllo ed abbia creato ostacoli al business e alla crescita. Nonostante ciò, il Regno Unito è un paese che è stato storicamente arricchito dall’immigrazione, quindi sotto questo aspetto è e rimarrà un paese aperto al mondo. Il tema dell’immigrazione ha giocato un ruolo fondamentale, il problema centrale riguardava chi decide riguardo all’immigrazione. Siamo un paese multiculturale, diverso, aperto, ed è proprio questa la forza del nostro paese. Non si tratta di chiudere le porte o costruire muri è una questione che riguarda l’apparato decisionale. Sottolineiamo sempre che lasciamo l’Unione Europea, ma non lasciamo l’Europa. Siamo europei e non solo per ragioni geografiche, storiche, culturali e affettive. L’Europa è casa nostra.

D. Com’è invece l’umore degli inglesi in Italia?
R. Le preoccupazioni ci sono anche per i cittadini britannici in Italia e noi cerchiamo di rassicurarli. Per noi si tratta di una responsabilità morale, parliamo della vita delle persone. Dopo Brexit abbiamo rafforzato i legami fra l’ambasciata ed i cittadini britannici, aumentando gli strumenti con cui comunichiamo.

D. Le due ambasciate, quella italiana e quella britannica a Roma, da tempo, lavorano sempre in sintonia, anche con l’ambasciatore Terracciano. Dopo la Brexit le due ambasciate come possono collaborare ancora insieme?
R. L’ambasciatore Terracciano è un amico. La nostra collaborazione è profonda e tocca moltissimi campi: commercio, politica estera, sicurezza, difesa, cultura, ricerca, istruzione. Con l’ambasciata italiana a Londra stiamo sviluppando anche piani per approfondire ed espandere ulteriormente i nostri rapporti bilaterali. Sono migliaia le imprese italiane nel Regno Unito che creano posti di lavoro e anche in Italia ci sono imprese britanniche che creano occupazione. Non possiamo permetterci il lusso di perdere questa collaborazione preziosa. Vogliamo trovare una soluzione che protegga e promuova tutte le nostre imprese, pensiamo che sia un win-win. Non ci sarà nessun perdente.

D. Concludiamo con un messaggio per gli italiani che sono qui a Londra e in Gran Bretagna. Cosa si sente di dire a tutti gli italiani che sono un po’ preoccupati per il loro futuro?
R. Vi ringrazio, vi ringraziamo per il vostro contributo e per la vostra presenza nel Regno Unito. Come ho detto all’inizio, siamo veramente orgogliosi che voi abbiate scelto di vivere, lavorare e studiare da noi. Il contributo dei cittadini italiani per noi è molto importante e il Regno Unito sarà sempre aperto ai nostri amici italiani”.

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