L’Italia brucia da incendi di natura dolosa distruggendo un Paradiso

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di Marcello Amoroso – Fare Ambiente

Canadair ancora in azione sulle “Isole Tremiti “, in Toscana, in Campania in Sardegna,in Calabria Puglia. Insomma l’italia brucia da incendi di natura dolosa, grazie a qualche ignoto ,stanno distruggendo un angolo del Paradiso di cui andiamo fieri.

Sarebbe ora che le istituzioni a tutti i livelli coordinassero un tavolo con i vari enti interessati, e affrontassero il problema della prevenzione ed emergenza incendi seriamente, togliere i vari lacci burocratici per rendere piu’ celere l’azione per la tutela del territorio,oggi non basta solo il volontariato. La riforma che ha portato allo scioglimento del Corpo Forestale siamo sicuri abbia portato vantaggi?? Noi cittadini abbiamo comunque il dovere di tutelare il territorio che ci ospita e restare vigli contro questi piromani !Il Sud brucia, per colpa di chi ????? Stato incapace ?
 
Il Sud è in fiamme, città assediate dal fuoco, boschi calabresi in cenere, il Vesuvio bruciato ma non da una catastrofica eruzione. Fantasiosi gatti in fiamme usati come esche, improbabili pastori criminali che danno fuoco ai boschi a fin di pascolo, malvagi abitanti interessati a costruire in abuso, strambi cittadini impazziti per calura che si vendicano dell’ostile natura dandole fuoco, Nerone che se la gode suonando l’arpa alla finestra, napoletani scemi che godono a bruciarsi da soli per come la racconta il foglietto di Feltri, piromani misteriosi, ex forestali vendicativi in cerca di giornate di lavoro, o forse mafiosi che ricattano lo Stato per alzare il prezzo della trattativa? Nessuno è stato catturato, mancano solo i marziani alla conquista della terra e gli hobbit di nordica leggenda per giustificare una verità molto più elementare, quale quella di uno Stato incapace di difendere il proprio suolo dagli incendi, naturali, volontari per mano umana o colposi che siano, e scarica le proprie responsabilità su improbabili untori.
Tre ondate successive di caldo africano con il Sud bollito a 40 gradi a partire da metà giugno, siccità riconosciuta, boschi riarsi con zero pulizia delle stoppie del sottobosco. Agli antichi bastava lo strofinio di due fuscelli secchi o una lente di vetro puntata su paglia secca per far partire una scintilla, in epoca moderna basta un cicca di sigaretta. In quanto ai vetri riflettenti, se ne possono contare a milioni sparsi in natura dall’uomo, rifiuti mai raccolti. La scena del delitto è questa.
Da poetico prosatore mi trasformo in scientifico inquirente sulla pista del colpevole di tanto scempio e, senza escluderne alcuna, analizzo tutte le possibili ipotesi, partendo come un buon detective dal un plausibile movente: cui prodest, a chi giova tutto ciò? Nulla si fa per nulla, neanche il peggior criminale agisce senza motivazione. Allora vediamo chi potrebbe essere interessato a cotanto scempio.
Gatti in fiamme usati come esche o più probabilmente gatti selvatici che prendono fuoco nei boschi che bruciano come gli altri animali che vi risiedono? E poi chi lancerebbe i poveri gatti, forse pastori interessati al pascolo? L’esperto commerciale ci fa notare che la pastorizia nelle regioni meridionali è quasi scomparsa e che oltre il 90% di latte e formaggi consumati dai cittadini meridionali è prodotto al Nord, in surplus di produzione. L’esperto legale ci informa poi che su boschi e terreni arbustivi bruciati vige un decennale divieto di pascolo, utile alla ricrescita della vegetazione, che poi andrebbe nuovamente bruciata in un’inutile fatica di Sisifo. Stessa cosa avviene per chi intenda usare terre bruciate per costruirvi sopra, c’è un vincolo di inedificabilità di quindici anni, utili nel frattempo a far riformare i boschi. Dunque, per quanto questi vincoli possano essere aggirati nell’Italia del fatta la legge trovato l’inganno, il movente sembra labile, non sufficiente a comminare una condanna, per mancanza di prove e di colpevoli presi in flagranza di reato.
Andiamo avanti, forestali precari che danno fuoco ai boschi per procurarsi qualche giornata di lavoro? E’ una favola antica, se non fosse che, stante la “riforma” della ministra Madia, ai forestali è proibito il lavoro di spegnimento degli incendi: come i comuni mortali anch’essi devono chiamare i pompieri, poveri e pochi vigili del fuoco dotati di patetici mezzi d’antan che poco o nulla possono contro le potenti forze del dio dei boschi sulle strade scarse e malandate che lo Stato italiano riserva al Sud. Servono aerei che spargano pioggia come Dio la manda, ma gli aerei italiani, tipo F35, sono più utili a spargere bombe distruttive che acqua salvifica. Solo dodici i canadair antincendio in dotazione allo Stato, dai quali la maggioranza delle regioni meridionali, che questa nazione vuole priva di aeroporti, è esclusa. Trentadue gli elicotteri, ma solo quattro in uso, poiché la stessa “riforma” Madia di cui sopra, accorpando i forestali ai carabinieri, ha incasinato le competenze rendendo impossibile l’azione degli elicotteri.
In quanto ad un piano preordinato dalla mafia per ricattare questo governo, non crediamo che cosa nostra ne abbia bisogno, i segnali di fumo dello Stato, mediatrice certa massoneria, ci sono tutti per lasciarci pensare a una trattativa già conclusa con un accordo. Alleggerimento del 41 bis, promessa libertà per Riina, Dell’Utri e chissà chi altri, garanzie di impunità per Messina Denaro, emarginazione dei buoni giudici antimafia, punizione per chi coraggiosamente denuncia la mafia, ai denuncianti viene negato lo status di testimoni di giustizia e affibbiato quello infamante di “pentito” nonostante la loro estraneità totale alle cosche criminali, come per Angelo Niceta a Palermo e Luigi Leonardi a Napoli.
Vogliamo inoltre ricordare che, oltre le regioni del Nord Italia interessate agli incendi seppure in misura minore, dato il caldo eccezionale sta bruciando mezzo mondo, dal Portogallo alla Francia, alla California, dove pare la mafia non operi nei boschi. E vogliamo anche ricordare che l’Italia tra i paesi civili è all’ultimo posto per gli investimenti di prevenzione e salvaguardia del territorio, e che al Sud, data la Questione meridionale, gli investimenti statali sono circa la metà che al Nord. Quando le piogge eccezionali provocano alluvioni, sarà mica colpa degli angeli che fanno pipì dal cielo o di città in cui si costruisce sugli argini dei fiumi? Se è vero che tre indizi fanno una prova, occorre forse altro per capire chi è il colpevole di tanto scempio in un paese al quale il governo Renzi ha solo dato il colpo finale?
Intanto Intensifichiamo l’attività del Monitoraggio con in Droni e puliamo il Sottobosco nei Parchi .

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