Vite degli uomini illustri

Teocrazia e Cristianità oltre Tevere

Di

(Saggistica Vol. 10) (Italian Edition) Kindle Edition. Sono stato ispirato a scrivere questo libro e a indicarne il titolo, mentre leggevo tra le mie note alcuni nomi che avevo evidenziato per l’importanza che vi annettevo sui temi da me trattati, memore delle mie precedenti letture sulle “Vite Parallele” di Plutarco.

Non ho di certo raggiunto, per numero, le sue cinquanta vite né le mie persone importanti hanno le stesse caratteristiche e modalità di scelta di Plutarco giacché egli accosta un personaggio greco ad uno latino con l’intenzione insieme politica e culturale. Le mie preferenze riguardano, invece, aspetti particolari e mirati per le mie specifiche trattazioni. A questo riguardo il rapporto è informale nel senso che tratto della loro vita solo taluni risvolti e non altri. Non mi sono sottratto, invece, a una riflessione maggiore sui miei personaggi forse influenzato dalla cultura scientifica vissuta da quelli tratteggiati nell’opera di Plutarco. Rilevante, infatti, è stata la sua polemica “contro la concezione stoica di una divinità immanente al mondo, un recupero di Platone alla luce della tradizioni pitagorica, il tentativo di restaurazione della memoria religiosa greca anche attraverso la ripresa di elementi della diretta esperienza religiosa, quali la mantica e la demonologia, spesso in polemica contro le pretese dei razionalisti che Plutarco giudica eccessive.”
Plutarco nacque prima del 50 d. C. Trascorse la maggior parte della propria esistenza nella nativa Cheronea. Secondo Eusebio visse sino al 125 d.C. Fece, tuttavia, importanti viaggi sia in Grecia sia nelle altre zone dell’Impero romano. Ad Atene gli fu conferita la cittadinanza onoraria. Gli furono affidati molti incarichi importanti. Quello, tra gli altri, di sacerdote delfico, che detenne per circa un ventennio, fu il più gradito.

Il tema religioso risentì fortemente dei fermenti mistici dell’epoca associato a quella parte dello “stoicismo aperto ai problemi morali, alla tematica del destino dell’uomo e del suo posto nell’universo, alla considerazione panteistica della natura, resta fondamentalmente una dottrina razionalistica, cui sono estranei i temi più caratteristici del misticismo.” Un tempo che ho richiamato ai fermenti attuali dove, sia pure sotto altre sembianze, affiora la credenza nella trasmigrazione delle anime, la incarnazione come espiazione di una colpa, le pratiche magiche come mezzi di liberazione e salvezza. Vi affiora, altresì, il tema della presenza del male nel mondo. Vi fanno parte integrante schiavitù, sfruttamento, oppressione. All’opposto vi sono gli stoici che vedono nell’universo la realizzazione della provvidenza divina. In questo clima s’innesta sia la cultura giudaica della diaspora sia quella ufficiale greca-romana operata da Filone d’Alessandria (22 a.C.) a cui si deve un commento allegorico della Bibbia. Vi sono, quindi, molti motivi che si riallacciano al filone dei miei scritti, e si richiamano alla primavera Ateniese, nei secoli tra il 400 e il 300 a.C., e che ebbe il suo massimo fulgore al tempo di Pericle.

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