Presentato il progetto Prima: grande opportunità per la diplomazia scientifica

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ROMA – Il più ambizioso progetto di cooperazione scientifica mai lanciato nel Mediterraneo, con un budget di quasi mezzo miliardo di euro. Il partenariato PRIMA, Partnership of Research and Innovation in the Mediterranean Area, è stato presentato ieri al Miur alla presenza del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli, del vice Ministro degli Esteri Mario Giro e del Presidente della Fondazione PRIMA professor Angelo Riccaboni.

Un’iniziativa che riunisce 19 Paesi, quasi la totalità dell’Area euro-mediterranea, con il comune obiettivo di integrare le politiche di ricerca e innovazione in materia di sistemi alimentari e risorse idriche, promuovendo così la qualità dei risultati scientifici, il dialogo e lo sviluppo sostenibile economico, sociale e ambientale di tutte le comunità.
“Si tratta di un’opportunità senza precedenti per la diplomazia scientifica tra le due sponde del Mediterraneo”, ha spiegato Fedeli. “Un progetto che ha visto dall’inizio un impegno di primo piano dell’Italia e del Ministero che ho l’onore di guidare. Il Miur assegna grande importanza, nell’attuazione del Programma, alla collaborazione con le istituzioni e gli enti di ricerca, con le Università e con il CNR. Un impegno del nostro Paese che è stato riconosciuto con la nomina del professor Angelo Riccaboni alla presidenza della Fondazione che attuerà il Programma. Vogliamo fare del Mediterraneo un modello di sviluppo che possa essere preso ad esempio in altri contesti e per altri temi. Verrà data particolare attenzione alle opportunità lavorative e di nuova imprenditorialità legate allo sviluppo del settore agrifood, soprattutto riguardo all’occupazione giovanile e femminile. Il monitoraggio dell’attuazione e dell’impatto del Programma PRIMA farà riferimento all’Agenda 2030 e agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile adottati dai paesi dell’ONU nel 2015.”
“Questo progetto è un successo per l’Italia”, ha sottolineato il vice Ministro Giro. “Il Ministero degli Esteri aderisce pienamente al Programma. Una iniziativa che ci consente di lavorare con i Paesi mediterranei e può contribuire a far fronte alle principali sfide ambientali e migratorie”.

Secondo Riccaboni, “PRIMA sarà un importante strumento per promuovere la cooperazione fra ricercatori e imprese delle due coste del Mediterraneo al fine di ottenere società euro-mediterranee più sostenibili, inclusive e prospere”.
Il programma sarà finanziato con circa 500 milioni di euro in dieci anni: 220 milioni arriveranno dalla Commissione europea nell’ambito del Programma quadro per la ricerca Horizon 2020, 274 milioni dai Paesi partecipanti, attualmente 11 Paesi dell’UE (Cipro, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Slovenia e Spagna) e 8 non UE (Algeria, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Marocco, Tunisia e Turchia).

All’inizio del 2018 saranno emanati, a cura della Fondazione PRIMA, bandi competitivi per progetti di ricerca e innovazione sui temi dell’uso efficiente delle risorse idriche, dell’agricoltura sostenibile e della catena del valore del cibo, per 50 milioni di euro.
Ricercatrici e ricercatori italiani potranno partecipare ai bandi finanziati dalla Commissione europea, pari a 20 milioni, e creare partnership con enti di ricerca e imprese degli altri Paesi euro-mediterranei, che vedano la partecipazione di almeno altri due Paesi, di cui almeno uno della Costa Sud. I singoli Paesi poi contribuiranno con gli altri 30 milioni. Il Miur parteciperà con una quota di 7 milioni di euro che, per le regole di PRIMA, andranno esclusivamente a ricercatrici e ricercatori italiani.

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