Non ci cimenteremo a fare delle previsioni sulla durata di questo Esecutivo che si barcamena tra le polemiche di un Parlamento con molteplici correnti e arrischia lo “sgambetto” per il varo di una nuova legge elettorale. Di certo, non sarà il Governo Gentiloni a togliere le “castane dal fuoco”alla nostra economia.
La stessa rappresentatività non rispecchia più le reali esigenze di un elettorato che non è messo nelle condizioni d’esercitare il più democratico dei diritti. Cioè il voto. La situazione è tanto controversa da farci anche supporre un’indifferenza politica di base che giudichiamo, da subito, pericolosa. Il difficile, come da sempre, è trovare gli uomini validi per rendere inconsistente questa evenienza. L’autonomia decisionale è quella che di più assilla il Potete Legislativo nazionale. La maggioranza che sostiene Gentiloni non è così monolitica e le preoccupazioni proprio non mancano.
Il “collante” di Centro/Sinistra comincia a non “tenere” più e fare delle previsioni resta assai difficile. Soprattutto per noi che siamo propensi a valutare le analisi, più che le sintesi.
Con la politica della non” sfiducia”, ci siamo avventurati verso il crepaccio. Ora è in pericolo il probabile “voto” di primavera 2018. Nella selva dei partiti nazionali, i cui apparentamenti e cobelligeranze hanno stufato anche i più speranzosi, c’è da rivedere la “forza” operativa, più che numerica.
A nostro avviso, manca ancora un partito che consenta di esporre programmi che, pur se noti, non sono stati ancora attuati; anche se attuabili. Una politica svincolata resta la scelta migliore; anche se non la più semplice. Le “sceneggiate” parlamentari non confondono più nessuno. Ci sono, purtroppo, ancora troppe esteriorità e privilegi per intravedere il “meglio”. Anche in questo torrido periodo di mezza estate, rimane palese che non sono le parole che difettano, ma i fatti.
Giorgio Brignola
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