La delibera metterà tutti i punti sopra le “i”.
Il disegno di legge per la reintegrazione del Donbas ci “permetterà di riconoscere legalmente che la Russia è il nostro aggressore”, ha sostenuto a “Canale 5” il deputato Iryna Lutsenko.

“Cosa introdurrà nel romanzo con la Russia il disegno di legge? Innanzitutto, per la prima volta a livello legislativo c’è la nozione che la Russia è il paese aggressore. È molto importante per noi e per i nostri partner. È la prima volta che arriviamo ad una tale conclusione, e, ciò non significa che stiamo dichiarando guerra alla Russia, l’abbiamo già una guerra, no. La Russia è il paese aggressore. In questa sede indicheremo chiaramente i punti internazionali che ci daranno l’opportunità di formulare le nostre asserzioni”, ha affermato il deputato.

Inoltre, le disposizioni del documento della reintegrazione del Donbas nell’Ucraina faranno direttamente riferimento all’articolo 51° della Carta delle Nazioni Unite per quanto riguarda l’autodifesa.
“Questo significa che l’Ucraina ha il diritto di far intervenire il suo ministero della difesa. Questo non è ancora una guerra, ma è un’autodifesa. Ciò viene fatto anche per garantire il Fondo monetario internazionale, è una garanzia per gli investitori”, ha sottolineato Lutsenko.

Secondo lei, l’Ucraina non è responsabile della situazione nel territorio occupato del Donbass.
Il Parlamento rivelerà anche le ragioni per le quali ha ritardato a riconoscere l’occupazione del Donbas.
“Nella proposta di legge, ci sono gli strumenti chiaramente definiti, la motivazione e i mezzi con cui, a livello legislativo, il presidente dell’Ucraina ha suggerito di come reintegrare nella nazione il Donbas. Il disegno di legge è chiaramente focalizzato sulla restituzione dei territori temporaneamente occupati di Donetsk e Lugansk, piuttosto che la Crimea”, ha aggiunto Lutsenko.

Come affermato da Lutsenko, il progetto per la reintegrazione del Donbass è pronto al 99,9% per essere presentato e registrato al Parlamento. La diplomatica ha anche fatto notare che l’Ucraina, prima di compiere questi passi, ne ha parlato con i paesi del formato Normandia e con gli Stati Uniti.
La decisione di dichiarare la Russia un paese aggressore è importante per Kyiv sia a livello internazionale che domestico e quindi formalmente è una significativa perdita per Mosca.

Lasciando da parte le motivazioni per le quali l’Ucraina ha aspettato così tanto tempo, il nuovo documento è comunque un passo molto importante.
Da quel poco che siamo riusciti a capire dalla dichiarazione di Lutsenko, il documento si dedica a descrivere com’è la situazione più che concentrarsi sulla decisione stessa; e questo è importante per il futuro sia all’estero, che in casa.
I deputati ucraini, nel documento dovranno sancire le sistematiche violazioni russe alle norme fondamentali del diritto internazionale e dei diritti umani, compreso il diritto alla vita, il sostegno ai terroristi (con armi e forze) e la riluttanza a rispettare gli accordi internazionali che la Russia ha firmato.

Sì, da una certa prospettiva, ovviamente, questa misura non aggiunge nulla a quello che già tutti sanno, ma da un altro lato, è un grande passo avanti perché tutto questo viene posto in un documento ufficiale, che potrà essere distribuito e che, alla conclusione del conflitto, sarà una pietra stabile e ferma per qualsiasi indagine diplomatica o criminale.

Kyiv, dopo aver sancito la Russia come aggressore, invita indirettamente tutti gli altri paesi e gli organismi internazionali a garantire che coloro che sono colpevoli dei reati contro l’umanità vengano puniti, a dichiarare organizzazioni terroristiche le due “Repubbliche Popolari di Lugansk e Donetsk”, mentre la Federazione Russa diverrà il paese che sostiene il terrorismo. Ciò permette a tutti gli stati di aumentare la pressione su Mosca con nuove sanzioni e limitazioni e fornire aiuto militare e umanitario all’Ucraina per resistere all’aggressione russa.
La dichiarazione e la considerazione di aggressore, permette inoltre all’Occidente di punire con una coscienza più chiara – viste le molte dichiarazioni contrarie alle sanzioni – perché ora le azioni di Mosca sono state ufficialmente categorizzate dal parlamento ucraino.

Infine, il mondo in cui viviamo contiene realmente una serie di istituzioni che fanno applicare la legge. Esiste la vecchia critica che la legge internazionale non ha un poliziotto; ma proviamo a dirlo al consiglio generale di una società di idrocarburi che sta valutando un investimento nelle acque della Crimea, specialmente se un tribunale internazionale ha aggiunto la sua voce in forma di una sentenza vincolante, o di una dichiarazione dell’Assemblea Generale che la supponente annessione della Crimea non deve essere riconosciuta e pertanto non deve esserle riconosciuto nessun effetto! Ci sono molti posti da investire dove il reale sovrano gode anche dell’esercizio reale dei suoi diritti: perché i russi si arrabbiano per una situazione che deriva da una grave violazione di una regola fondamentale del diritto internazionale?

I meccanismi internazionali di risoluzione delle controversie hanno denti, e sono voraci, questo perché viviamo in un mondo dove la legge è indispensabile per una ordinata gestione degli affari umani a tutti livelli.
La Russia lavora duro per creare dubbi e ansie ai governi occidentali e al pubblico target, sapendo che nessun paese democratico si impegna facilmente a sostenere una causa piena di ambiguità, specialmente quando la pertinenza di tale causa è incerta agli interessi del paese.

Non dobbiamo farci ingannare. La situazione in Ucraina è chiara. E, se la Russia dovesse prevalere, ci saranno conseguenze per la nostra sicurezza, ecco perché oggi, cominciare a mettere i puntini sulle “i” sulle attività russe, ha il suo incalcolabile valore.

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