In risposta alle richieste russe di ripristinare l’energia elettrica dopo il black-out in Crimea, l’Ucraina, oltre che aver imposto un blocco di tutte le spedizioni di merci verso la penisola occupata dai russi, si è rifiutata di dare una scadenza per la ripresa delle forniture di energia alla penisola.
La mossa ucraina, insolitamente audace, rischia d’approfondire una situazione di stallo con la Russia, in un momento in cui le tensioni tra i due Paesi sono di nuovo striscianti.
Mentre nei giorni scorsi, c’è stato un preoccupante aumento dei combattimenti da parte dei ribelli separatisti filo russi in Ucraina orientale, il Cremlino ha minacciato fresche restrizioni commerciali, se l’Ucraina, il prossimo anno, dovesse aderire all’accordo di libero scambio con l’Unione europea.
Il fine settimana è stato segnalato per un blocco da parte di un gruppo di nazionalisti ucraini e di tartari etnici della Crimea delle linee elettriche verso la Crimea, sollevando sospetti di un sabotaggio. Questi gruppi, in segno di protesta contro la persecuzione russa ai filo ucraini residenti nella penisola, chiedono che venga applicato un boicottaggio economico contro la Crimea. Il black-out è uno straordinario ricordo della dipendenza dall’Ucraina – anche dopo l’annessione – infatti la penisola, per la maggior parte della sua energia elettrica, acqua e molti dei suoi beni di consumo potabili, si basa ancora sulla terraferma.
– La Crimea è un territorio ucraino, e noi proteggiamo gli interessi legittimi dei tartari della Crimea e di tutti gli ucraini che vivono nei territori occupati – ha espresso il presidente ucraino, Petro Poroshenko.
Mosca ha impegnato 5 miliardi di dollari per costruire un ponte e la ferrovia sullo stretto di Kerch- che unisce la penisola con la terraferma – anche se tali progetti avranno un impegno di anni. Nel frattempo Mosca, per le forniture in Crimea, s’è affidata ai traghetti.
Mentre il presidente ucraino lunedì pomeriggio annunciava il blocco economico, i manifestanti ostacolavano gli operai intenti nella riparazione delle linee elettriche danneggiate.
– Siamo davvero preoccupati per la situazione in Crimea. Centinaia di migliaia di ucraini, tra cui i tartari di Crimea, si trovano ad affrontare la brutale pressione delle autorità russe – ha sostenuto Poroshenko – la Crimea è un territorio ucraino e noi proteggeremo gli interessi legittimi dei tartari di Crimea e di tutti gli ucraini che vivono nel territorio occupato.
I nazionalisti tartari non si sono caricati del credito dell’attentato e le autorità ucraine non hanno imputato loro direttamente la colpa; ma le evidenti simpatie, hanno creato il sospetto di un’azione coordinata.
– Molto probabilmente questa non è stata una sorpresa per il governo – ha spiegato Dmytro Marunich, un esperto energetico ucraino, riferendosi alle esplosioni delle linee di alimentazione. Anche se sconcertato, come molti altri analisti che cercano di dare un senso all’azione, ha ipotizzato che “potrebbe essere” un tentativo di Kiev per far leva su Mosca con una sorta di “ibrido contropiede” – un riferimento alle tattiche segrete utilizzate da Mosca per prendersi la Crimea e l’ingegneria della guerra per procura nel lontano est dell’Ucraina.
I funzionari russi hanno suggerito che si aspettano che le forniture energetiche in Crimea, una volta che i lavoratori avessero ottenuto l’accesso al sito, sarebbero state ristrutturate in poche ore. Tuttavia lunedì, il capo del governo filo russo della penisola ha reso noto ai residenti, che l’elettricità stabile potrebbe non essere garantita fino alla fine di dicembre, quando i cavi di alimentazione, provenienti dalla Russia continentale, sarebbero stati posati sott’acqua. Serhiy Aksènov ha anche esortato gli abitanti a non farsi prendere dal panico, insistendo che c’erano abbondanti riserve di cibo.
Dal presidente russo Vladimir Putin, non c’è stato nessun commento immediato, e i funzionari dell’UE e degli Stati Uniti sono rimasti tutti muti.
Tuttavia, Dmitry Pushkov, il capo della commissione affari esteri della camera bassa del parlamento russo, ha accusato l’Ucraina d’aver tentato di provocare la Russia e di voler riconquistare l’attenzione occidentale.
– Le azioni di Kiev contro la Crimea sono un tentativo d’aumentare la temperatura del conflitto con la Russia e portare l’attenzione dell’occidente sull’Ucraina, senza la quale il regime semplicemente si sbriciolerebbe – ha scritto su Twitter.
Konstantin Kosachev, il capo della commissione affari esteri della camera alta del parlamento russo, ha espresso che la situazione ha dimostrato “come minimo, il debole controllo delle autorità ucraine a garantire la sicurezza degli approvvigionamenti energetici, e al massimo, un consapevole incitamento a questo atto di sabotaggio”.
Altri funzionari russi hanno cercato di minimizzare la gravità del momento e hanno evidenziato che le azioni russe e le autorità locali stavano operando per risolvere la crisi.
Dmitry Kozak, il vice primo ministro e capo della commissione governativa della Crimea, ha insistito che la Russia dovrebbe accelerare la costruzione del collegamento energetico tra la Crimea e la Russia continentale attraverso lo Stretto di Kerch. “Entro la metà del mese di dicembre, il problema energetico della Crimea sarà notevolmente ridotto”.
Gabrielis Bedris