La comunità internazionale va fuori di testa e prepara i processi per i soldati di Assad

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Gianfrasket – Le avanguardie dell’esercito siriano si trovano ormai a meno di 50 Km. da Deirezzor, la chiave di volta di tutta la complessa vicenda che ha insanguinato la Siria per sei anni.

Com’è facile prevedere non ci si può aspettare troppa clemenza nella neutralizzazione delle ultime sacche islamiste. Ad accrescere il livello di violenza c’è la resistenza incredibilmente tenace delle milizie del Califfato e la rabbia profondamente radicata nella popolazione per sei anni di indicibili atrocità. Le truppe di Assad avanzano senza fare troppi complimenti e nell’avanguardia sono presenti forti contingenti della tribù sunnita Shaitat, una delle più grandi della Siria.

Questa etnia  ha combattuto a lungo contro i miliziani dell’Isis nella provincia di Deir Ezzor, al confine con l’Iraq, e sarebbe riuscita ad avere la meglio se lo Stato islamico non avesse preso il controllo di Mosul, in Iraq, lo scorso giugno e, grazie alle armi americane catturate, non fosse riuscito ad avere la meglio sui ribelli sunniti, e a perpetrare uno dei più atroci massacri di tutta la guerra.

Centinaia di donne e bambini Shaitat crocefissi e decapitati nell’indifferenza più totale della comunità internazionale. Com’era facile prevedere non c’è da aspettarsi adesso troppa clemenza, sia da parte delle truppe regolari dell’Esercito Arabo Siriano che si sono nutrite per sei anni delle immagini dei loro commilitoni trucidati sommariamente o decapitati che, e soprattutto,  da parte degli Shaitat che non vedono l’ora di vendicare le loro famiglie.

Fonti locali annunciano che quando arriverà il momento, la vendetta degli Shaitat contro i miliziani ISIS sarà terribile.

La violenza e le atrocità commesse nel conflitto siriano sono già parte dei conteggi del dopoguerra, per certi versi già iniziato. E qui viene il bello. Per anni ne abbiamo viste in quel disgraziato paese di tutti i colori, gente smembrata, arsa viva, crocefissa, decapitata, squartata, uccisa con un colpo alla nuca dopo sevizie inenarrabili, il tutto senza che nessuno muovesse un dito, ma adesso che siamo alla resa dei conti la comunità internazionale si sta muovendo freneticamente per individuare responsabilità lealiste nella uccisione di tagliagole prigionieri.

È curioso notare ad esempio come l’Unione Europea abbia già preso provvedimenti legali contro generali siriani per presunte violenze commesse all’inizio della guerra. Con il finale sanguinoso e brutale, prevedibile nei prossimi mesi contro i miliziani ISIS, c’è da aspettarsi le comiche finali. A Bruxelles e a Washington diventeranno pazzi, ma  ognuno raccoglie quel che semina e mai come in questo caso, il vecchio e saggio adagio calza come un guanto. Questa gente va liquidata. Fisicamente.

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