La stupefacente vicenda dei vaccini obbligatori rende altrettanto “obbligatorio” continuare ad occuparsene. Non se
ne può fare a meno, anche perché non c’è niente di meglio per capire come, in che modo e con quali intenzioni il
Potere, e i suoi scagnozzi, ci manipolano. Il campo di battaglia dello scontro vax-no vax è una specie di piccolo
laboratorio della menzogna, di palestra bonsai della sofistica. Al suo interno ci potete trovare davvero quasi tutta la
gamma delle tecniche di falsificazione della verità e di distorsione del linguaggio. Vedi uno dei tweet di Renzi («Con
i vaccini non si scherza. Prendiamo sul serio la scienza e mettiamo al centro la salute dei nostri figli, non la
propaganda») a commento della notizia secondo cui, nel primo trimestre del 2017, vi sarebbe stato un aumento del
230% di casi di morbillo rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. L’affermazione è vera e fuorviante al tempo
stesso, in perfetta sintonia con un’epoca subdola e infingarda come quella attuale. È vero che fino a marzo 2017 i casi
di morbillo sono stati 700 contro i 230 dell’anno prima (+ 230%). Ma trattasi di un dato insignificante se si allarga lo
spettro della propria osservazione. Infatti, gli episodi furono 4.671 nel 2010, 2.269 nel 2012, 1.695 nel 2014. Quindi,
numeri assai superiori a quelli attuali e, soprattutto, un trend in sostanziale diminuzione. Senza voler considerare i
18.020 casi del 2002. Parliamo di annate in cui il relativo vaccino non era obbligatorio e nessuno si stracciava le vesti
per introdurlo. La strategia, dunque, è presto svelata ed è persino offensiva nella sua trogloditica malizia: estrapoli il
segmento di un insieme e poi riduci i paragoni e le statistiche agli elementi che vi sono ricompresi escludendo
dolosamente tutti gli altri. Roba da mercante in fiera, da fattucchiera dello strapaese.
Eppure funziona. Altro
esempio: In un editoriale su La Stampa, ci hanno informato che la Francia ci copierà e, dal primo gennaio, imporrà
ai suoi bambini 11 vaccini (contro i nostri 10). Qui la magia da Casanova della domenica consiste in questo: parlare di
un futuro tutto da scrivere di un solo paese e ignorare il certissimo presente di tutti gli altri: ad oggi, nel resto della
civilissima Europa, su 29 stati, ben 15 non hanno alcuna obbligatorietà e – tra i primatisti della vaccinazione coatta –
fino a ieri spiccava proprio l’Italia, insieme alla Grecia, e già prima della fascistissima riforma. Quasi quasi facciamo
nostro lo slogan di Renzi (solo con una piccolissima modifica): «Con la verità si scherza. Prendiamo sul serio i bilanci
delle case farmaceutiche e mettiamo al centro il bene del loro business, non quello dei nostri bambini».
Francesco Carraro