“Lo Stato ha agito e continuerà a farlo, ogni illegalità avrà la sua risposta. La disobbedienza alla legge è l’opposto della democrazia”. É netta la posizione del premier spagnolo Mariano Rajoy dopo il blitz della Guardia Civil spagnola, che ha effettuato perquisizioni e arresti per impedire l’organizzazione del referendum per l’indipendenza della Catalogna ndetto dalle autorità locali il 1 ottobre, contro il parere del governo e della Corte costituzionale.
Sono state arrestati 14 politici catalani: trai funzionari finiti in manette ci sono gli stretti collaboratori del vicepresidente catalano Oriol Junqueras, figura di punta del governo locale. In particolare, sono stati arrestati gli uomini che si occupavano dell’organizzazione del voto, a cominciare dal braccio destro di Junqueras, Josep Maria Jové. Tra gli arrestati, anche il direttore del dipartimento di attenzione ai cittadini del governo, Jordi Graell e il presidente del Centro delle telecomunicazioni, Jordi Puignero. “Il referendum – ha aggiunto Rajoy – non può essere celebrato, non è mai stato legale o legittimo, ora è una chimera impossibile”. Immediate le proteste.