Corea del Nord: Cina taglia export petrolio, stop tessile

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Trump: ‘Piccolo pazzo non metterà Usa in pericolo’

La Cina taglia l’export di greggio verso la Corea del Nord, seguendo le sanzioni dell’Onu decise a causa dei test nucleari e di missili balistici. Le esportazioni di prodotti raffinati – ha reso noto il ministero del Commercio cinese – saranno limitate a 2 milioni di barili annui, mentre la vendita di gas liquefatto sarà bandita. Azzerato, inoltre, l’import di tessile, tra le voci principali dell’interscambio con Pechino, che vale circa il 90% dei flussi complessivi di Pyongyang. l bando di gas naturale liquefatto o condensato è immediato, mentre su greggio e derivati sarà seguito il percorso più articolato a partire dal primo ottobre, in linea con la risoluzione 2375 dell’11 settembre approvata dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu in risposta al test nucleare di Pyongyang del 3 settembre. In base allo schema, le esportazioni di greggio sono limitate a 500.000 barili (o 60.000 tonnellate) dall’1 ottobre al 31 dicembre, per salire a 2 milioni di barili (o 240.000 tonnellate) a partire dall’1 gennaio 2018.
Sul tessile il bando è immediato, mentre c’è tempo fino al 10 dicembre per completare le transazioni definite prima del via libera alla risoluzione Onu. Nel 2016, Pyongyang ha esportato nel settore beni per 750 milioni di dollari, con circa l’80% finito in Cina, secondo le stime della Korea Trade-Investment Promotion Agency, l’agenzia del commercio estero di Seul. La statunitense Energy Information Agency ha quantificato le importazioni quotidiane di greggio nordcoreane dalla Cina in 15.000 barili di petrolio grezzo e in 6.000 barili di prodotti raffinati che equivalgono nel calcolo annuale, rispettivamente, a circa 5,5 milioni e a 2,2 milioni di barili”Noi vogliamo un mondo in cui ci siano Paesi che cooperano tra loro. E non possiamo avere un piccolo pazzo che spara missili sugli altri”: cosi’ in un comizio in Alabama il presidente americano Donald Trump torna a parlare del leader nordcoreano Kim Jong-un. “Qui stiamo parlando di armi di distruzione di massa, e non possiamo permettere che qualcuno metta il nostro popolo in pericolo, il popolo americano” , ha aggiunto Trump.La Corea del Nord potrebbe condurre il più potente test di bomba all’idrogeno nel Pacifico, tra le “azioni di più alto livello” contro gli Usa. E’ l’ipotesi espressa dal ministro degli Esteri nordcoreano Ri Yong-ho in merito alle affermazioni del leader Kim Jong-un, che sta considerando iniziative in risposta al presidente americano Donald Trump e alla sua minaccia di “distruzione totale” del Paese asiatico.

“Potrebbe essere la detonazione più potente di bomba all’idrogeno nel Pacifico“, ha affermato Ri, a New York per seguire i lavori dell’Assemblea generale dell’Onu, aggiungendo però “di non avere idea di quali azioni potrebbero essere prese dato che saranno ordinate dal leader Kim Jong-un”. Pyongyang, a partire dal 2006, ha effettuato un totale di sei test nucleari, di cui l’ultimo, il più potente, risale al 3 settembre ed è stato rivendicato come la detonazione di ordigno all’idrogeno.Kim ha definito Trump “un vecchio rimbambito” e ha aggiunto che il presidente statunitense “pagherà caro” per le sue minacce. Kim ha accusato Trump di non essere adeguato per ricoprire il ruolo di “comandante in capo di un Paese”. Il capo del regime nordcoreano ha descritto il presidente Usa come “una canaglia e un bandito, desideroso di giocare con il fuoco”.  Attacco oggi di Trump. “Kim Jong Un, che è chiaramente un pazzo a cui non interessa affamare o uccidere il proprio popolo, verrà messo alla prova coma mai prima”.”Lo scambio di minacce” tra gli Usa e la Nord Corea e’ “molto dannoso e inaccettabile”: lo ha detto il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov incontrando i giornalisti a margine dell’Assemblea Generale dell’Onu. Le “teste calde si devono calmare”, ha aggiunto, definendo l’approccio alla crisi nordcoreana “una lotta all’asilo tra bambini”. Lavrov ha poi precisato di “non avere nuove proposte” per risolvere la crisi nordcoreana. “Pensiamo che il potenziale della road map elaborata da Russia e Cina non sia terminato – ha sottolineato – e non vediamo nessuna ragione perche’ i partner inclusi gli Usa non possano lavorare in questo ambito”. Il piano russo-cinese prevede che Pyongyang ponga fine ai test missilistici e nucleari e gli Usa in cambio terminino le esercitazioni militari con la Sud CoreaTrump nel suo primo tweet mattutino ha ribattuto:’E’ chiaramente un pazzo a cui non interessa affamare o uccidere il proprio popolo. Verrà messo alla prova come mai prima’.

Kim ha accusato Trump di non essere adeguato per ricoprire il ruolo di ‘comandante in capo di un Paese’. Il capo del regime nord coreano ha descritto il presidente americano come “una canaglia e un bandito, desideroso di giocare con il fuoco”. Le parole di Kim arrivano in risposta al bellicoso discorso fatto da Trump sulla Corea del Nord all’assemblea generale dell’Onu. Il discorso del presidente americano hanno convinto Kim – riferisce l’agenzia nazionale nord-coreana – che “il percorso da me intrapreso è corretto e lo seguirò fino alla fine”. Il dittatore asiatico ha aggiunto di stare “pensando intensamente alla risposta da dare”. In ogni caso “Trump pagherà caro per il suo discorso in cui ha minacciato la totale distruzione della Corea del Nord”.

Giappone, preparati ad ogni evenienza – “Non possiamo escludere la possibilità che il test missilistico minacciato dalla Corea del Nord – capace di far esplodere una bomba all’idrogeno nel Pacifico – possa essere condotto sui nostri cieli”. Ha risposto così alla stampa il ministro della Difesa giapponese Itsunori Onodera, spiegando che Tokyo prende seriamente le parole del ministro degli Esteri nordcoreano Ri Yong Ho, e che il governo nipponico risponderà ad ogni eventualità con i necessari livelli di allarme e le misure di sorveglianza adeguate. Il rappresentante del regime di Pyongyang si era rivolto ai giornalisti al palazzo di vetro dell’Onu, aggiungendo che ogni manovra militare deve essere approvata dal leader Kim Jong Un.

Cina chiede calma, no sanzioni unilaterali – La Cina invita tutte le parti a esercitare autocontrollo dopo l’ipotesi di test di bomba all’ idrogeno nel Pacifico ventilata a New York dal ministro degli Esteri di Pyongyang Ri Yong-ho. Il portavoce del ministero degli Esteri Lu Kang ha ribadito in conferenza stampa l’opposizione di Pechino alle sanzioni unilaterali fuori dalla schema generale risoluzioni delle Nazioni Unite, a stretto giro dal nuovo ordine del presidente Usa Donald Trump su nuove misure contro la Corea del Nord per i suoi programmi nucleari e missilistici.

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