Il Bari trova l’alba dentro l’imbrunire: dopo nove mesi vittoria a Novara

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Potere delle partire frammentate: al 96′ il Bari risultava primo in classifica insieme al Parma. Ma queste vertigini è bene risparmiarsele.

Grosso da questa gara – l’ennesima in attesa che arrivasse Godot la vittoria – cercava una prova di maturità, voleva una squadra capace di leggere le situazioni in modo tale da avere padronanza in campo nel gioco gestendo alla meglio le difficoltà, ma soprattutto cercava quella vittoria perduta in un lontano febbraio della scorsa stagione in terra campana roba, ormai, di archeologia calcistica e, oltre alla vittoria, ha trovato una gara difficile e tirata dove ha sofferto parecchio.

L’allenatore, senza snaturare il complesso, si è affidato ai dettagli che, secondo lui, erano i soggetti da migliorare nell’ottica, appunto, della svolta in trasferta dopo aver dimostrato più volte – non ultima nella gara col Pescara – che il San Nicola è diventato una terra inespugnabile. Ma ciò non bastava per dimostrare di essere una squadra che lotta per la A.

L’allenatore biancorosso alla ricerca dell’equilibro tra partite fuori casa e quelle in casa, ha dato fiducia a quasi tutto l’undici che ha incontrato il Pescara, mandando in campo Micai in porta, Tonucci e Gyomber centrali difensivi, la piacevole sorpresa Anderson e Fiamozzi terzini, il ritorno di Basha a centrocampo con Tello e Petriccione mezzali, Importa e Galano ali e Cisse’ come centravanti.

Il Novara, invece, proveniva da un periodo negativo (pareggio a Terni, sconfitta in casa contro la Pro Vercelli, pareggio a Cesena, sconfitta in casa contro la Salernitana e vittoria, l’ultima, a Palermo).

Corini e Grosso si conoscono bene per aver giocato insieme a Palermo, insieme a Brienza, e oggi si sono trovati avversari in panchina.

Novara col 3-5-2 con Montipò in porta, Golubovic, Del Fabro e Mantovani il terzetto difensivo, Orlandi, Moscati e Sciaudone a centrocampo, Dickmann e Calderoni sulle fasce, Dacruz e Macheda davanti mentre Maniero non riesce a trovare nemmeno posto tra i titolari, solo una panchina per l’ex barese a differenza di Calderoni e Sciaudone titolari inamovibili.

Primo tempo con gara equilibrata anche se nel finale del tempo è risultato meglio il Novara che ha creato qualche occasione gol. Poco Bari nel primo tempo, su un terreno sintetico ed infame come quello del Piola di oggi, con Galano ed Improta molto poco cercati tanto che il gioco ne ha risentito facendolo risultare sterile, quasi sempre costretto a difendersi dagli attacchi novaresi tanto che per vedere un tiro in porta si son dovuti attendere trentasei minuti di gioco, tiro peraltro innocuo.

Gara nervosa all’inizio con Sciaudone che si fa ammonire per un fallo su Basha, ed un fallo commesso da Tonucci, in comproprietà con Gyomber, che avevano “chiuso” al limite del regolamento Dacruz, fallo non fischiato dall’arbitro ma solleva diverse e veementi proteste da parte dei novaresi.

Bari che non riesce a prendere campo a differenza del Novara che mantiene il timone della gara lasciando il Bari alle sole ripartenza fermate puntualmente sula tre quarti novarese.

Poi è il Bari a prendere le contromisure cominciando a giocare il pallone anche se in maniera sterile guadagnando solo un corner in mezz’ora di gioco.

Per vedere un tiro in porta occorre attendere il 24′ con Dickman, tiro parato da Micai a terra. Ancora Novara con Sciaudone dalla distanza al 28′ con un tiro arcuato, facile presa di Micai e al 34′ un altro tiro di Dacruz dall’interno dell’area barese finito di un soffio al lato: pericolosissimo il Novara in questa circostanza.

Per attendere, invece, di vedere un tiro in porta del Bari son dovuti passare 36 minuti, quanto Tello ha tirato alto sulla traversa. Oggettivamente troppo poco per sperare in una vittoria. Ma il calcio – si sa – non è una scienza esatta rivelandosi sempre più imprevedibile.

Al 40′ è ancoora il Novara con Dacruz ad involarsi verso la porta barese cercando di sfruttare lo spazio creato dai centrali difensivi baresi, ma Micai esce fuori area tagliandogli la strada: giallo inevitabile per il portiere barese. Segnali di pericolosità sempre in crescendo del Novara che cresce di minuto in minuto grazie a Dacruz e Calderoni che al 46′ sforna un assist per Macheda a due passi da Micai ma è il provvidenziale anticipo di Gyomber a smorzare la velleità piemontese: forse l’azione più pericolosa del Novara e di tutto il primo tempo.

Secondo tempo.

Il Bari entra in campo più convinto dei propri mezzi e produce subito un cross di Tello per la testa di Cisse’ che anticipa Del Fabro, ma Montipo’ si inarca e devia il pallone sopra la traversa: Occasione gol per il Bari.

E allora, a sorpresa, il Bari va in vantaggio con Petriccione, forse il migliore in campo fino a quel momento, che riceve un cross di Tello, a sua volta servito da Anderson, tirando a colpo sicuro in porta dove Montipo’ non può nulla.

La reazione azzurra non si fa attendere: al 7′ ci prova Moscati su punizione ma il pallone va alto sulla trasversa, poi al 10 ‘ Corini fa entrare Chajia, che insieme a Di Mariano – entrato in campo anche lui – daranno freschezza e brio al forcing piemontese, e fuori Sciaudone, un centrocampista più offensivo dell’ex barese. I

Il Novara, comunque, dà segni di vita: occasione di Moscati che da fuori area sferra un tiro pericoloso finito poco alto sulla trasversa, poi Dickman, un’ira di dio oggi, da centro area tira debole su Micai: poteva essere il pareggio del Novara.

Il Bari è costretto ad arretrare il suo baricentro tanto da non riuscire più a ripartire. Corini, allora, decide di immettere forze fresche in campo: al 20′ tocca a Maniero al posto di Macheda, alla cui voglia di rivalsa, il tecnico piemontese, si affida. Anche Grosso cambia: 24′ dentro Busellato per Basha.

Ancora Novara che continua a tambureggiare la difesa biancorossa sempre attenta e sopo poche volte ritrovatasi in difficoltà: 27′ cross di Chajia per Moscati che al volo da fuori area tira di pochissimo alto sulla trasversa

Al 31′ occasionatissima per il Bari: cross di Anderson, vanno in tre sul pallone, ma soprattutto ci va Galano, oggi decisamente spento, ma incredibilmente non la mette dentro.

La partita si fa bella con tanti capovolgimenti di fronte col Bari che ogni volta che riparte si rende pericoloso, ed il Novara che comincia a pressare la squadra barese.

Al 33′ mischia pericolosa in area barese con Di Mariano che per poco non mette la palla in gol trovando una provvidenziale deviazione di un giocatore barese che si immola letteralmente per terra.

Grosso, allora, decide di alzare il baricentro, unica arma per arginare il Novara e, ancora una volta, azzecca i cambi: dentro Brienza per Galano, mossa che sarà decisiva, e Floro Florese per Cisse’.

E siccome il destino, oggi, a Novara, era a favore del Bari, al 48′, grazie ad un contropiede gestito da Petriccione, Tello ed Anderson, il Bari raddoppia con il terzino olandese. Gol straordinario che mette ko il Novara. Ma non è finita: al 51′, vale a dire un minuto dopo i cinque concessi, ecco il gol dell’ex maniero, gol che rende meno amara la sconfitta novarese ma che, per la proprietà transitiva, rende meno dolce l’agognata vittoria barese. Del resto, non si può avere tutto dalla vita.

Una partita nella quale il Bari ha mostrato grandi capacità di sofferenza e di adattabilità al contropiede, al cospetto di un Novara mai domo. Un segnale forte al campionato che sancisce la presenza dei biancorossi lassù dove le posizioni cominciano a contare. Si spera, adesso, che infranto il tabù trasferta, Grosso possa trovare quel centro di gravità permanente o, se preferite, l’alba dentro l’imbrunire, necessario a rimanere lassù tra le prime.

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