Sempre più governi manipolano i social media

Attualità & Cronaca

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Sono sempre più numerosi i governi che seguono le orme di Russia e Cina nel manipolare i social media e reprimere il dissenso on-line, tendenza che rappresenta una grave minaccia per la democrazia; è quanto risulta da uno studio dell’ong Freedom House, “Freedom of the net”. Lo studio, effettuato su 65 Paesi, rileva come una trentina di governi impieghino una qualche forma di manipolazione per distorcere le informazioni on-line, contro i 23 di un’analoga ricerca effettuata l’anno scorso.

Fra le tattiche utilizzate vi sono i commentatori pagati dalle autorità, i “troll”, i “bots” – ovvero gli account automatizzati – falsi siti di notizie e canali di propaganda: tecniche che “sono assai più difficili da contrastare rispetto ad altri tipi di censura quali l’oscuramento dei siti”, come commenta lo studio. Secondo Fredom House il 2017 è il settimo anno consecutivo in cui si registra una diminuzione globale della libertà su internet: per il terzo anno di fila il principale colpevole è il governo cinese, ma non mancano altri esempi come “l’esercito della tastiera” impiegato dalle autorità filippine (con una paga giornaliera di 10 dollari) per dare l’impressione di un forte sostegno popolare alla brutale campagna contro la droga varata dal presidente Rodrigo Duterte e costata la vita a migliaia di persone.

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