Nuovi scontri per Gerusalemme. Scontro Macron-Netanyahu

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Vertice Abu Mazen-Al Sisi-Abdallah al Cairo

PAPA, NO ALLA VIOLENZA. AFFONDO DI ERDOGAN SU ISRAELE: ‘STATO TERRORISTA, UCCIDE I BAMBINI’

Ancora proteste dei palestinesi contro la decisione del presidente Usa di riconoscere Gerusalemme capitale di Israele. Incidenti a Betlemme e nel campus dell’universita’ di Hebron. Hamas incita a ‘continuare l’intifada’. 1.250 i feriti dall’ inizio delle violenze. Una guardia di sicurezza israeliana di 25 anni, accoltellata a Gerusalemme. Il premier Netanyahu da Macron afferma stigmatizza ‘l’ipocrisia dell’Europa’ che non condanna ‘il lancio di razzi contro Israele e il terribile incitamento contro lo stato ebraico’. Il presidente turco Erdogan contro Israele ‘Stato terrorista, assassino di bambini’. Appello del Papa: ‘scongiurare una nuova spirale di violenza’.

‘Gerusalemme e’ la capitale di Israele da 3mila anni’, dice Nethanyau che fa visita a Macron all’Eliseo. Botta e risposta con Erdogan. Ma il presidente francese resta sulla sua posizione (‘la decisione di Trump un pericolo per la pace’) e chiede a al premier israeliano ‘un gesto per i palestinesi’: ‘Israele congeli le colonie’. L’Onu insiste contro la Casa Bianca: ‘Compromette la pace’. Intanto, al Cairo si riunisce un vertice improvviso tra il rais al Sisi, il presidente palestinese Abu Mazen e re Abdallah di Giordania. Proseguono le proteste nei Territori, 1.250 i feriti. Una guardia di sicurezza israeliana di 25 anni e’ stata accoltellata a Gerusalemme alla fermata del bus. L’assalitore e’ un palestinese di 24 anni.

L’intifada per Gerusalemme arriva nel cuore della Citta’ Santa: un 25enne israeliano che prestava servizio come guardia di sicurezza a una stazione di bus e’ stato accoltellato al petto da un palestinese, poi arrestato dalla polizia. Il giovane e’ grave. L’attacco e’ avvenuto su Jaffa Street. Nel quinto giorno di proteste contro il riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele da parte degli Usa, si aggrava il bilancio delle violenze, arrivato a quattro palestinesi morti e 1250 feriti, e le violenze si estendono ai Paesi della regione. A Beirut la polizia libanese ha lanciato lacrimogeni e ha usato i cannoni ad acqua contro i manifestanti che protestavano davanti all’ambasciata Usa per protestare contro la decisione del presidente Usa. I dimostranti, che sventolavano bandiere palestinesi, hanno dato fuoco a pneumatici e cassonetti della spazzatura e hanno lanciato bottiglie contro le forze di sicurezza, che avevano barricato la principale via di accesso all’ambasciata nella zona di Awkar, a nord della capitale Sono state anche bruciate bandiere degli Stati Uniti e di Israele e al termine la polizia ha operato alcuni arresti. Il Libano ospita 450mila rifugiati palestinesi e per domani il leader di Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah, ha indetto una protesta per nei sobborghi sud di Beirut, feudo dei miliziani sciiti. Contro Israele e’ tornato a scagliarsi anche il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che lo ha accusato di essere “uno Stato terrorista” che “uccide bambini”. Parlando a Sivas, Erdogan ha assicurato che “lottera’ con ogni mezzo”. Intanto il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, e’ stato ricevuto a Parigi dal presidente francese, Emannuel Macron. Netanyahu, che domani vedra’ a Bruxelles i ministri degli Esteri dell’Ue, ha detto di “rispettare l’Europa” ma di non accettare “doppiopesismo” e “ipocrisia”: “Ho sentito voci di condanna per la storica decisione di Trump”, ha spiegato, “ma non per sul lancio di razzi contro Israele e sul terribile incitamento all’odio contro lo Stato ebraico”. Le forze israeliane hanno scoperto e distrutto un nuovo tunnel militare di Hamas che da Khan Younis (centro della Striscia) si inoltrava per 200 metri in territorio ebraico e da cui potevano essere lanciati attacchi terroristici. Papa Francesco ha fatto sapere che segue gli sviluppi su Gerusalemme e ha ribadito l’appello “alla saggezza e alla prudenza”, invitando a “non far uso della violenza”. In un summit d’urgenza al Cairo, i ministri degli Esteri della Lega Araba hanno chiesto a Trump di “annullare” il riconoscimento dato a Gerusalemme e di “lavorare con la comunita’ internazionale per costringere Israele ad attuare le risoluzioni internazionali” e arrivare alla “creazione di uno Stato palestinese con capitale Gerusalemme est”.

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