Elezioni Catalane

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Elezioni Catalane. Il vicepresidente di Omnium Cultural Mauri a Radio 24: Domani ci saranno persone che andranno a votare con paura. In caso di vittoria del blocco indipendentista, pronti a concordare con Madrid un nuovo referendum sulla secessione

Ci sarà gente che domani andrà a votare con paura, con il ricordo di essere stata picchiata il primo ottobre, giorno del referendum per l’indipendenza”. Così Marcel Mauri, vicepresidente di Omnium Cultural, in un’intervista a Radio 24. Mauri gestisce una delle due principali organizzazioni civiche indipendentiste catalane (94mila tesserati), in sostituzione di Jordi Cuixart, tuttora detenuto in carcere con l’accusa di sedizione. “La democrazia spagnola è una democrazia malata. E’ una democrazia dove non si rispettano alcuni diritti fondamentali”, accusa Mauri, che definisce le elezioni di domani elezioni “convocate in una situazione di anormalità democratica”. “E’ normale che molti guardino a queste elezioni come illegittime.

Che le vedano con sospetto. Molti hanno paura. Siamo arrivati al punto che la gente si chiede se potrà andare a votare con un laccio giallo sul petto, simbolo della solidarietà con i detenuti. Non sappiamo fino a che punto questo potrebbe rappresentare un problema, nei seggi”. Sugli scenari post-voto Mauri dichiara, a Radio 24: “nessun sondaggio dà per favorito il blocco monarchico, o della repressione: se dovesse mai vincere, noi indipendentisti continueremo a lavorare come abbiamo sempre fatto. Omnium Cultural è stata fondata nel 1961, in pieno franchismo: da 56 anni lavoriamo con gli stessi obiettivi. E oggi siamo un movimento di massa. Continueremo a lavorare per guadagnarci la fiducia della maggioranza dei catalani. 

Se vincesse invece il blocco indipendentista, la via d’uscita si chiamerebbe democrazia e dialogo, da parte del Governo. Non possiamo pensare che uno Stato democratico amministri in modo antidemocratico il risultato delle urne. La Catalogna ha già votato il primo ottobre: le urne non ci fanno paura. Se lo Stato spagnolo avesse un po’ di ragionevolezza, concorderebbe con la Generalitat un referendum per l’indipendenza, che sarebbe accolto con entusiasmo”.

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