‘Affaire de fiches’, quando la Francia schedò il Grande Oriente

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Mal comune non è mezzo gaudio, ma conoscere i guai degli altri a volte consola. Francia, primi del Novecento: ‘Affaire des fiches’, la schedatura degli ufficiali e il Grande Oriente di Francia, ma non solo. Ben altro rispetto a quanto sono riusciti a scoprire sul giallo ancora aperto dei due Occhionero arrestati per cyber spionaggio, anche lui, il fratello, Gran Maestro del Grande Oriente, ma d’Italia. Parallelismi un po’ forzati tra ieri e oggi, ma lo scoprire tante manchevolezze in casa altrui grazie a Giovanni Punzo, confessiamolo, ogni sabato un po’ ci aiuta.

La Terza repubblica francese, dalla sconfitta del 1870 a quella ben peggiore del 1940, ebbe vita piuttosto turbolenta, agitata da frequenti scandali di varia natura che divennero oggetto di dispute memorabili tra l’opinione pubblica. Uno dei primi scandali fu finanziario, quando fallì il progetto francese di scavare un canale attraverso l’istmo di Panama e molti risparmiatori che avevano investito ingenuamente somme ingenti persero tutto. Nello stesso anno 1889 seguì la vicenda del generale Boulanger che per poco non si insediò all’Eliseo dopo un tentativo di colpo di stato assai maldestro. Pochi anni dopo l’attenzione del paese si concentrò sul capitano Alfred Dreyfus: accusato di spionaggio, nel 1894 fu condannato a una dura pena detentiva in Caienna e a subire un’umiliante degradazione in pubblico per essere poi riabilitato poco prima della Grande Guerra.

Ai primi del Novecento, in mezzo ad altre vicende minori, si colloca anche l’«affaire des fiches» (‘fiche’ in francese è la ‘scheda’), storia di informazioni personali raccolte in maniera quanto meno curiosa, ovvero una vera e propria schedatura sistematica degli ufficiali dell’esercito o di alti funzionari dello Stato svolta allo scopo di selezionare per le promozioni solo quelli che manifestavano ‘sentimenti repubblicani’. A più di un secolo dalla Rivoluzione francese si temeva infatti ancora una possibile azione politica da parte numerosi monarchici convinti o di altri che professavano un cattolicesimo molto conservatore. Partita con una serie di circolari governative ‘riservate’ e indirizzate ai soli prefetti, l’operazione fu poi gestita nella raccolta delle informazioni dalle centinaia di logge obbedienti al Grande Oriente di Francia, forse la più influente e numerosa tra tutte le organizzazioni massoniche europee del periodo.

Dreyfus COP

Le migliaia di ‘fiches’ compilate contenevano informazioni di ogni tipo sui singoli, a volte molto banali, espresse apertamente o spesso abbreviate: «VLM» stava ad esempio per «Va à la messe» (va a messa), ma non mancavano nemmeno note curiose che insinuavano eccessive simpatie femminili riscosse dai soggetti. La massa dei nomi fu poi suddivisa in due liste, una denominata ‘Corinto’ (i buoni) e l’altra ‘Cartagine’, alludendo al motto Delenda Carthago, conteneva i cattivi. In pratica però, nonostante le intenzioni dei promotori (che tuttavia oggi definiremmo quanto meno discutibili), non ne derivò alcun vantaggio concreto e alla fine un piccolo ufficio del ministero della guerra traboccò di fogli di carta provenienti da tutta la Francia e perfino dalle colonie .

Le circostanze della scoperta dell’operazione furono invece clamorose, anche perché alcune di queste ‘schede’ erano state vendute a un parlamentare che si affrettò a presentare una vibrante interpellanza al governo nell’ottobre 1904. In mezzo al clamore suscitato dalla vicenda la prima vittima fu il capitano che gestiva l’archivio, costretto a dimettersi in quanto il suo superiore ministro si dichiarò estraneo ed ignaro dell’accaduto. Nella seconda battaglia parlamentare cadde però anche la testa del ministro e il governo si indebolì fino a cadere nel febbraio successivo. Come per il caso Dreyfus, anche l’affaire ‘des fiches’ rimase a lungo nella memoria dei francesi, soprattutto legato all’immagine di alcune brillanti carriere non del tutto rigidamente meritocratiche.

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