Il Bari non riesce a far sua la vittoria a Cesena

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Cesena – Alla vigilia del match, in fase di conferenza stampa, Grosso aveva parlato di gara complicatissima, dispensando il  consueto alloro sulla squadra avversaria soprattutto da quando Castori si è insediato sulla sua panchina, pur ribadendo che i suoi ragazzi avrebbero fatto di tutto per alimentare l’entusiasmo che nel frattempo si era insediato in città, conseguenza del promettente terzo posto conseguito a fine girone di andata.

Così, dopo la lunga sosta invernale, il Bari è salito in treno fino a Cesena alla conquista della piadina ripiena di tre punti con una buona dose di sicurezza nei propri mezzi, consapevoli che d’ora innanzi il margine di errori sarebbe dovuto essere minimo se avesse voluto davvero gareggiare per la promozione diretta, forte anche dei nuovi arrivi alcuni dei quali, per il momento, son rimasti in panchina ed altri a Bari per mettersi al passo con i loro colleghi, nuovi arrivi che – diciamocelo –, pur senza negare la loro bravura, al momento, non hanno fatto vibrare le corde dei cuori dei tifosi anche se – è appena il caso di ricordarlo – il mercato non è ancora terminato, corde dei tifosi che, tuttavia, suonano da sole ogni qualvolta si percepisce odore di novità a prescindere dal soggetto.

Di fronte, dunque, il Cesena di Castori che navigando nei bassifondi della classifica e con la peggior difesa del torneo, ha giocato con l’obiettivo di uscirne al più presto rinforzato con gli innesti di Emmanuello e dell’ex barese Suagher, e con quello di poter trovare un po’ più di equilibrio, mentre la classifica, alla luce dei risultati del pomeriggio, esigeva al Bari una vittoria per rientrare in orbita del terzo posto. Così non è stato.

Grosso ha mandato in campo l’undici, un po’, previsto dopo le fatiche di questi ultimi giorni, vale a dire Micai in porta, Sabelli e D’Elia terzini, Diakhitè e Marrone stopper ovvero il quartetto di Carpi, Tello e Anderson mezzali (novità assoluta dal punto di vista tattico), Basha al centro, Improta e Galano ali e Kozac centravanti, mossa quest’ultima abbastanza prevista. Mentre Castori ha risposto con Fulignati in porta, Donkor e Perticone terzini, Scognamiglio e Suagher centrali di difesa, Kupisz, Di Noia, Dalmonte e Schiavone a centrocampo, Laribi e Jallow in avanti.

Primo tempo a ritmi elevati, vivaci e veloci con il Cesena che ha provato a fare la partita rendendosi pericoloso in alcune circostanze – gol a parte – ed il Bari che ha risposto bene reagendo al gol subito, ma è stato il terreno sintetico del Manuzzi in cattive condizioni ed il pressing asfissiante da parte di entrambe le squadre ad aver la meglio, tanto che ne ha pregiudicato lo spettacolo. Galano un po’ in ombra e sovrastato da Sabelli e da Anderson che hanno occupato il suo tradizionale spazio, e Kozac ancora legnoso che, pur andando vicino al gol in più di una occasione, ha giocato spesso fuori ruolo.

Un lampo improvviso all’ottavo di gioco, con un sinistro da fuori area di Galano, ha scaldato le mani a Fulignati.

L’azione barese è stata solo uno specchietto per allodole. Anno nuovo vizi vecchi: per la serie se non si prende un ceffone in faccia, il Bari non decide di giocare, al 12’ Laribi ha portato in vantaggio il Cesena, inaspettatamente, grazie ad una ingenuità targata Basha & Marrone, sempre in difficoltà con l’attaccante di turno, che si è lasciato portar via il pallone.

Ha risposto il Bari al 14’ con un cross pericoloso di Sabelli dalla destra, ma né Kozac, né Improta son riusciti a toccare un pallone che non chiedeva altro di essere messo dentro la rete.

Il Cesena ha cercato di far valere la pressione con Jallow che, al limite dell’area, è stato sgambettato da Marrone: punizione per il Cesena e ammonizione per lo stopper barese.

Ancora al 33’ il Cesena con Jallow, sempre pericoloso, che, ricevuto il pallone da Perticone, è entrato in area e tirato ma Micai ha risposto in due tempi.

Al 35’ il tronco Kozac ha sfiorato il pareggio su un cross di D’Elia, ma il ceco non è riuscito a toccare il pallone. Ci ha provato al 38’ Improta, forse nell’occasione più nitida avuta dal Bari nel primo tempo, ma il pallone ha accarezzato il palo sinistro di Fulignati.

Il secondo tempo si è aperto subito con un clamoroso autogol per il Bari: al 5’, infatti, Sabelli nel crossare l’ennesimo pallone in area, ha trovato Suagher, l’ex barese, a deviare il pallone clamorosamente in rete. Una di quelle autoreti a favore del Bari che capitano una volta ogni vent’anni, dunque per averne un’altra di cotanta fattura occorrerà attendere altri vent’anni.

Pericoloso al settimo Laribi che da lontano ha fatto partire un missile finito di poco alto sulla traversa.

Ancora Cesena con Kupisz che da posizione esterna ha tirato in porta ma ha trovato i pugni di Micai.

Tuttavia il Bari entrato in campo è apparso più tonico e più convinto dei propri mezzi. Al 17’ Galano ha tirato da posizione defilata trovando Fulignati a respingergli la palla.

Prima sostituzione di Castori al 14’: fuori Dalmonte dentro Vita, cambio tecnico. Ed è proprio il neo entrato Vita, al 23’, a crossare per Jallow che di testa ha mandato il pallone di pochissimo fuori: poteva essere il vantaggio del Cesena.

A Castori ha risposto Fabio Grosso facendo entrare Cisse’ per Kozac al 25’ confermando la spinta barese sul terreno dell’Orogel Manuzzi di Cesena: Galano, dalla distanza, al 27’ ha sferrato un tiro respinto dal portiere romagnolo.

E’ il turno di Brienza per Anderson al 31’, mossa con cui Grosso ha provato a dare freschezza e fantasia al gioco che però non sono arrivate nonostante sia stato comunque il Bari a fare la gara anche perché il Cesena ha cominciato a dare segni di stanchezza.

Fuori Schiavone dentro l’esordiente Emanuello e Kupisz per Cacia, mosse con cui Castori ha tentato di dare linfa ad un ramo che stava per diventare secco.

E al 40’ Cisse’ ha beccato la traversa su assist di Sabelli, oggi il migliore in campo: poteva essere il gol della vittoria ed invece, nonostante l’ingresso di Floro Flores, la gara è terminata sull’1-1.

Qualche considerazione a margine della gara: buono l’atteggiamento del Bari sin dall’inizio che ha cercato di imporre la tecnica e la qualità di certi calciatori anche se rimangono certe lacune del girone di andata: in avanti non segna nessuno, in difesa si continuano a correre rischi, ma soprattutto per ambire a puntare ai playoff o alle prime due posizioni in classifica, occorrerà vincere partite come queste, partite dove la squadra avversaria è riuscita a fermare il bari e, a tratti a metterla pure sotto, con giocatori che a Bari erano di seconda fascia (Suagher, Di Noia, Donkor); Marrone non può giocare in quel ruolo perché, tra errori e fasi sbagliate, tende quasi sempre a farsi superare da qualunque attaccante, pena pericolosi svarioni difensivi; per Anderson che sia, questa, la prima ed ultima volta in quel ruolo; Galano dovrebbe essere servito di più, e soprattutto occorre fargli spazio lì davanti perché tra le incursioni di Sabelli e quelle di Anderson, il foggiano non troverà mai lo spazio necessario per fare ciò che sa fare. Kozac sta trovando, pian piano la condizione fisica per cui occorre tempo; Improta deve cercare di ritrovar se stesso la cui personalità si è perduta tre mesi fa. Per il resto, senza infamia e senza lode anche se, ai punti, avrebbe meritato di vincere.

Capitolo societario. Qualche nube densa sta sorvolando la società biancorossa alle prese con perquisizioni della Guardia di Finanza relative a faccende personali del Presidente Giancaspro (lo stesso è indagato dalla Procura di Trani) e non, dunque, relative alla società barese, mentre invece è fresca di ieri la notizia, secondo la quale, la Procura di Bari starebbe indagando sul passaggio di consegne tra Paparesta e Giancaspro nel 2016, querelle sulla quale lo stesso Presidente ha fornito una replica nella quale si mostra certo di essere estraneo ad ogni accusa mossagli.

Si spera, ovviamente, che le notizie provenienti dalle Procure non tocchino la squadra che è in fase di cammino alla ricerca di capire cosa vorrà fare da grande.

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