…aspettando Beatrice

Teatro

Di

di Pierfranco Moliterni

Siamo del tutto consapevoli (e francamente per questo, un po’ orgogliosi) di anticipare tutti, e nella fattispecie tutto il mondo della editoria pugliese, con l’offrire ai nostri lettori del Corriere nazionale  una piccola scheda di una grande pianista di casa nostra, nata e cresciuta cioè a pane e pianoforte qui da noi tra Bari, Monopoli e il Salento di Copertino. Parliamo di Beatrice Rana, una dei giovani pianisti, anzi la pianista di spessore internazionale giovane per eccellenza (ha appena venticinque anni) che si è formata qui da noi, nata da un padre, ottima persona e pianista di vaglia come Vincenzo Rana il quale ha accostato all’attività primigenia quella di “collaboratore al pianoforte” e “direttore musicale di palcoscenico” per diversi Teatri di tradizione e Festival, a cominciare dall’ex Teatro Petruzzelli dei ‘favolosi anni Ottanta’ indimenticabili per le storiche tournée in ogni parte del mondo. Pertanto Beatrice, come si usa dire, ‘discende per li rami’e non si giustificherebbe altrimenti la sua piena maturità musicale raggiunta così presto se non col dato storico di aver avuto uno straordinario insegnante di pianoforte come Benedetto Lupo. Ella insomma deriva da una formidabile scuola pianistica pugliese (barese) che fa capo all’indimenticabile m° Michele Marvulli e da cui sono venuti fuori i vari Lupo, Camicia, Arciuli, Iannone ,Valente, Goffredo, Matarrese: una scuola vera e propria, si diceva,  che adesso si sublima e si riconosce appieno, appunto, nella sempre composta e solare Beatrice che tutti ci invidiano in Italia e in Europa, se non proprio nel mondo!

“Per affermarmi sono andata all’ estero. In Italia serve una vera educazione musicale nelle scuole” dice spesso Beatrice quando viene intervistata, e mai auspicio è più azzeccato di questo pensando al disagio che noi stessi proviamo quando nelle scuole (o alla università) si parla di ‘musica ‘colta; mentre, ad esempio, in queste ultime settimane ha imperversato il festival di San Remo con i suoi supposti ‘divi’, i quali, come tutti sanno, hanno studiato anni e anni, si sono ….affaticati anni e anni sulla tastiera en blanc et noir per poi canticchiare un motivetto di tre minuti e mezzo!, di contro, ad esempio, alle sublimi Variazioni Goldberg di Bach che durano 80 minuti, e che Beatrice Rana ha fatto riscoprire al mondo ‘serio’ e musicale internazionale dopo il tempo di un altro mostro sacro come fu Glenn Gould.

Beatrice Rana quindi è attesa da tutti noin (e forse più dello stesso Pollini) al teatro Petruzzelli-stagione di concerti, mercoledi 21 marzo. E non a caso e con suo grande merito, la pugliese pianista del mondo, tra una tournée e l’altra, incontrerà i giovani del suo conservatorio barese per una bella e formativa chiacchierata. Ne siamo certi, e di questo ne riparleremo a tempo debito. Poiché, come vogliamo credere, è arrivato il tempo di Beatrice-Beatrix “ colei che rende felici, che porta la felicità”.

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