A due giorni dalle elezioni politiche è il momento dei commenti e delle analisi

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Gli esperti si muovono con disinvoltura tra televisioni e giornali, passando al setaccio i risultati e ipotizzando i possibili scenari futuri. Quali saranno però le sensazioni e le aspettative dei giovani studenti torinesi? Sono andato a scoprirlo al Campus Luigi Einaudi, la sede cittadina della Facoltà di Giurisprudenza e Scienze politiche.

Al centro della moderna struttura incontro Giulia, studentessa di Scienze internazionali, che esprime tutta la sua delusione per il risultato del centrosinistra. «Sono preoccupata che la Lega e i 5 Stelle possano realizzare alcuni punti del loro programma». Le chiedo allora un parere su Matteo Salvini, e lei risponde decisa: «Non credo sia una persona qualificata e la sua visione dell’Europa non si adatta all’Italia». Anche sull’immigrazione, Chiara si professa distante dalle idee leghiste, considerando il fenomeno un problema complesso, che andrebbe affrontato e gestito con serietà. E i 5 Stelle? «Al loro interno ci sono tante correnti, sia di destra sia di sinistra. Per questo su alcuni temi non esprimono idee precise. Mi aveva colpito un’intervista alla deputata Castelli in cui proponeva un referendum sull’euro senza sapere cosa votare».

Dopo una breve passeggiata intorno all’edificio ho la fortuna d’imbattermi in Francesco, studente di Giurisprudenza e coordinatore dei giovani di Forza Italia a Mondovì. «Sono abbastanza deluso dal risultato, mi aspettavo qualcosa in più. L’età e l’incandidabilità del Presidente ci hanno penalizzato. Salvini deve cogliere l’occasione e governare ora, altrimenti non avrà altre opportunità.  Non credo tuttavia che il centrodestra riuscirà ad andare a Palazzo Chigi, non ci sono i numeri. Forse i 5 Stelle e il Pd, orfano di Renzi, potranno trovare una maggioranza». Sul futuro del suo partito suggerisce la strada del rilancio: «Bisogna affiancare un nuovo leader al presidente Berlusconi, a cui il partito è troppo legato».

Tra i pochi ragazzi che questa mattina popolavano gli spazi aperti, alcuni preferiscono non commentare. Altri lasciano trapelare poche parole. Non ho trovato tuttavia la frustrazione legata all’ingovernabilità e alla legge elettorale che mi aspettavo. «Quella è la legge – mi risponde uno studente di Scienze politiche – non possiamo farci nulla».

Prima di lasciare l’edificio parlo con Vanessa e Valeria, giovani studentesse di Giurisprudenza. La prima non è riuscita a votare, essendo lei universitaria fuori sede. Entrambe però concordano sul dare il loro appoggio al Movimento 5 Stelle: «Hanno più obiettivi incentrati sui giovani e crediamo meritino una possibilità». Vanessa, appena cito il centrodestra, prende la parola: «Non sono una grande fan di Matteo Salvini, venendo io dal Mezzogiorno, e non condivido le sue idee sull’immigrazione».  Gli scenari futuri? «Meglio tornare a votare, il M5S potrà incrementare i suoi voti». Quando faccio notare la scarsa formazione del leader pentastellato, Vanessa risponde ironica: «Eh, se ci mettiamo a pensare a chi ha la laurea o meno in Parlamento…»

Ormai si è fatto tardi ed il materiale raccolto mi soddisfa. Prima di buttarmi nella scrittura mi imbatto in Lorenzo, originario della Sicilia, che commenta il voto con grande lucidità. «La proposta del reddito di cittadinanza ha portato la scelta verso il Movimento 5 Stelle. La disoccupazione al Sud è dilagante. Non è più un voto di protesta, è un voto di speranza. Nel Mezzogiorno non sanno più chi votare».

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