Slovacchia e Italia, mai così vicine

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Quanto può una ‘semplice’ morte influenzare un governo? La risposta è tanto e ciò sta accadendo in Slovacchia.

Il premier slovacco Robert Fico ha annunciato le dimissioni a causa della vicenda dell’assassinio di Jan Kuciak, giornalista investigativo.

Potrebbe sembrare un episodio a noi lontano che in realtà nasconde uno strettissimo legame con la ‘ndrangheta calabrese, specialità nostrana. Secondo gli inquirenti Kuciak sarebbe stato trucidato, insieme alla compagna, proprio da qualcuno di questi esponenti che da anni vivevano in Slovacchia. La sua colpa? Quella di aver fatto il suo lavoro e di aver scoperto un giro malavitoso intorno a fondi comunitari: la cosca calabrese infatti utilizzava tale denaro, erogato dall’Ue per progetti sulla produzione di energia da biomasse, non per i fini imposti da tali vincoli comunitari.

Si parla di diverse centinaia di milioni che per i Vadalà rappresentavano un’alternativa al “classico” spaccio e riciclaggio di denaro (anche se l’attrattività dei fondi comunitari non è nuova per il settore: anche la mafia siciliana aveva utilizzato quei fondi per lo sviluppo del territorio rurale, sottraendolo ai piccoli proprietari terrieri della zona per così divenire monopolisti del settore).

Ciò che stupisce della questione è l’ondata di protesta da parte del popolo slovacco a seguito dell’uccisione del giovane giornalista: migliaia di persone hanno marciato in segno di rispetto contro i palazzi istituzionali, poiché l’inchiesta sulle presunte irregolarità fiscali da parte di queste aziende erano direttamente collegate ad alcuni ministri del governo Fico.

Un secondo elemento è “la Slovacchia si accorge delle mafie solo dopo la morte di Kuciak e della sua compagna Martina Kusnirova”, così come fa notare anche Roberto Saviano in un post su Facebook. Un paese che si credeva immune e lontano da queste dinamiche oramai esportate in molte nazioni estere, prime tra tutte gli Stati Uniti.

La Slovacchia appare essere una delle più competitive democrazie nell’ambito della sfera europea che si è adeguata ai valori dell’Ue dopo il ‘divorzio di velluto’ con la Cecoslovacchia. Forse è proprio questa caratteristica ad aver reso il Paese così attrattivo per la criminalità organizzata che forse pensava di passare inosservata in un contesto solitamente bistrattato dai media.

La vicenda ha così sconvolto l’opinione pubblica da aver costretto alle dimissioni del Primo ministro, preceduto da una vasta ondata di allontanamenti politici, tutti collegati ai Vadalà.

La morte del giornalista, che in alcuni contesti (Messico, paesi arabi, Filippine, etc…) è divenuto quasi normale tanto da non venir più narrato mediaticamente, e il risentimento causato nella ‘vergine’ cittadinanza slovacca dimostra come ci si possa ancora indignare per atti sbagliati e immorali. Una reazione su cui dovremmo riflettere.

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