Traffico e sfruttamento sessuale tra gli indigeni dell’Amazzonia

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AMERICA/BRASILE – Le religiose: storie scioccanti su traffico e sfruttamento sessuale tra gli indigeni dell’Amazzonia

SAO GRABIEL DE CACHOEIRA – “Combattere la tratta di esseri umani è una delle grandi sfide della società del XXI secolo. Questo crimine è purtroppo molto presente anche nell’Amazzonia brasiliana, dove il numero delle vittime è in costante aumento”. Questo il motivo per cui un gruppo di religiose della rete “Un Grito por la Vida” ha visitato, dal 3 al 18 aprile, due comuni della regione del Río Negro, che fanno parte della diocesi di São Gabriel da Cachoeira, nell’Amazzonia brasiliana, dove la maggior parte della popolazione è indigena.
Nelle conclusioni della visita, inviate all’Agenzia Fides, le suore segnalano che il loro lavoro è stato condiviso con le parrocchie locali e che hanno potuto visitare diverse comunità, sia nelle città che sulle rive dei fiumi. Hanno anche svolto attività di sensibilizzazione nelle scuole, con studenti e insegnanti, e nei centri giovanili. Il gruppo ha anche visitato diverse istituzioni pubbliche incaricate di difendere i diritti dei bambini, degli adolescenti e dei giovani, anche se purtroppo lavorano separatamente per migliorare i loro diritti, senza fare un lavoro comune, il che rende difficile raggiungere obiettivi precisi.
Le suore confermano la presenza di diversi casi di tratta, abuso e sfruttamento sessuale, spesso nascosti e sconosciuti, anche per la popolazione locale. Durante la loro visita sono emerse storie scioccanti, specialmente nei casi in cui le vittime sono bambini e bambine, che spesso subiscono abusi anche all’interno della propria famiglia. “È una realtà che non è facile cambiare” affermano a Fides coloro che hanno partecipato alle attività svolte durante le visite, “perché alla paura di denunciare si unisce l’inefficienza della polizia e della giustizia, poco preoccupate della difesa degli innocenti”. In questo senso, durante gli incontri, sono venuti alla luce alcuni esempi di diversi crimini che, dopo anni, continuano a restare impuniti.
Per questo motivo il lavoro di informazione, prevenzione e contrasto è fondamentale, specialmente in queste realtà dove le situazioni al di fuori di qualsiasi logica sono considerate normali, come ad esempio, il fatto che una ragazzina di dodici anni rimanga incinta. È un lavoro necessario e mostra le sfide che la vita religiosa si sta assumendo, facendosi presente nelle periferie del mondo, per essere la voce di coloro ai quali quasi nessuno presta ascolto.
La rete “Un Grito por la Vida”, creata nel 2007, è un’organizzazione legata alla Conferenza dei religiosi del Brasile, che combatte il traffico e lo sfruttamento sessuale di bambini e adolescenti, portando avanti un lavoro di prevenzione e denuncia per cercare di mettere fine ad uno dei grandi flagelli della società di oggi. (LMM) (Agenzia Fides)

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