Gentiloni: preferirei non restare, ma decide il colle

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Il Premier si smarca da Renzi, errore non dialogo con M5s

“Preferirei non proseguire ma se me lo chiede Mattarella…”. Cosi’ Paolo Gentiloni parla della possibilita’ di restare premier nel caso si tornasse al voto. Ieri sera, a Che tempo che fa, ha espresso perplessita’ sulla decisione di non dialogare con M5S. Andare al tavolo, ha detto, avrebbe messo a nudo le contraddizioni” dei Cinque stelle.

Governo Gentiloni fino al voto? “Non so se Di Maio mi ha fatto un favore”, perché un esecutivo senza il rapporto di fiducia con Parlamento “ha le complicazioni normali di un governo pieno di urgenze e decisioni da prendere e però manca della forza politica necessaria a rappresentare il paese in Italia e nel mondo a pieno titolo. Proseguire quindi è problema”. Così il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa, che, quanto all’ipotesi di restare a palazzo Chigi, però sottolinea: “Preferirei di no, ma il presidente della Repubblica mi troverà sempre pronto a rispondere”.
“A portare l’Italia fuori strada ci si mette un attimo”, bastano “sei mesi”.

E’ l’allarme lanciato da Gentiloni. “Attenzione soprattutto in economia e politica estera”, è il monito di Gentiloni. “Nel Pd Mattarella troverà un interlocutore positivo”, dice Gentiloni. “Penso che noi non dobbiamo mettere troppi paletti e pregiudiziali a una proposta che il presidente della Repubblica potrebbe fare – ha spiegato Gentiloni – Lasciamo a Mattarella un margine di manovra, perché l’Italia ha bisogno di una soluzione alla crisi. Muoviamoci con una dichiarazione di intenti: che la proposta del presidente della Repubblica la prenderemo in considerazione”.
Alle proposte M5S per la formazione di un governo con il Pd “il gran rifiuto non era indispensabile”, afferma il premier in carica. “Il ‘tocca a loro'” non va per “un partito come il Pd, che e’ per definizione un partito di sinistra di governo e deve dare il suo contributo, non e’ che per definizione si colloca all’opposizione”, prosegue Gentiloni. Certo, “non era realistico che il Pd appoggiasse un governo guidato da Di Maio o da un altro esponente M5s- aggiunge- ma si poteva discutere perche questo avrebbe messo a nudo le contraddizioni al loro interno”.

C’e’ bisogno di migranti o c’e’ bisogno di un medico come dice Salvini? “Non so se c’e’ da chiamare un medico, ma certo non per me”. Queste le parole del Premier. “Mi sembra una delle cose piu’ banali…l’Italia e’ quella penisola affacciata sul Mediterraneo con di fronte un continente chiamato Africa. Ho sentito qualcuno dire rimandiamo 600 mila migranti in Africa cosi’, pensiamo che i fenomeni migratori possano finire? Noi non abbiamo pensato – prosegue – abbiamo fatto e ridotto dell’80% sbarchi e morti in mare rispetto alla situazione precedente. Non solo dobbiamo accettare i flussi migratori regolari ma li dobbiamo considerare come un fatto utile, si fa troppa ideologia su questa questione. Le migrazioni regolari le dobbiamo incoraggiare”, sottolinea.   

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