Biotestamento, padre ‘interprete’ della figlia in coma

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Modena, decisione del giudice sulla base della recente legge

Il padre ultraottantenne di una donna ricoverata in coma da mesi all’ospedale di Baggiovara, a Modena, e’ stato nominato dal giudice tutore della quarantenne, incapace di esprimersi a fronte delle sue condizioni di salute. La nomina avviene sulla base della nuova legge sul biotestamento. In mancanza di un biotestamento scritto, il tutore nominato puo’ prendere decisioni sul malato incapace di esprimersi, diventando cosi’ ‘interprete’ delle volonta’ della paziente sulle cure o il loro stop.

Sara’ il padre di una quarantenne in coma, alimentata artificialmente in ospedale, a decidere se e quali cure sua figlia affrontera’ in futuro. Arriva da Modena una vicenda umana e giudiziaria – la decisione e’ stata infatti presa da un giudice – che matura sulla base della recente legge del biotestamento, applicandola per una delle prime volte a livello nazionale dopo i casi piu’ recenti, da Piergiorgio Welby a Dj Fabo, senza dimenticare quello di Eluana Englaro, che hanno a lungo diviso l’opinione pubblica e per la stessa ragione portato alla nascita proprio della recente legge ora applicata a Modena. Come stabilito dal tribunale della citta’ emiliana, infatti, il padre ultraottantenne e’ stato nominato tutore della paziente, una quarantenne che da mesi in coma, e’ del tutto incapace di esprimersi, dunque anche rispetto alla volonta’ o meno di sottoporsi a determinate cure che ne possano eventualmente prolungare la vita con l’alimentazione artificiale gia’ in atto. Compito, tra gli altri stabiliti, che spetta ora al genitore, il quale viene chiamato a svolgere un ruolo di ‘interprete’ delle volonta’ della figlia in accordo con gli altri parenti stretti, che a loro volta hanno espresso parere favorevole rispetto all’incarico dato dal giudice al padre. Nel farlo l’anziano genitore dovra’ ricercare il ‘miglior interesse’ della figlia, dunque anche ricercando nel passato della donna le sue volonta’ espresse appunto in materia di cure sanitarie e di fine vita. La decisione se continuare a curare la figlia, e per quanto tempo, dovra’ in pratica essere ‘costruita’ anche sull’opinione della donna in merito, prima del coma, non essendo disponibile in questo caso specifico una pronuncia scritta della paziente, ovvero un biotestamento nero su bianco, presente invece in tante altre vicende simili. Ma l’innovativa decisione non e’ circoscritta esclusivamente a tale ambito, ovvero i compiti del genitore, decisi dal giudice, non si limitano esclusivamente all’ambito della salute della quarantenne. Il tutore e’ incaricato anche a gestire il patrimonio della donna accumulato nei mesi del ricovero in ospedale: potra’ occuparsi della riscossione dello stipendio o della pensione, investendo il capitale che resta, oltre a quello speso per la cura e per i bisogni quotidiani della paziente, in titoli obbligazionari fruttiferi e alla scadenza reinvestendo le somme sempre in titoli analoghi. L’anziano genitore e’ incaricato di presentare un resoconto scritto annuale sull’attivita’ che ha svolto. Poi decidera’ sul futuro di quella figlia che da tempo ormai non puo’ piu’ comunicare le sue volonta’.

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