Il movimento Riscatto sul piede di guerra contro il Consorzio di Bonifica

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Prevista marcia con trattori per essere ascoltati. Il movimento Riscatto sul piede di guerra contro il Consorzio di Bonifica.

Di Giovanni Mercadante – Corrispondente dall’Alta Murgia

Un incontro al vetriolo quella di lunedì 7 maggio 2018 presso l’Infopoint di via Treviso ad Altamura. Il Movimento Riscatto chiede giustizia alla Regione contro le cartelle esattoriali giunte agli agricoltori da parte del Consorzio di Bonifica. Un carrozzone politico, a detta del Movimento, che succhia sangue senza un briciolo di manutenzione del territorio. Allo slogan “Non siamo vacche da mungere”, il Presidente Domenico Viscanti, ha aperto l’assemblea pubblica con la partecipazione del sindaco Alesio Valente di Gravina di Puglia, presidente di Rete dei Municipi Rurali, in collaborazione con Gianni Fabbris presidente di Altragricoltura e Angelo Candida, presidente della Confederazione LiberiAgricoltori, per confrontare le proposte e coordinare le iniziative sul Consorzio di Bonifica in Puglia.
Il Movimento Riscatto è costituito da proprietari di aziende agricole con 50-100 ettari di terreno che non condividono il sistema sindacale attuale, perché ha fatto fallire gli agricoltori.

Le aziende stanno attraversando una dura situazione con il tracollo dei prezzi. Molti attendono ancora i pagamenti dei risarcimenti dovute alle calamità naturali, oltre alla questione spinosa dei cinghiali che hanno invaso il territorio murgiano distruggendo i campi; a questa si aggiunge anche l’IMU e i furti di trattori agricoli che sono stati poi rintracciati in Romania attraverso i sistemi satellitari. Quindi, mancano i controlli ai porti. L’Europa è ammantata dalle lobby.

Questa situazione, ha continuato Domenico Viscanti, porta al soffocamento dell’agricoltura e “non vogliamo fallire per colpa della politica che non dà ascolto agli operatori del settore; molte aziende sono col cappio al collo. Un agricoltore recentemente si è suicidato. Vogliamo che la politica intervenga sul territorio”.

Il Presidente Angelo Candida ha fatto un lungo escursus sul Consorzio di Bonifica che affonda le sue origini in un regio decreto del 1938, per passare in fasi successive sotto la gestione della Regione Puglia, in quanto ricade nella tutela dell’ambiente.
Il pagamento richiesto agli agricoltori è un tributo dovuto, ma l’ente in parola non ha mai erogato un perfetto servizio nella manutenzione dei canali, definito piano di classifica, pensato nel 2005 attraverso il commissariamento del Consorzio e mai attuato. Attualmente, ha raccontato A. Candida, il Consorzio di Bonifica ha in corso circa 250 contenziosi per mancanza di un piano di classifica.

Il sindaco Alesio Valente, rappresentante di Rete dei Municipi rurali, a cui fanno capo 38 Comuni, ha dato atto che il Consorzio di Bonifica ha portato in eredità una situazione scandalosa, ammettendo tra l’altro che sia giusto il rispetto dei diritti degli agricoltori. I canali non vengono bonificati, non c’è manutenzione. Bisogna trovare la soluzione al servizio non erogato, per il quale si chiede il pagamento non dovuto. I cambiamenti climatici esigono la pulizia ordinaria dei canali per evitare effetti disastrosi durante le alluvioni.

Gli agricoltori sono una risorsa imprescindibile per tutti. Il sindaco Valente ha proposto di aprire un dialogo con l’Ente al fine di pagare il giusto per ottenere il servizio di manutenzione.

Il rappresentante del Comune di Minervino Murge ha fatto presente che il balzello messo in atto dal Consorzio è eccessivo; ad un tavolo di concertazione con le parti in causa, si deve trovare assolutamente un accordo.
Sono intervenuti l’On. Sasso e il cons. reg. Enzo Colonna con toni piuttosto accesi per giustificare le loro posizioni.

Qualcuno ha definito il Consorzio di Bonifica “un cancro” per la Regione Puglia. Bisogna trovare al più presto una soluzione equilibrata per alleviare la situazione debitoria degli agricoltori, perché ci sono difficoltà oggettive in vista dei pignoramenti per chi non paga.

Gianni Fabris, presidente di Altragricoltura, ha detto in modo chiaro ed esplicito che non ci sono le condizioni per pagare i tributi richiesti: “non siamo vacche da mungere”. Quanto sottoscritto dalle organizzazioni sindacali non può essere accettato, perché è frutto di accordo addomesticato dai partiti.
Il Movimento Riscatto è apolitico. Bisogna parlare di riforme delle organizzazioni professionali (leggi: sindacati).

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