Eurointelligence: Mattarella non ha molta scelta

Economia & Finanza

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Di Malachia Paperoga

Wolfgang Munchau raccomanda sul suo blog Eurointelligence di guardare alla situazione italiana tenendo conto delle reali dinamiche macro, anziché fermarsi alle piccole polemiche. Il parlamento italiano attualmente non può che sostenere un governo in rotta di collisione con Bruxelles, e in ogni caso Italia e Germania non possono coesistere per sempre all’interno di un’unione monetaria dannosa e destinata a finire in tragedia.

Di Wolfgang Munchau

La nostra esperienza di osservatori veterani delle crisi politiche e finanziarie europee suggerisce che sia meglio ignorare le schermaglie quotidiane e concentrarsi sulle dinamiche sottostanti. Potremmo perdere anni a soppesare le possibilità di un secondo referendum sulla Brexit. Ma una realistica analisi degli incentivi in gioco per i due partiti principali suggerisce che, in primo luogo, la Brexit si farà, in secondo luogo, la sua versione sarà probabilmente “soft”.

Se guardiamo agli ultimi sviluppi della situazione politica italiana, in rapida evoluzione, è meglio non agitarsi troppo per le meditazioni del presidente Sergio Mattarella riguardo al governo che gli è stato proposto. Occorre invece ricordare che il M5S e la Lega insieme hanno la maggioranza in parlamento. Nessuno può governare contro di loro. Mattarella ha importanti poteri formali. Può nominare il presidente del consiglio, ma questo deve poi essere confermato dal parlamento. Mattarella potrebbe nominare un ministro delle finanze devoto a Maastricht, ma le leggi finanziarie devono poi essere approvate dal parlamento. Questi sono i fatti significativi della politica italiana oggi. Il M5S e la Lega probabilmente otterranno che il loro candidato – Giuseppe Conte, al momento – sia nominato primo ministro. Sembra che abbia pasticciato con un titolo accademico. E allora? Possono esserci due conseguenze: o viene comunque nominato lui o un altro nome di basso profilo, oppure ci saranno nuove elezioni, che porteranno a una maggioranza ancora più larga per i due partiti populisti. Mattarella può scegliere solo tra due opzioni sgradite.

Un altro fatto incontrovertibile della realtà politica ed economica dell’eurozona è che l’Italia e la Germania non possono restare per sempre legate in una unione monetaria, se entrambe continuano ad agire come stanno facendo. Nessuna delle due considera la politica economica una questione comune ai paesi europei. La Germania ha introdotto riforme strutturali per guadagnare competitività nei confronti degli altri paesi dell’eurozona, e un freno all’indebitamento che porterà alla fine all’annullamento completo del suo debito (pubblico, NdVdE).

In Italia il processo delle riforme è fermo da lungo tempo, e un governo M5S/Lega perseguirebbe politiche incompatibili con finanze pubbliche sostenibili all’interno dell’eurozona. Qualcosa deve cambiare.

Lucia Annunziata ha letto il libro di prossima pubblicazione di Paolo Savona, il ministro delle finanze in pectore. Savona è stato ministro sotto Carlo Azeglio Ciampi nei primi anni 90, ed è stato fortemente influenzato dalla drammatica espulsione dell’Italia dallo SME nel 1992. Stando alle citazioni riferite dalla Annunziata, Savona scrive che l’euro ha provocato un aumento delle ingiustizie, e una situazione in cui non c’è parità di diritti, ma solo di doveri. L’euro ha danneggiato il progetto europeo perché è stato introdotto prematuramente. L’UE non era politicamente pronta a questo passo.

Le sue valutazioni sono significativamente simili a quelle di Martin Wolf nel 1991, come lui stesso ricorda in un suo recente articolo sul Financial Times:

“Il tentativo di legare insieme gli Stati potrebbe portare… a un enorme aumento degli attriti tra di loro. Se succedesse, il risultato aderirebbe alla definizione di tragedia nel mondo classico: hubris (arroganza), ate (follia); nemesis (distruzione)”.

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