Uscire dalla comfort zone con Kelly Bloom

Teocrazia e Cristianità oltre Tevere

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Intervista a Simona Varesani autrice di “Kelly Bloom”

Kelly è una ragazza di provincia che decide di mettersi in gioco per trasferirsi in città e trasformarsi in Miss Bloom. Kelly e Miss Bloom sono le facce della stessa moneta. Esse incarnano a pieno la nostra parte apollinea e quella dionisiaca il cui equilibrio non è facile da concretizzare. Uscendo dalla zona di comfort Kelly imparerà a conoscere sé stessa, le sue potenzialità, le aspirazioni, i desideri, i limiti e le paure. Il tutto ambientato nella suggestiva Scozia che non risparmia momenti suggestivi e ispiratori. Questa è una piccola anticipazione della trama del romanzo “Kelly Bloom edito da Il Viandante scritto dalla scrittrice pescarese Simona Varesani con il quale ha partecipato all’ultimo Salone del Libro di Torino.

Kelly Bloom sta avendo molto successo perché la sua protagonista assomiglia a mote donne che ogni giorno lottano per raggiungere la propria realizzazione e conquistare una sorta di “completezza”. Kelly è la testimonianza di come uscire dalla “comfort zone” consente di conquistare il proprio ruolo nel mondo e la propria identità personale.

In occasione dell’interessante presentazione di Kelly Bloom presso la Società Operaia di Mutuo Soccorso ubicata nei locali della Pinacoteca, in Piazza D’Albenzio nel centro storico di Spoltore abbiamo incontrato Simona Varesani che ci ha rilasciato questa intervista ricca di imput creativi e riflessioni.

1)Com’è nata l’idea di Kelly Bloom?
Kelly Bloom è nato scrivendo un racconto in un caldo pomeriggio d’estate seduta ai tavolini di un bar. Ho lavorato come recruiter e selezionatrice del personale nel Centro per l’Impiego e in alcune agenzie interinali di Pescara. Le esperienze professionali dei miei utenti, lavoratori e datori di lavoro, mi hanno ispirata è così ho immaginato una storia che avesse come protagonisti un eccentrico notaio e una zelante segretaria. Il resto della trama lo lascio scoprire a voi, che deciderete di leggere il libro.

2) Come mai la scelta della Scozia come location delle vicende del libro?
La scelta della Scozia, come cornice geografica alle vicende dei protagonisti, è stata per me una sfida narrativa. Inveraray, sul fiordo del Lock Fine ed Edimburgo, la capitale scozzese, sono i luoghi dove è ambientato il romanzo. Non ho visitato queste città, ma le ho conosciute attraverso le foto ed i racconti di un amico di ritorno da un viaggio lì, proprio in questi posti. Il paesaggio nordico si sposava perfettamente con l’idea che avevo dei personaggi, il loro aspetto fisico, il carattere e alcuni tratti psicologici della personalità. È nato così un romanzo che ho scritto documentandomi sui luoghi, usanze e storia reali.

3) Kelly ad un certo punto decide di partire per portare a compimento la propria realizzazione professionale e personale. Il viaggio è una sorta di “tappa obbligata” che le permette di evolversi. Cosa pensi del viaggio? Che ruolo ha nella vita di una persona?
Sulla copertina del romanzo sono raffigurate un paio di décolleté nere dalla suola rossa e un vertiginoso tacco a spillo. Sono sicuramente delle scarpe scomode da indossare per compiere il cammino di Santiago, ma sono considerate l’oggetto del desiderio di tante donne, anche delle viandanti. Viaggio…ci sono tanti modi di viaggiare. Lo spostarsi fisicamente da un luogo all’altro è il viaggio del corpo, poi c’è un altro tipo di viaggio, quello della mente. Viaggiamo con la fantasia, ascoltando musica, creando un’opera d’arte, immaginando storie e ci avventuriamo in un viaggio dentro noi stessi, quando ci mettiamo in comunicazione con la profondità del nostro essere. Il viaggio, che sia spostamento fisico o interiore, favorisce la scoperta e la conoscenza di sé e dell’altro. Conosciamo quello che siamo quando partiamo ma non quello che saremo una volta tornati a casa. Ogni viaggio emotivo ci arricchisce, ci apre al nuovo, ci mette a confronto con i nostri limiti e attenua le paure.
4) Nell’evoluzione e crescita di Kelly l’Altro ha un ruolo fondamentale. Quali sono gli “altri” che aiutano a crescere secondo te?
Gli “altri” che ci aiutano a crescere sono tutte quelle persone o le situazioni che ci mettono in discussione e ci inducono a spostarci dalla nostra zona di confort . Kelly Bloom cresce come donna, grazie al confronto con Mr. Schutzberg, il notaio che con la sua natura bipolare, la porterà a confrontarsi con sé stessa, con i suoi demoni e le sue zone d’ombra. È proprio dal superamento della paura del giudizio di sé e dell’altro, che Kelly, spogliandosi della maschera del perbenismo, rivelerà al lettore la sua autenticità.

4) Alla fine del libro Kelly riesce ad acquisire la “completezza”. Quando una donna è “completa”? Quali sono i requisiti che determinano tale condizione?
Io mi sono sentita completa, quando mi sono spogliata della paura di non sentirmi all’altezza delle aspettative, mie e degli altri. Quando ho riconosciuto me nell’altro e l’altro in me. Solo così ho capito che si può essere autentici e liberi di esprimersi senza la paura del giudizio. Completezza come emancipazione dai ruoli che la donna interpreta nella vita.

6) Quanto di Simona Veresani c’è in Kelly Bloom?
Kelly Bloom è una trama di fantasia in un romanzo autobiografico. Kelly è una donna in cui la lettrice potrebbe riconoscersi. È una sognatrice, capace di vivere l’amore romantico e allo stesso tempo tormentato. È ambiziosa, poiché desidera emanciparsi dalla vita di provincia e realizzare i suoi sogni ed ambizioni professionali. È fragile, ma allo stesso tempo forte, perché trasforma la paura in conoscenza, le debolezze in forza interiore, e si riscopre capace di non subire passivamente l’altro ma di dominarlo in maniera giocosa e consapevole.

7) Ora parliamo di Simona Veresani come scrittrice Cosa pensi dell’editoria attuale? Preferisci il cartaceo o il digitale?
Kelly Bloom è il primo romanzo edito da una casa editrice locale, Il Viandante Edizioni, da me scelta per la professionalità, la serietà e i valori etici che promuove. Non conosco bene il mercato dell’editoria nazionale ma ho avuto modo di farmi un’idea della giungla che appare, ascoltando le esperienze di altri scrittori. Da lettrice quale sono, devo dire che preferisco il cartaceo al digitale, poiché mi piace il libro come oggetto da tenere tra le mani, da sfogliare per sentire il fruscio delle pagine, ammirare i colori della copertina e annusare il profumo della carta stampata. Sono una tradizionalista in questo senso, anche se devo ammettere che il formato digitale ha la sua utilità in termini di spazio, costi e distribuzione poiché in un click è possibile acquistare immediatamente un volume, azzerando i tempi di attesa.

8) Che consigli daresti ad un giovane scrittore che è in cerca di un editore serio?
Ad un giovane scrittore in cerca di un editore serio, direi di diffidare da chi con adulazioni e lusinghe promette successo in cambio di denaro da investire per promuovere il prodotto editoriale. È capitato anche a me, e alla fine, tra tanti, sono stata felice di pubblicare con un editore serio che ha creduto nel mio romanzo, pubblicandolo in maniera gratuita e senza obbligo di acquisto delle copie.

9) Progetti futuri di Simona Veresani…
Un romanzo che uscirà tra qualche mese e solleticherà la curiosità dei lettori affezionati alle vicende di Kelly e degli altri personaggi del romanzo. Stay tuned!

Mariangela Cutrone 

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