Parte la “guerra” all’azzardo: «da vietare ogni pubblicità sui giochi»

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ROMA – «Da ministro dello Sviluppo economico con delega alle telecomunicazioni, voglio vietare la pubblicità del gioco d’azzardo». Così questa mattina, in un intervento a “Rtl 102,5”, Luigi Di Maio ha riaperto un fronte su cui più volte si era attestato in campagna elettorale: il contrasto all’azzardo. In particolare, il divieto della pubblicità sui giochi, di cui si parla anche nel contratto di Governo, è uno dei quattro punti del “Decreto Dignità”, il primo provvedimento che il Ministro dello Sviluppo economico vuole adottare, gli altri riguardano facilitazioni per le imprese, delocalizzazioni e la lotta alla precarietà. Di Maio si è detto contrario soprattutto alla pubblicità del gioco online, «perché è ancora più alienante della slot nel bar, visto che non ti devi neanche recare in una sala».

A Di Maio hanno fatto eco i parlamentari del Movimento 5 Stelle: «Il divieto totale di pubblicità sul gioco d’azzardo – hanno fatto sapere – è il primo passo per ridare dignità ai cittadini e famiglie». Peraltro, i pentastellati Francesco Silvestri, Massimo Baroni, Davide Zanichelli, Giovanni Endrizzi e Matteo Mantero, sono i primi firmatari – nei rispettivi rami del Parlamento – dei disegni di legge che vietano «qualsiasi forma, diretta o indiretta, di propaganda pubblicitaria, di comunicazione commerciale, di sponsorizzazione o di promozione di marchi o prodotti di giochi con vincite in denaro, offerti in reti di raccolta, sia fisiche sia online».

Una torta da 200 milioni – Sono circa 200 i milioni investiti dal settore giochi in un anno, secondo una stima di Agipronews su dati degli operatori dell’industria. Di questi, 80 milioni confluiscono nelle tv (e 50 provengono da concessionari online) gli altri 30 riguardano la promozione di altri giochi e lotterie. I residui 120 milioni si dividono in sponsorizzazioni, internet, radio e tv.

I limiti attuali – Nella attuale normativa esistono già precisi limiti: la legge di Stabilità 2016 (in vigore dal 28 dicembre 2015) e il relativo decreto del Mef (emanato il 19 luglio 2016) vietano le pubblicità sui giochi dalle ore 7 alle 22 di ogni giorno nelle trasmissioni televisive generaliste, vale a dire quelle in onda sui canali da 1 a 9 del telecomando. Proibite anche le trasmissioni indirizzate prevalentemente ad un pubblico di minori. L’orario limitato non si applica ai programmi di Mediaset Premium e Sky. Esclusi anche i canali tematici a pagamento, le tv locali, le radio nazionali e locali.

Le limitazioni di orario si applicano alle pubblicità di tutti i giochi, con l’eccezione delle cosiddette lotterie nazionali a estrazione differita. Questo vuol dire che la Lotteria Italia può essere pubblicizzata anche in orario proibito. Sono permesse anche le «forme di comunicazione indiretta derivanti dalle sponsorizzazioni», a patto che siano legate ai settori della cultura, della ricerca, dello sport, nonché alla sanità e all’assistenza. Un esempio è rappresentato dalle pubblicità di aziende di giochi a bordo campo durante le partite di calcio. Anche se le gare vanno in onda prima delle 22, i messaggi pubblicitari sono permessi.

Disco rosso in Rai – Dall’aprile del 2017, con la firma della nuova convenzione Stato-Rai per l’affidamento del servizio pubblico radiofonico e televisivo, è stato espressamente vietato ogni messaggio pubblicitario relativo al gioco d’azzardo sui canali RaiTv e RadioRai, senza distinzione di orari. La pubblicità sui giochi è quindi completamente bandita dalla Rai.

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