Voto dall’estero: le nostre proposte

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Dal varo, sofferto, della Legge Tremaglia, il voto politico dei Connazionali dall’estero, nella generalità, è stato esiliato nella “Circoscrizione Elettorale Estero”. Tramite il servizio diplomatico, lo spoglio delle schede votate continua ad avvenire in Patria.

 Con l’entrata in vigore della normativa “Rosatellum”, il sistema non è cambiato di molto. Il meccanismo resta postale. Così, il dubbio di “brogli” potrebbe, tanto per restare in tema, tornare alla ribalta..

 Data la sofferta gestazione politica della nuova Legge Elettorale, si potrebbe introdurre, tranquillamente, il voto elettronico e quello, personale, presso le nostre sedi consolari. Ma, giacché siamo a pieno titolo nell’era informatica, si potrebbe proporre il voto da casa “on-line” con l’identificativo dell’impronta digitale.

Magari più privacy ma anche meno pasticci. Senza, poi, dimenticare che, anche per il procedimento elettorale sorpassato, la percentuale dei voti che giungono dai Connazionali “altrove” è sempre stata bassa.

Ci sembra, quindi, grossolano avanzare precisazioni, pur se attendibili, nei confronti di un meccanismo che non ha mai persuaso nessuno e che lo stesso On. Tremaglia, “padre” del voto dei Connazionali all’estero, avrebbe voluto, col tempo, aggiornare.

Giorgio Brignola

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