A Pompei riemerge la domus ‘vintage’

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‘Rari decori, era casa di un ricco raffinato’

Stucchi colorati che rievocano marmi preziosi, antichi e rarissimi decori che il raffinato padrone di casa aveva voluto mantenere negli ambienti di rappresentanza della sua dimora affacciata sul Vicolo dei Balconi. A Pompei gli scavi nella Regio V restituiscono nuovi tesori e riscrivono la storia di quella che era indicata come la Casa di Giove. “Una domus con decori ‘vintage’ in primo stile – dice il direttore Osanna – il cui proprietario doveva essere facoltoso e colto, conscio del valore di pitture gia’ allora centenarie”.

Originario di Nucera, il senatore M. Nonius Balbus si era poi trasferito ad Ercolano. Sposato con Volasennia e padre di tre figlie, aveva avuto una splendida carriera: pretore e proconsole della provincia di Creta e di Cirene, tribuno della plebe nel 32 a.C. e partigiano di Ottaviano, il futuro Augusto (27 a.C.-14 d.C.). E’ cosi’ che M. Nonio Balbo, potente e ricco, si era trasformato in mecenate per la citta’ di Ercolano finanziando restauri e costruendo anche molti edifici pubblici. “Insomma un personaggio importante, notissimo e popolare”, sottolinea all’ANSA il direttore del Parco Archeologico di Pompei Massimo Osanna. Tanto che quando mori’ gli furono tributati grandi onori, ebbe una grande tomba con una ara funeraria rivolta verso il mare e gli furono dedicate almeno 10 statue. Il graffito un po’ rudimentale ritrovato nella Domus Vintage a Pompei potrebbe quindi essere la presa in giro di un buontempone che irrideva la ricchezza e la raffinatezza di quel proprietario, che aveva voluto preservare per le stanze piu’ in vista della sua casa quei dipinti ‘arcaici’, che in epoca augustea erano considerati il top. “Le stanze sul retro invece, riservate alla famiglia, erano state restaurate con decori piu’ contemporanei”, fa notare ancora Osanna. La Domus Vintage si trova giusto a fianco della casa delle Nozze d’Argento ed era stata gia’ in parte scavata nell’800 e prima ancora nel ‘700. I nuovi scavi, illustra Osanna, sono partiti proprio da quelli piu’ antichi, in particolari quelli settecenteschi, decisamente brutali, fatti scavando una sorta di pozzo in profondita’ nel terreno e poi da li’ una serie di cunicoli che finivano per smembrare gli ambienti, “distruggendo muri e dipinti per portare via tutto quello che appariva piu’ di valore”. Ma quella della casa Vintage, illustra l’archeologo, non e’ stata l’unica scoperta delle ultime settimane di scavo. In un ambiente vicino, i lavori hanno restituito i resti di una stanza dove sono evidenti su una parete affrescata i segni di un incendio, certamente dovuto all’eruzione: in un angolo, preziosissimi per gli studi, ci sono i resti carbonizzati di un letto con le stoffe che lo ricoprivano. Non solo: In un’altra delle case del Vicolo dei Balconi, negli ambienti a nord del giardino purtroppo piuttosto devastati dagli scavi settecenteschi, e’ emersa quella che e’ stata definita dagli archeologi “la prima scena figurata di una certa complessita'”. Si tratta, spiega Osanna, “di un quadretto idillico sacrale che raffigura una scena di sacrificio, nelle vicinanze di un santuario agreste”. Sul lato opposto della via, infine, e’ stato individuato anche un ambiente riccamente dipinto con decorazioni in quarto stile, finte architetture e quadretti con pavoni e ciliege. Duemila anni dopo quel terribile 24 agosto del 79 d.C. Pompei non finisce di stupire.

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