Addio alle domeniche gratis nei musei

Arte, Cultura & Società

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Fino all’estate, poi si cambia. La prima domenica del mese non sarà più gratuita nei musei pubblici. Ad annunciarlo è stato il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli. Non significa che non ci saranno più ingressi liberi ma saranno i direttori dei singoli musei a decidere in piena libertà. “Se vogliono aprire i musei gratis una domenica non c’è niente di male – ha spiegato il ministro -, ma se diventa obbligatorio farla, allora non va bene”.

Il ministro ha riferito di aver ascoltato il parere dei direttori “registrando un’opinione unanime sulla necessità di superarle”. Secondo Bonisoli, “l’iniziativa andava bene come lancio pubblicitario ma proseguire significa andare in una direzione che non piace a nessuno” dal momento che le domeniche gratuite “non tengono conto né della stagionalità, né dell’afflusso nelle diverse aree geografiche”.

Il ministro, via Facebook, ha poi ribadito che “le giornate gratuite nei musei resteranno. Anzi, il nostro impegno è quello di farle aumentare” si legge sul social, dove ha ripubblicato un post di Gianluca Vacca nel quale il sottosegretario ai Beni culturali scrive: “Il Ministero sta lavorando su nuove formule volte ad aumentare il numero dei giorni gratuiti in cui poter visitare i musei e i siti culturali in tutta Italia. Lo scopo è quello di restituire a tutti i cittadini la bellezza del nostro patrimonio artistico e archeologico. Un intervento che sarà studiato sulla base degli interessi del territorio e della stagionalità così da garantire la miglior fruizione possibile”.

Critiche alla decisione di cancellare le domeniche gratuite sono arrivate da più parti. L’ex ministro dei Beni culturali Dario Franceschini con un post su Facebook ha invitato l’attuale titolare del ministero di Via del Collegio Romano a ripensarci. “Perché smettere, ministro Bonisoli? Ci ripensi. Le cose giuste e che funzionano – ha sottolineato – non hanno colore politico. Non faccia pagare un desiderio di discontinuità politica alla cultura e agli italiani”. “In questi mesi ho scelto di non parlare del ministero che ho guidato per 4 anni – ha spiegato Franceschini – e di non commentare le scelte e i programmi del mio successore. Mi è sembrato giusto per correttezza nei confronti di chi inizia una esperienza. Ma questa volta non posso tacere perché le domeniche gratuite non sono una cosa che riguarda me ma un fatto culturale e sociale che – ha ricordato – ha coinvolto circa 10 milioni di persone dall’estate del 2014 ad oggi”. 

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