Bari – Benvenuto nell’inferno del teatro calcistico dell’assurdo

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Benvenuto nell’inferno. Già, I come inferno, il Bari, da oggi, è ufficialmente traghettato nell’inferno dantesco grazie a Caronte Giancaspro che, attraverso l’Acheronte, ha provveduto a farlo arrivare sull’altra sponda dell’Ade.

Qui troverà squadre che rinviano al teatro dell’assurdo di Samuel Beckett, vale a dire un’articolazione artistica del concetto filosofico di assurdità dell’esistenza elaborato dagli autori dell’Esistenzialismo che si possono trovare tra le tesi di Sartre e Camus e che, con le precedenti esperienze dell’Albinoleffe, dell’Alcamo, del Foligno, del Rende, del Francavilla a Mare, del Sorrento, e di tante altre, credevamo fossero tramontate per sempre. Ed invece, pur consapevoli che la D sarebbe stata composta da squadre appartenenti a città molto piccole, tra lo stupore generale, ecco che hanno infilato il Bari nell’ultimo girone, quello calabro-siciliano con qualche contaminazione lucana e campana anche per una questione di ordine pubblico.

Tra il serio ed il sarcasmo, dunque, questa notizia ha subito fatto il giro del web scatenando i tastieristi in un calderone di ironia attraverso commenti dove si trovano tracce ben specifiche di ironia e di moderata preoccupazione: “Andiamo a Troina, ma dove si trova?”, “Ma dov’è Sancataldo?”, “A Locri e a Roccella Ionica troveremo la ndrangheta”, “andiamo a Barcellona al Nou Camp?” e tante altre frasi. Questa la risposta dei tifosi baresi attaccati al web per avere la notizia in tempo reale.

Un girone effettivamente anomalo che, sulla carta, sembra abbordabile ma di fatto nasconde insidie evidenti. Si tratta di incontrare squadre che rappresentano paesi talvolta di due-tremila abitanti, quasi come quelli di Tornatore in Nuovo Cinema Paradiso dove i campi sportivi relativi non possono che contenere un paio di centinaia di spettatori al massimo e, in altre occasioni, qualche migliaia di spettatori col rischio, per non dire certezza, di non poter recarsi in trasferta per vedere il Bari, rischio già elevato a causa della distanza e del mezzo con cui raggiungere, ad esempio, la Provincia di Enna o di Caltanissetta.

Qualche squadra il Bari l’ha già incontrata, alcune negli anni 70 come la Turris, l’Acireale (incontrato anche in B vent’anni fa), la Nocerina (anch’essa incontrata in B un paio di volte), il Marsala, mentre in B ha incontrato il Messina. In D, quasi sessanta anni fa, ha incontrato il Gela. Tutte le altre trasferte sono a tutti gli effetti inedite.

Insomma evitati i gironi F e G il Bari si è trovato catapultato in uno dei gironi più infernali della D forse più di quello delle pugliesi e campane. Anzi senza il forse.

Considerato l’interesse della piattaforma TV Dazn verso il club di De Laurentiis come sponsor sulle magliette, qualcuno ha ipotizzato che la collocazione nel girone I non fosse casuale così da disincentivare le trasferte ai tifosi per la visione comoda in TV. Ma, ovviamente, non possiamo confermarlo, si tratta solo di voci. Ed in effetti, come abbiamo scritto, raggiungere le trasferte in Sicila ed in Calabria (alcune sono fuori dal perimetro dell’autostrada Salerno Reggio, come Roccella ionica e Locri che prevedono il percorrimento della statale ionica che è a due corsie e, dunque, per raggiungere i due paese ci si metterebbe dalle sette alle nove ore), appare complicato e, se vogliamo, anche abbastanza rischiose in quanto tutte stanno aspettando il Bari al quale sicuramente non verrà mica srotolato il red carpet oltre al fatto che sputeranno tutte sangue e animosità pur di battere il Bari o, comunque, fare un figurone.

Non resta che sperare nel Coni il 7settembre, ma niente illusioni.

Queste le squadre che incontrerà il Bari: l’Acireale, cittadina siciliana in provincia di Catania con circa 53mila abitanti; il Città di Gela che rappresenta Gela, cittadina in provincia di Caltanissetta che conta 75mila abitanti; l’Igea Virtus che rappresenta la cittadina di Barcellona Pozzo di Gotto in provincia di Messina e che ha 41mila abitanti; il Messina che rappresenta la medesima città., una squadra dal passato glorioso oltre ad essere vera e propria “città” con quasi 250mila abitanti; il Città di Messina, anch’essa una squadra di Messina, la seconda; il Portici, provincia di Napoli, con 12mila abitanti; la Sancataldese che rappresenta il paese di San Cataldo in provincia di Caltanissetta con 23mila abitanti; il Locri che rappresenta la medesima cittadina in provincia di Reggio Calabria che conta 12mila abitanti; la Nocerina, squadra di Nocera Inferiore in provincia di Salerno che conta 46mila abitanti; il Roccella, squadra che rappresenta Roccella Jonica, paese in provincia di Reggio Calabria che conta appena 6.500 abitanti; il Troina, paese medesimo siciliano in provincia di Enna che conta 9mila abitanti; il Castrovillari, cittadina calabrese al confine tra Lucania e Calabria in provincia di Cosenza che ha 22mila abitanti; la Cittanovese che rappresenta il paese di Cittanova, anch’esso in provincia di Reggio Calabria con 10mila abitanti; il Marsala che rappresenta la cittadina medesima, in provincia di Trapani che conta 83mila abitanti; la Palmese, cittadina di Palmi in Calabria provincia di Reggio che conta 19mila abitanti; il Rotonda, squadra di Rotonda in provincia di Potenza con 3500 abitanti (non osiamo immaginare la capienza del campo sportivo); ed infine la Turris di Torre del Greco in provincia di Napoli con 86mila abitanti.

Insomma, non mancheranno le emozioni. Per fortuna al comando c’è De Laurentiis che garantisce solidità finanziaria e competitività. E grazie ancora all’uomo di Molfetta ed i suoi stretti collaboratori, webbaioli compiacenti inclusi. Ma stiano certi costoro: risorgeremo presto, noi della stampa spazzati via nell’anonimato giornalistico del Paese, i tifosi, anch’essi spazzati via negli angusti paesi di Tornatore dopo anni di luce e di ribalta nazionale, e la città tutta. Su questo non v’è alcun dubbio!

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