Addio a Naspi e Rei?

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 Il reddito di cittadinanza entrerà in vigore da marzo 2019. Ad oggi, però, gli interrogativi su questa misura per il contrasto alla povertà sono ancora molti. Ad esempio, ci si chiede se il reddito di cittadinanza sarà cumulabile o meno con il reddito di inclusione – conosciuto ai più con il nome di REI – e con l’indennità di disoccupazione Naspi. A tal proposito ricordiamo che il REI è quella misura per il sostegno alla povertà, introdotta dal governo Renzi, riconosciuto alle famiglie con reddito inferiore ai 6.000 euro e consistente in un sostegno economico mensile che nel caso delle famiglie più numerose può arrivare fino a 539,82 euro.

La Naspi, invece, è l’indennità di disoccupazione che viene riconosciuta a quei dipendenti che perdono il lavoro per cause indipendenti dalla loro volontà e che possono vantare almeno 13 settimane contributive negli ultimi 4 anni, oltre a 30 giorni di lavoro effettivo negli ultimi 12 mesi. Ebbene, secondo le ultime indiscrezioni sembra che entrambi questi strumenti vengano assorbiti dal reddito di cittadinanza, così che il Governo recupererà rispettivamente 2,5 miliardi (dal REI) e 1,5 miliardi (dalla Naspi).

Il REI, quindi, verrà trasformato in reddito di cittadinanza, con il requisito economico, che sarà aumentato a 8.000 euro, mentre l’importo del contributo mensile sarà portato a 780 euro. Per questo motivo REI e reddito di cittadinanza non saranno cumulabili tra di loro dal momento che concretamente saranno la stessa cosa.

Discorso differente per l’indennità di disoccupazione Naspi, che dovrebbe essere assorbita dal reddito di cittadinanza, ma senza alcuna trasformazione (se non nel nome). L’indennità di disoccupazione, che in questi anni ha funzionato molto bene, quindi non verrà eliminata, né trasformata. Ci sembra improbabile, però, che questa sia cumulabile con il reddito di cittadinanza di 780 euro. Potrebbe spettare al disoccupato, quindi, scegliere tra quali due strumenti optare. 

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