Commercio: 855mila imprese, -13mila rispetto al 2009

Economia & Finanza

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ROMA – Un universo di 855mila imprese, pari al 14,2% del totale e oltre 2 milioni di addetti. Sono i dati sulle imprese del commercio al dettaglio, presentati da Unioncamere nel corso di una audizione alla Commissione Attività produttive della Camera in materia di disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali.
“Il settore commerciale è sistema complesso e variegato, capillarmente diffuso sul territorio”, ha sottolineato il vice presidente di Unioncamere, Mario Pozza, nel suo intervento. “Il tessuto produttivo è stato fortemente colpito dalla crisi che ha investito 10 anni fa il nostro Paese e si sta progressivamente trasformando, irrobustendosi sotto il profilo organizzativo e cominciando a cogliere le opportunità offerte dal digitale”.
L’analisi dei dati del Registro delle imprese mostra che, dal 2009 ad oggi, il commercio ha perso quasi 13mila unità. In controtendenza rispetto al totale delle imprese, che sono aumentate dello 0,2%, le attività di questo comparto si sono ridotte dell’1,5%. A pagare le difficoltà di mercato e il calo dei consumi sono state soprattutto le imprese di piccole dimensioni. Quelle con meno di 5 addetti, infatti, sono diminuite del 2,4%, mentre quelle con oltre 6 addetti sono aumentate del 21,7%.
L’analisi del fatturato sulle società, continua Unioncamere, mostra poi che, tra il 2010 e il 2016, ad eccezione degli iper e supermercati, di alcuni esercizi specializzati e dei distributori di carburante, tutte le performance sono state negative. 
Sul piano territoriale, le riduzioni più consistenti del numero di imprese si sono registrate nelle regioni del Nord Est, soprattutto in Friuli Venezia Giulia, e del Nord Ovest, in particolare in Piemonte, e hanno colpito molti settori, ad eccezione di quelli legati alla vendita via internet, di apparecchiature informatiche, il commercio ambulante e quelli di prodotti alimentari.
La vita media di queste imprese è di 11,6 anni, un po’ al di sotto di quanto si verifica nel totale delle imprese. Il turnover è piuttosto accentuato soprattutto nei primi anni: in 3 anni chiude una impresa su 4, quando sul totale dell’economia lo stesso rapporto è di 1 impresa su 5.
In quasi 10 anni, il settore commerciale è stato attraversato da importanti trasformazioni. 
La prima riguarda il progressivo rafforzamento della struttura imprenditoriale, con una crescita consistente delle società di capitali (+37mila tra il 2009 e il 2018, con un incremento del 43,7%) ed una riduzione considerevole delle società di persone (-25mila e -15,3%) e delle imprese individuali (-26mila e -4,1%). In secondo luogo, si stanno progressivamente diffondendo forme di vendita nuove. Le attività specializzate nelle vendite via internet sono infatti più che triplicate tra il 2009 e il 2018 crescendo ad una media del 14% l’anno. 
Un altro fenomeno segnalato da Unioncamere è quello della crescita consistente del commercio ambulante che registra un aumento di 7,9 punti percentuali tra il 2011 e il 2018. Questo risultato è interamente legato alla diffusione delle attività gestite da stranieri, mentre gli ambulanti italiani si sono ridotti del 13,7%.
Ampiamente distribuito su tutto il territorio nazionale, il settore commerciale si concentra per il 52,3% nei comuni con più di 30mila abitanti (447mila unità). 
Una impresa su 6 è presente invece nei comuni con oltre 500mila abitanti nei quali si concentra il 12,2% della popolazione italiana. Negli ultimi 7 anni, proprio nei comuni di maggiori dimensioni si è registrata la crescita più consistente di imprese commerciali (+5,8%) a fronte di minimi incrementi o riduzioni per le altre dimensioni comunali). 
Una impresa commerciale su 4, poi, opera nei 95 comuni a maggior valenza turistica (quelli cioè che raccolgono oltre il 50% delle presenze registrate nel Paese). Anche queste realtà, hanno sperimentato un considerevole tasso di crescita del tessuto imprenditoriale tra il 2011 e il 2018 (+3,6%), di segno completamente opposto a quello che contraddistingue le imprese commerciali presenti nei comuni a minor presenza turistica (-3,8%). 

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