Non bastano i preliminari per salvarci dai mali peggiori di casa nostra. Non ci siamo. E’ inutile tentare di fornire discolpe inammissibili. Non è neppure il caso di fare comparazioni con gli altri Stati Stellati. Il confronto non sarebbe attendibile e molto polemico.
Da noi, l’economia deficitaria, senza tener nel dovuto conto i problemi a essa correlati, è ancora presente. Le incertezze nazionali restano parecchie. Entro l’anno, l’Esecutivo dovrà rendere conto del suo programma a un Potere Legislativo”atipico”. Contro gli scontati ottimismi ci siamo mossi subito. Per i progetti a medio termine, ci vorrà più tempo. Quando, in definitiva, mancano valori comuni, gli effetti deludenti non sfuggono a nessuno.
Non è, però, nella nostra linea fare degli anticipi. Dei quali, comunque, non sentiamo il bisogno. La recessione ha necessità di tempi più lunghi per essere circoscritta. Lo avevamo scritto già nell’anno scorso. Senza pessimismo. Ma con calcolato realismo. Gli eventi ci hanno dato ragione.
Saranno, ora, gli effetti sul fronte socio/economico nazionale a evidenziare di quanto siamo ancora fuori dai parametri UE., Forse, è meglio lasciare all’Asse Di Maio/Salvini i destini della Penisola. Con l’arroganza è meglio non trattare.
Proprio perché gli uomini possono sbagliare, preferiamo evitare di rilevare il perdurare di una rappresentatività politica atipica. Il Governo, nato la scorsa primavera, dovrà trovare dei compromessi politici validi per durare. Lo scriviamo convinti anche a fronte dell’incertezza socio/economica che ha salutato l’ultimo bimestre del 2018.
Giorgio Brignola