Usa restituiscono reperti archeologici a Italia

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La restituzione all’Italia di tre reperti di epoca greca, un vaso per oli e unguenti, una brocca da vino e una terrina per cibi, recuperati dalle autorita’ americane negli Stati Uniti, principale mercato d’arte mondiale per le opere italiane trafugate, è stata l’occasione per rinnovare il Memorandum d’Intesa tra i due Paesi per il contrasto al traffico illegale di reperti. All’iniziativa, che si è tenuta presso l’Ambasciata d’Italia a Washington, ha partecipato il Ministro per i Beni e le Attivita’ Culturali Alberto Bonisoli. Nel  suo intervento, il Ministro ha ricordato come il Memorandum sia un importante meccanismo per rafforzare la collaborazione tra le nostre forze dell’ordine e uno strumento efficace di cooperazione culturale. ”L’accordo – ha detto  – ha fornito molteplici opportunita’ per la ricerca accademica e ha permesso un godimento piu’ ampio dell’immenso patrimonio culturale italiano”.

L’Ambasciatore Armando Varricchio ha sottolineato” la straordinaria cooperazione che l’Italia ha stabilito con gli Stati Uniti, con cui condividiamo idee e valori e la ferrea convinzione che proteggere il nostro patrimonio sia indispensabile per costruire un futuro migliore”. Il Generale Fabrizio Parrulli, Comandante Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, ha infine espresso ”l’orgoglio e la soddisfazione del suo Nucleo che lavora con passione e determinazione per rafforzare la cultura della restituzione in Italia e all’estero”. L’iniziativa ha visto infine la presentazione del catalogo  ”Salviamo l’arte, proteggendo il patrimonio”, volume che raccoglie le immagini di oltre 200 opere importate illecitamente negli Stati Uniti e restituite all’Italia. Le pagine del catalogo raccontano il lavoro svolto in oltre 15 anni di collaborazione per preservare le antichita’ e il patrimonio artistico italiano, nonche’ promuovere mostre e programmi accademici sul tema della tutela.  Folta la rappresentanza statunitense che ha partecipato all’evento, composta sia da esperti d’arte che di investigatori dell’Fbi.

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