Sgomberato presidio DmElektron, Fim: Proprietario rideva

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“Questa mattina all’alba la polizia si è presentata nel piazzale della DMElektron e ha sgomberato le lavoratrici e i lavoratori che da venerdì scorso pacificamente erano piantonati fuori il piazzale dell’azienda, notte e giorno per difendere il loro posto di lavoro. Una scena piuttosto drammatica, e a cui il proprietario (Dario Melchior), ha assistito ridendo”. A darne notizia è il segretario generale della Fim, Marco Bentivogli, che parla di “un fatto gravissimo”. “La situazione – dice- non è degenerata per la responsabilità dei lavoratori e del sindacato”.

“La DMElektron – spiega Bentivogli – è un’azienda di 130 dipendenti a Buia in provincia di Udine che produce schede elettroniche (per ogni settore tranne Automotive). Da mesi, senza nessun preavviso, e senza informare né sindacato né lavoratori, ha iniziato il trasferimento della maggior parte delle linee produttive in Romania e alla richiesta di incontro( dal mese di novembre) per avere chiarimenti sulle reali intenzioni la proprietà non ha dato risposte. Intanto la prossima settimana inaugurerà un nuovo stabilimento in Romania con le linee prese dal sito di Buia”.

“Oggi pomeriggio – prosegue Bentivogli – la regione ha convocato un tavolo di crisi sulla vertenza, ma la proprietà non ha dato certezza della sua presenza. Un atteggiamento da parte inqualificabile, come le risate del proprietario questa mattina mentre la polizia sgomberava il presidio dei lavoratori che da la misura della qualità umana di certe persone ma anche l’inefficacia di misure come quelle del decreto anti-delocalizzazioni”.

“Ci aspettiamo – chiede il numero uno della Fim – che l’azienda chiarisca subito, deve presentare un piano industriale per il sito di Buia che tenga dentro tutto i lavoratori . Se non dovessimo ricevere risposte la nostra mobilitazione continuerà”.

“E’ inaccettabile – denuncia ancora Bentivogli – che ci siano imprenditori che dovrebbero solo prendere lezione di dignità dai lavoratori. Speriamo che si vergogni di quanto sta facendo. Chiediamo solo di discutere di condizioni per dare continuità a produzione e occupazione. Le risatine sono degne di chi ha considerato le persone come merci da sfruttare e scaricare appena si trovano altre convenienze”. 

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