Il Bari espugna anche San Cataldo

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Record delle diciotto gare di fila senza perdere battuto. Diciannove gare senza una sconfitta con quindici vittorie conseguite fino adesso su diciannove gare di campionato. Con pragmatismo e cinismo anche la Sancataldese è caduta sotto i colpi del Bari con una vittoria non propriamente legittima ma sudata. Nel frattempo il primato sulla Turris si consolida ancor di più dal momento che i corallini hanno perduto a Troina. Il Bari rimane padrone assoluto del torneo con ben dodici punti di distacco dai campani avvicinandosi alla sfida contro la Turris con una buona dose di autostima ed una forza consolidata.

E’, tuttavia, venuto meno l’approccio voluto da Cornacchni, quello che avrebbe previsto l’aggredire sin da subito e forse è venuta anche meno la concentrazione atteso che la Sancataldese dal primo minuto è partita a spron battuto per buoni 25 minuti.

Il Bari inizia male, sembra non esista in campo, sembra non uscito dagli spogliatoi tant’è che è la Sancataldese a spingere con motivazioni e caparbietà fino a segnare il gol del vantaggio su calcio di punizione al 7’ con Ficcarrotta, gol che segna il vantaggio siciliano.  Evidentemente il 4-4-2 non è esattamente il modulo giusto, oggi, la “Mazzola” anche perché Iadaredsta appare in difficoltà nel gestire il pallone a metà campo per far salire la squadra, e fino a metà frazione c’è solo la Sancataldese in campo ed il Bari a guardare e a difendersi dagli assalti, mentre timidamente mette il muso in area nissena.

Ma al 22’, ciò che non ti aspetti, e la conferma che il calcio è davvero imprevedibile:  Floriano si invola sulla sinistra, crossa al centro e Neglia è lì, sulla linea di porta, pronto a spingere il pallone in rete. Gol del pareggio per il Bari. La Sancataldese non demorde e continua a dettare i tempi di gioco rendendosi pericolosa sia con tiri in porta, sia su corner tanto che su uno di questi Marfella respinge il pallone proprio sulla linea di porta mentre la palla sta rotolando in rete. Poi sempre su corner Lucarelli ha la possibilità di raddoppiare ma tira sul portiere barese che d’istinto para il pallone. Un Bari abulico nonostante il gol del pareggio.

Nel secondo tempo Floriano si coordina da fuori area e sferra un tiro arcuato che il portiere nisseno devia in acrobazia in corner.

Il Bari appare più convincente e più motivato rispetto al primo tempo e fino al ventesimo praticamente non succede nulla finché il Bari passa in vantaggio con Floriamo che raccoglie un cross di Aloiso. Bari che concretizza la mole di gioco fin qui prodotta.

Poi cominciano le sostituzioni di Cornacchini: dentro Feola per Neglia, e dentro Simeri per Iadaresta, quindi è la volta di Bollino e di Quagliata (all’esordio), per Piovanello e Floriano,  ma il Bari, pur gestendo la gara con ordine, non riesce più a pungere tanto che soffrirà come un dannato nel finale quando Sicurella prima e Ficcarrota dopo si mangeranno un gol per ciascuno grazie ad un super Marfella.

Non una gara da guinness dei primati (ma in D è così: per lo spettacolo è consigliabile guardare altrove), ma il Bari l’ha vinta con intelligenza tattica, senza particolare intensità e col solito difetto del pallone che gira lentamente al di là dei meriti della Sancataldese che, forse, avrebbe meritato pure il pareggio. A ciò si vada ad aggiungersi una scarsa concretezza negli ultimi sedici metri, ma tant’è.

Una brutta gara, difficile per il Bari che ha trovato molta difficoltà nel ribadire la propria forza fatta di qualità ed esperienza al cospetto di una Sancataldese più motivata e sicuramente più veloce e caparbia del Bari.

Non è stata, proprio, una passeggiata, anzi, si tratta di una vittoria sofferta anche se – diciamocelo –  i ventiquattro punti di differenza, sul campo, non si sono percepiti differentemente dal cinismo misto ad esperienza sfoderati dal Bari. Tre punti di platino, dunque, per come si è messa la gara con la Sancataldese che ha fatto la partita ed il Bari che l’ha aspettata nella sua area mettendo il becco solo occasionalmente in area verde-marrò. Ritmi blandi e manovre lente, a tatti anche prevedibili anche se occorre dare merito all’avversario che ci ha creduto di più e che ci ha messo intensità e ritmo rispondendo pericolosamente alla superiorità tecnica barese.

Nessuna sorpresa, però, il campionato di serie D è questo, mediocre e sono proprio queste le gare che scandiscono la normalità. E’ decisamente difficile giocare a calcio prima ancora che farlo con qualità e con un gioco armonico al cospetto di terreni di gioco ai limiti dell’irregolarità, su quelli sintetici dove il Bari non è abituato a giocare, e ad esprimere il proprio tasso di qualità con avversari che, puntualmente, la mettono in provocazione o in caciara come oggi. In questi casi occorre mettere in campo un’anima diversa dalla solita ed indossare l’abito circostanziale, con una buona dose di pazienza cercando gli stimoli in ogni centimetro quadrato di terreno di gioco.

Infine segnaliamo uno spiacevole inconveniente che la dice lunga sulla serie D. A fine gara gli addetti alla porta d’ingresso nella sala stampa non ci hanno fatto entrare vietandoci di lavorare (infatti stiamo scrivendo seduti in auto!). Non era questa la proverbiale ospitalità dei siciliani che conoscevamo. All’andata la Sancataldese fu accolta con educazione e civiltà. Qui no. Qui ci hanno mandato via. Evviva San Cataldo, cittadina laboriosa, evviva i suoi splendidi tifosi, sempre civili, ed evviva la Sicilia, terra meravigliosa. Non esprimiamo gli stessi concetti verso la società nissena.

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