A quanto apprende l’Adnkronos, lo spettacolo ‘C’è Grillo’, in onda ieri sera su Rai2, costerebbe alla Rai oltre 30mila euro. Si tratta dei diritti che viale Mazzini dovrebbe corrispondere alla ‘Marangoni spettacoli’, ovvero all’agente storico di Beppe Grillo, per l’uso di vecchi filmati del comico genovese.
Nei giorni scorsi c’è stata polemica politica per la decisione della seconda rete Rai di dedicare una puntata a colui che, oltre al passato e al presente da showman, veste anche i panni di fondatore del M5S. Tanto che, viene spiegato, i vertici Rai stanno ragionando in queste ore sull’opportunità del compenso per i diritti, considerato che Grillo è il ‘padre’ del partito di maggioranza del governo giallo verde.
A quanto risulta all’Adnkronos, il contratto non è stato ancora firmato, ma di fatto sarebbe, nero su bianco, sulla scrivania dell’ad Rai Fabrizio Salini. Per evitare nuove polemiche, ma anche per questioni di opportunità politica, l’unica strada sembrerebbe quella di modificare il contratto con una cessione gratuita dei diritti da parte dell’agente di Grillo.
Viale Mazzini, dopo le polemiche sulla trasmissione, in una nota spiega che “per il format di Rai2 ‘C’è’, così come per tutti i programmi simili, la Rai – al pari degli altri soggetti del sistema televisivo – versa il dovuto per la cessione in licenza dei diritti di diffusione televisiva. Tale corrispettivo – chiarisce -viene destinato alla società titolare dei diritti dell’artista”.
Il Pd va all’attacco. “Sono cose da Repubblica delle banane. Ricordo a Grillo che 30 mila euro è lo stipendio annuo lordo di un impiegato comunale. Lui lo prende in una botta sola perché è un capo politico. Tria deve spiegare”, tuona il deputato e membro della Direzione nazionale del Partito Democratico, Roberto Morassut. Mentre il capogruppo Pd in commissione Vigilanza, Davide Faraone, annuncia: ‘Presenterò domani un’interrogazione in commissione di Vigilanza Rai e chiederò di poter fare un accesso agli atti per verificare”. “Pensare – sottolinea – che i soldi del servizio pubblico siano utilizzati per pagare quello che ormai è a tutti gli effetti un leader politico mi sembra folle”.
Si muove anche il Codacons. Se la Rai pagherà 30mila euro a Beppe Grillo per la messa in onda in prima serata di suoi vecchi sketch, “sarà inevitabile un esposto” alla Corte dei Conti per “danno erariale”. “Invitiamo Carlo Freccero, persona intelligente a cui riconosciamo indubbie qualità a tornare sui suoi passi anche per evitare una situazione di possibile conflitto di interessi – spiega il presidente Carlo Rienzi – Il direttore di rete, infatti, risulterebbe in quota M5S e, in quanto pubblico ufficiale, dovrebbe astenersi da qualsiasi provvedimento teso a favorire anche sotto il profilo economico esponenti del partito che ne ha determinato la nomina”.