Venezuela, dopo Mattarella che fa Conte?

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di Emanuele Macaluso

L’Italia non ha un governo ma due poteri, uno leghista  con Salvini vicepresidente, l’altro Cinquestelle con Di Maio vicepresidente. Il finto governo con il finto vicepresidente del Consiglio di fatto lottizzato, dunque non esiste. A ciascuno il suo lotto. L’accordo tra i due vice c’è stato sino a quando si è trattato di dividere la torta: miliardi per il cosiddetto reddito di cittadinanza a Di Maio, miliardi per le pensioni “100” a Salvini. Dopo la spartizione, la paralisi.

La data delle elezioni europee si avvicina (il 26 maggio) e la lottizzazione appare sempre più netta. Di Maio sbraita: “Sino a quando sarò al governo la Tav non si farà”. Salvini va il Val di Susa, cambia la felpa, parla ai tecnici e alle imprese e dice “si va avanti, la Tav si fa”. Ma la Tav in quale lotto è? Certo, c’è un guardiano, sbadato e spernacchiato, che però è ministro del “lotto Di Maio”, il Toninelli. Il quale ha messo su una commissione sui costi e benefici, premettendo che si deve dire di no alla Tav. E sino alle elezioni europee il tira e molla tra i due vice continuerà. I due “lotti” si ricattano anche per il processo al ministro dell’Interno chiesto dai giudici del tribunale di Catania per il “caso Diciotti”. Il “lotto Di Maio” voterà no o sì per l’autorizzazione? Di Maio, che teme la crisi più del terremoto mentre dorme, in un primo momento aveva detto di no. Ora le cose sembra che siano cambiate e sono intervenuti altri personaggi del “lotto” e non solo il battitore libero Di Battista ma anche il presidente della Camera Fico, a favore del sì. Di Maio però tace.

Tra tante cose, anche la politica estera è lottizzata. Il finto ministro degli esteri, Moavero Milanesi, su temi essenziali è stato zittito da Di Maio e Salvini. I grillini sono con Maduro il qual ha anche ringraziato pubblicamente il sostegno ricevuto da Roma; Salvini aveva detto no a Maduro ma poi ha taciuto. Il finto presidente del Consiglio, che è semplicemente una pedina del “lotto Di Maio” si barcamena e così mette il nostro Paese praticamente fuori dall’Europa. Le altre nazioni hanno riconosciuto il presidente provvisorio Guaidò.

Su questa questione è in discussione il ruolo storico dell’Italia, in Europa e nel mondo. E quindi anche il ruolo che in questo campo ha il presidente della Repubblica. Il quale ha pronunciato parole forti. Ieri Mattarella ha detto: Tra Venezuela e Italia il legame è strettissimo, questa condizione ci richiede senso di responsabilità e linea condivisa con i partner europei. E nella scelta non vi può essere né incertezza né esitazione: la scelta tra la volontà popolare e richiesta di autentica democrazia da un lato e dall’altro la violenza della forza”E adesso cosa farà il finto presidente del Consiglio?

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