In rivolta a Roma contro il lassismo del governo

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In rivolta a Roma pastori, olivicoltori, navigator e  imprenditori contro il lassismo del governo 

I precari dell’Anpal e i gilet arancioni manifestano in piazza a Roma contestando le politiche di governo inadeguate alla risoluzione delle loro istanze

di Monica Montanaro

E’ in atto a livello sociale, in difesa delle proprie istanze lavorative e professionali, un sommovimento generalizzato da parte di categorie di lavoratori indignati per l’inconsistenza e l’inadeguatezza delle politiche attuate dall’attuale governo giallo-verde per fronteggiare la fase contingente di crisi lavorativa attraversata sia dai pastori sardi, sia dagli olivicoltori pugliesi, sia dagli addetti dell’Anpal che da varie classi di imprenditori in difficoltà nella gestione della proprio impresa.

Ieri a Roma si è riunito il personale precario dipendente dell’Anpal Servizi, l’ente incaricato di gestire le politiche del lavoro di cui ne usufruiranno i beneficiari della nuova misura di governo denominata reddito di cittadinanza, per contestare la norma del provvedimento del Mise estrapolata dal decreto in tema di rdc emesso per fronteggiare e risolvere la piaga della povertà e della disoccupazione, ovvero l’assunzione di seimila “navigator” tramite un contratto di collaborazione. La preoccupazione dei dipendenti dell’Anpal Servizi, un’agenzia pubblica distaccata di Anpal, inerisce al fatto che si assuma il precariato come forma contrattuale di base dell’ente pubblico in cui operano, andando ad aggravare una situazione preesistente già alquanto compromessa, tale mossa del governo, ed in particolare del ministro del Lavoro Di Maio, è confutabile dai dipendenti Anpal poiché aumenta il grado di precarietà diffusa, tale azione è paradossale considerando che lo stesso ministro Di Maio voleva combattere ed annientare il precariato nel mondo del lavoro, e che tali “navigator” precari saranno deputati ad aiutare altri poveri e disoccupati in situazione altrettanto precaria lavorativa a reperire un posto di lavoro valido.

La delegazione dei lavoratori dell’Anpal non è stata ricevuta del ministro del lavoro rimanendo altresì delusa, hanno solamente  avuto un breve incontro con il portavoce del sottosegretario Claudio Cominardi, Andrea Mihaiu, ma le sue dichiarazioni non hanno placato l’indignazione dei lavoratori, i quali decidono in conseguenza di ciò a continuare a manifestare e scioperare pubblicamente proprio nel momento delicato di attuazione del decreto e di esordio del reddito di cittadinanza creando intoppi.

L’altra categoria esasperata delle regole di mercato rigide del proprio settore e dalle azioni del governo insufficienti sono i pastori sardi scontenti per il crollo del prezzo del latte di pecora.

Ieri è stato organizzato un tavolo al ministero dell’Interno con il ministro Matteo Salvini che incontrerà  i rappresentanti dei lavoratori del settore insoddisfatti, l’incontro è scaturito dopo che lo stesso ministro aveva promesso loro una soluzione tempestiva per risolvere le problematiche contingenti della categoria. Ma in Sardegna la rivolta generale prosegue irrimediabilmente sino a quando non verrà attuata la giusta misura del governo adeguata a dirimere tale questione controversa.

Inoltre alle ore 10 in piazza Santi Apostoli a Roma vi è stato l’assembramento dei gilet arancioni appartenenti al mondo agricolo e specificamente a quello degli olivicoltori, un appuntamento a cui hanno partecipato circa cinquemila imprenditori del comparto agricolo delusi da politiche di governo statiche e determinati a manifestare in modo animoso per stimolare il governo ad assumere repentinamente delle decisioni ed adottare dei provvedimenti che diano risoluzione alle gravi problematiche che lacerano il settore, dalle gelate alla Xylella, alle frodi.

Al ministero dei Trasporti è stato indetto un tavolo tecnico per discutere sul decreto che ha modificato la disciplina che regolamenta i servizi di noleggio con conducente, definiti con l’acronimo comune di Ncc. Nonostante l’approvazione del decreto la categoria è insoddisfatta per la sua attuazione ed applicazione in concreto, per questo decide di reagire già in occasione del prossimo appuntamento politico consistente nella Conferenza Stato-Regioni fissato in data 28 febbraio, e minacciando di espandersi all’estero e di operare in modo arbitrario sul territorio nazionale.

Una sfilza di imprenditori appartenenti a settori eterogenei hanno manifestato la propria insoddisfazione e rabbia in diverse occasioni pubbliche, come il dirigente della Rossetti, l’imprenditore Ermanno Bellettini, preoccupato per le sorti della propria impresa che rischierebbe una grossa debacle perdendo importanti commesse in caso di sospensione delle trivellazioni in corso nel mare Adriatico, il quale ha partecipato in segno di contestazione alla riunione tenutasi a Roma qualche giorno fa a cui presenziarono i segretari delle sigle dei sindacati nazionali.

Oppure i moniti lanciati dagli industriali riguardo il progetto della Tav, i quali riferiscono allarmati le ricadute nefaste in caso di interruzione dei lavori dell’opera pubblica di grossa entità e di rilievo internazionale, i cui esiti si riverberebbero sulla platea dei lavoratori, in quanto da un calcolo effettuato si è evinto che andrebbero persi 50mila posti di lavoro assicurato.

Un primo riscontro positivo è emerso in seguito all’incontro svoltosi al Viminale in cui il ministro Salvini ha ascoltato le voci dei rappresentanti dei lavoratori sardi operanti nel settore della pastorizia, lo stesso ministro dopo 5 ore di confronto tra le parti che ha dato impulso alla trattativa in corso, ha annunciato lieto: “Sono felice di aver passato la giornata di San Valentino in mezzo ai lavoratori e ai produttori. Le parti si sono avvicinate, il governo ha già messo a disposizione soldi e la possibilità di approvare un decreto urgente, contiamo che entro poco tempo la produzione riprenda e strade, stalle e aziende ritrovino la serenità”.

Il governo deve fronteggiare più sfide contemporaneamente, il dilemma da appurare se sarà all’altezza di superare le arduità dei compiti a cui è chiamato a rispondere, è in gioco la vita lavorativa di migliaia di persone e la sorte delle rispettive famiglie.

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