Il Bari tornava a Messina dove questo maledetto torneo è iniziato. Ed anche stavolta il Bari ha espugnato il capoluogo peloritano, non al “Franco Scoglio” ma al “Marullo”, un campetto di periferia. Stavolta Contro il Città di Messina, seconda squadra cittadina messinese, con il nuovo allenatore appena subentrato. Si doveva iniziare dal secondo tempo contro l’Acireale anche perché, a detta di Cornacchini, la condizione fisico mentale era buona e, di tanto, non era minimamente preoccupato. Lui, piuttosto, parmedeicamente era – ed è – preoccupato solo del suo Bari e non di altri potenziali concorrenti alla promozione, a lui basta ed avanza pensare in casa propria, nella vivida speranza di chiudere la pratica promozione al più presto. E dopo la gara contro gli acesi, occorreva una nuova accelerata in vista della sosta di domenica prossima così da poter tirare già una mezza linea per fare i primi calcoli in vista dello sprint finale. Era lecito attendersi un cambiamento di atteggiamento e a, a causa della mancanza dello squalificato Brienza, anche di modulo tattico. E sull’ennesimo terreno sintetico, dalle dimensioni ridottissime, con una sola mini tribunetta adiacente come unico spalto, nel sesto viaggio in Sicilia stavolta senza tifosi baresi, terra quasi sempre di conquista fino adesso, il Bari ha vinto con la solita regola del “tre” ma stavolta con un gol (su rigore) sul groppone.
Il mood iniziale, stavolta, era di quelli soddisfacenti, finalmente, dopo tanti primi tempi ai limiti della superficialità. Cornacchini poco nichilista ha accelerato il processo di cambiamento del solito schema tradizionale per affermarne il nuovo ridisegnando il modulo col 4-3-3 e, dunque, il centrocampo e l’attacco complice la scialba prestazione del primo tempo contro l’Acireale, cercando un’alternativa all’assenza di Brienza, giocatore fondamentale per l’economia del gioco e soprattutto del tradizionale 4-3-1-2 dove il fantasista ischitano è perno insindacabile.
Marfella, dunque, in porta, Bianchi, Cacioli (preferito a Mattera), Di Cesare e Quagliata in difesa, Piovanello, Hamlili e Bolzoni il terzetto di centrocampo, Neglia, Simeri e Floriano il tridente d’attacco.
Il Città di Messina di Franco Viola ha risposto con Landi in porta, Silvestri, Berra, Bombara e Fragapane in difesa, Ferraù, Calcagno e Nicosia a centrocampo, Fofana, Galesio e Bonamonti in attacco.
Finalmente buon primo tempo del Bari dopo i primi dieci minuti di gioco nei quali ha un po’ sofferto il Città di Messina che si è procurato anche un palo con Bombara, ma dopo solo Bari che ha risposto bene prendendo due pali e procurandosi diverse occasioni gol. Ma andiamo con ordine.
Primo tentativo di inserimento di Neglia servito da Floriano che tocca la palla di prima mandandola di un soffio fuori, poi ancora un lancio lungo di Piovanello per Neglia che per un soffio non fa gol. E’ un Bari che si affida ai lanci dalle retrovie per le ali, tipologia di gioco che sembra essere il filo conduttore del gioco. Al 17’ si salva ancora il Città di Messina con un tiro di Piovanello da dentro l’area sparato sul portiere, e sulla ribattuta Hamlili prende l’incrocio dei pali. Incredibile doppia occasione per il Bari. Poi al 20’ su corner di Floriano ancora il Bari vicinissimo al gol con Di Cesare che stacca benissimo di testa, ma il pallone si perde al lato di un soffio. E al 28’, finalmente, il Bari raccoglie quanto seminato: va in vantaggio con Floriano che riceve un pallone da Simeri, si accentra, mira Silvestri e batte Landi. Uno a zero per i biancorossi. Il Bari capitalizza la fase del primo tempo nel quale è cresciuto tanto dopo i primi dieci minuti di affanno.
Ennesima occasione del Bari con Neglia che apre il compasso entro l’area e colpisce il secondo palo a Landi battuto. 44’ Simeri si procura ben tre occasioni insieme, prima con un destro potentissimo che Landi para con difficoltà, poi con un doppio tentativo da distanza ravvicinata dal quale ne ricava solo un corner.
Il secondo tempo inizia con Simeri che serve Neglia con un assist di petto, il quale da posizione defilata tira ma Landi para l’ennesimo pallone. Decisamente la sua giornata, oggi e se non fosse stato per lui, il risultato sarebbe stato più rotondo per il Bari.
E con un’autorete di Fragapane, nel tentativo di allontanare un cross di Simeri al 4’, c’è il raddoppio del Bari. Nel momento di maggiore spinta dei peloritani che hanno abbozzato ad una reazione, al 57’ uno-due tra Simeri e Neglia che infila in rete siglando il terzo gol. Molto bello in contropiede dopo un recupero di palla dalla difesa da parte di Neglia che ha corso per mezzo campo prima di dialogare con Simeri.
Ci prova ancora Floriano dalla distanza ma il tiro è centrale e i pugni di Landi dicono di no.
Psicologicamente il Città di Messina mostra qualche crepa concedendo il fianco al Bari che cerca di imbastire qualche azione pericolosa, ma son sempre i peloritani a gestire il pallone mentre il Bari pensa a gestire il vantaggio.
Al 70’ l’arbitro concede un rigore ai messinesi per un fallo di Cacioli su un giocatore messinese: Galesio realizza il gol accorciando le distanze, gol con cui i siciliani provano a dare un senso alla gara.
Entra Iadaresta per Floriano e il modulo cambia ancora con il 4-4-2. Il Città ci crede ancora ma, di fatto, al di là di un tiro di Lorefice dalla distanza deviato con qualche affanno da Marfella, non crea alcun grattacapo al Bari. Sul finire cambio con Nannini per Piovanello e la gara termina qui.
Il Bari ha fatto una gara di concretezza, di sostanza, ripartendo dal secondo tempo contro l’Acireale, una sagacia tattica ottima di Cornacchini, tattica vincente perché si è arrivati più volte in area di rigore. Una partita rapida a causa delle dimensioni del terreno sintetico dove il Bari ha messo in campo quella mentalità che i tifosi (oggi i assenti) vorrebbero vedere sempre. Certo, quel rigore ha leggermente complicato l’andamento ma, tutto sommato, la difesa ha gestito alla meglio la faccenda. Buona la gara di Bolzoni e di Hamlili che hanno sempre dettato i tempi della gara. Ma anche attacco e difesa hanno risposto molto bene.
A prescindere dal risultato del dieci marzo tra Acireale e Turris, occorrerà gestire il vantaggio di nove punti (il minimo: forse dodici o undici, chissà), un vero e proprio patrimonio da amministrare con acume, sì da evitare ansie e preoccupazioni lasciando per sempre al vento i soliti “primi tempi” irritanti affondando sull’acceleratore sin dal primo minuto, come oggi, perché la batteria di uomini capace di svolgere tale compito c’è ed è di qualità.
Cornacchini a fine gara: “Si può essere soddisfatti, un risultato che poteva essere più ampio, abbiamo avuto molte occasioni, dobbiamo essere più bravi a concretizzare perché le gare sono indecifrabili. C’è il rammarico di non aver fatto più gol. Io di fame ne ho tanta, mancano otto gare, si sta accorciando il torneo, oggi dovevamo vincere assolutamente dopo aver gettato via due punti contro l’Acireale, ci siamo riusciti bene creando gioco e occasioni da gol. Qualche errore (il fallo di Cacioli che ha procurato il rigore, ndr), qualche parata del portiere, ma la gara è andata bene. Anche il campo stretto ha inciso ma i ragazzi hanno giocato bene non preoccupandosi delle dimensioni del terreno”.
Massimo Longo