Vescovo esige lo ius soli, ma in vaticano non esiste

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 I vescovi, totalmente inconsapevoli dell’ormai propria evidente irrilevanza, esigono l’approvazione dello ius soli.

L’ultimo ad intervenire è monsignor Vincenzo Paglia, vicino all’attuale papa e presidente, tra le altre cariche ricoperte, della Pontificia Accademia per la Vita. Invece di interessarsi di bioetica, mette bocca nella democrazia italiana.

Per mons. Paglia, del resto, il trait d’union del pontificato dell’argentino è rappresentato dall’accoglienza dei migranti. C’è poco da stupirsi, insomma, se l’ecclesiastico parla in termini di obblighi morali. Perché se l’esecutivo procedesse ad approvare l’iter dello ius soli, allora volerebbe “più alto” e farebbe – dice il presule – una sorta di favore al clima sociale del Belpaese. Del resto questa del monsignore non è una fuga in avanti: lo stesso Jorge Mario Bergoglio si è detto della stessa opinione. A favore dello ius soli sono tutti quei consacrati progressisti che ritengono l’attuale situazione superata. Viene citato persino il modello degli Stati Uniti, che è una realtà particolarmente critica, a dire il vero, nei confronti dell’operato del Santo Padre. Ma poco importa: lo ius soli viene ormai elevato a una sorta di priorità dottrinale.

A proposito di Ius Soli e cittadinanza. E a proposito alle sconsiderate prediche dei vescovi e del loro boss, è interessante scoprire quale legge si applichi in Vaticano in faccende di cittadinanza.

La cittadinanza vaticana è regolata art. 4 della legge sulle fonti vaticane del 2009 e dai Patti Lateranensi del 1929. Non si ottiene quindi la cittadinanza vaticana per ius soli. Mica sono scemi, loro. Come con la questione dei ‘ponti e non i muri’, lo predicano a noi comuni mortali, mica lo mettono in pratica per loro: io so io, pensa Bergoglio, e voi nun siete un cazzo.

In particolare, a parte ovviamente i cardinali che non si riproducono, o almeno non dovrebbero, per i cittadini vaticani si applica uno Ius Sanguinis tra i più restrittivi del mondo, anche se loro lo chiamano in modo diverso.

Sono cittadini vaticani, infatti, il coniuge e i figli di un cittadino vaticano, ma solo nel caso siano conviventi.
Gli ascendenti e i fratelli di un cittadino vaticano, ma solo se sono conviventi.

Al 31 dicembre 2011 le persone in possesso della cittadinanza vaticana erano solo 594. Un club esclusivo. Molto esclusivo.

 Non solo. I coniugi perdono la cittadinanza se il matrimonio viene annullato o dispensato, se viene pronunciata la separazione o se i figli o i fratelli di un cittadino vaticano al compimento del venticinquesimo anno d’età siano inabili al lavoro e debbano dipendere dal cittadino vaticano.Solo il pontefice, che è un dittatore, può concedere per altri motivi e ridare la cittadinanza vaticana. La Città del Vaticano non riconosce diritti politici per i suoi cittadini dato che è una monarchia assoluta a carattere vitalizio.

Forse è tempo di completare la liberazione di Roma, al suono di:

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