Monica Guerritore racconta Giovanna D’Arco

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Si concludono al teatro Vascello di Roma le repliche  di “Giovanna D’Arco” andata in scena per la prima volta  con grande successo  per tre stagioni tra il 2004/2008 e ripresa nella stagione 2018/19

La forza di Giovanna d’Arco non ha epoca, non nasce e non finisce, rappresenta una qualità dell’essere umano, un potere insito nell’uomo, il potere dello spirito che si alimenta nell’Anima e diventa Azione per mezzo del corpo.

Monica Guerritore, dieci anni dopo la creazione dello spettacolo, vuole ribadirlo – non metto ‘in scena’ Giovanna D’arco, non ci sono scenografie, non ho il saio, non ricostruisco l’epoca in cui è vissuta, non c’è pretesa di verità storica. Io metto in scena le qualità dell’essere, il coraggio dato dal convincimento della propria vocazione, che poi è quella voce interiore che dice “… da questa parte… di qua”. È la direzione in cui si decide di proseguire. È una vocazione che può cambiare il mondo – e il pubblico di via Giacinto Carini è tutto con lei. 
Disse Papa Wojtyla – se sarete quello che dovete essere metterete fuoco al mondo – non intendendo violenza ma fuoco come energia, vita a servizio della propria Fede. Dio è in ogni cosa e ispira ogni azione. La percezione di Dio in noi, l’accorgersi della sua presenza è connaturato in ogni essere umano. E’ la sua rivelazione, la sua affermazione nella nostra vita di tutti i giorni che ha bisogno del coraggio.
Coraggio di opporsi al potere, all’ingiustizia, ai soprusi, alle mistificazioni, alla banalizzazione della vita umana. Coraggio di porsi all’ascolto invece di quello che c’è, che permea e penetra ogni spazio dentro di noi, ma non si vede, non si tocca non si monetizza. La tristezza della nostra epoca non è nella mancanza di Dio, ma dalla mancanza della Forza di rivelare Dio. Giovanna l’ha avuta e ha detto: Dio è in me, mi parla ed io lo ascolto. L’hanno fatta morire ma ha dato vita a noi e alla consapevolezza del divino che è in noi. Dopo di lei tutto è cambiato. Lentamente ma è cambiato.

La storia della pulzella d’ Orléans diventa così una “risonanza emotiva”, una vocazione non solo mistica. Il testo è costruito  in maniera  assolutamente originale   con estratti da  ‘gli Atti del processo’, i versi di Maria Luisa Spaziani, il contesto storico di Franco Cardini, brani di Nietzsche e Brecht, Plotino, Umberto Galimberti, Buddha, Clarissa Pinkola Estes, Norman O. Brown e ritratti alternativi di Giovanna reincarnati in figure che ne evocano la forza : su tutti  Giordano Bruno e il  suo De Immenso 
La colonna sonora comprende Craig Armstrong, i Queen , i Carmina Burana, Barber, la Petite Messe Solemnelle.
I video che accompagnano tutta la rappresentazione sono a cura di Enrico Zaccheo.
Lo spettacolo è prodotto dalla Compagnia Umberto Orsini.

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