Libia: Salvini, ‘terroristi pronti a partire’ ’

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Conte, ‘nessun pericolo imminente

“E’ vero che nelle prigioni libiche ci sono centinaia di terroristi che sono stati catturati di ritorno dall’Isis. Stiamo lavorando perche’ la Libia non salti e spero che tutti stiano facendo lo stesso. Spero che anche il governo francese ci dia una mano a buttare acqua sul fuoco, e non benzina della Total per interessi economici”. Cosi’ il ministro dell’Interno e leader della Lega Matteo Salvini a proposito della situazione libica nel corso della registrazione della puntata di Porta a Porta. “E’ chiaro – ha sottolineato il ministro – che ci sono dei potenziali terroristi, anzi dei sicuri terroristi, pronti a partire in direzione dell’Italia, quindi a maggior ragione chi dice ‘porti aperti’ in un momento come questo fa il male dell’Italia e dell’Europa”.

” Gli ultimi sviluppi in Libia continuano ad essere motivo di forte preoccupazione. Gli scontri hanno spinto 18 mila persone a lasciare le proprie abitazioni, e la stima delle vittime non può essere affidabile per il difficile reperimento delle informazioni. Anche l’Onu conferma che la situazione potrebbe aggravarsi”, ha detto il premier Conte, che tuttavia esclude un imminente flusso migratorio. “Ad oggi – dice – non emerge un quadro di imminente pericolo per i flussi di immigrazione, al netto delle cifre circolate anche a scopo propagandistico. C’è un rischio di recrudescenza del fenomeno terroristico, teniamo alta l’attenzione anche attraverso i servizi di intelligence”.

Nessuna minaccia imminente anche per il portavoce del premier libico Al Serraji: ” L’Italia è il più importante partner del governo libico nella battaglia diplomatica per far riconoscere all’Onu e alla comunità internazionale i crimini di guerra di Khalifa Haftar, mettere fine alle ostilità e all’invasione ordinata dal maresciallo, che ha pugnalato alle spalle Tripoli e le Nazioni Unite -dice Mohanned Younis – Il numero di 800.000 profughi è solo una stima di quello che potrebbe accadere con il proseguimento della guerra. Non c’è una minaccia imminente, controlliamo saldamente le frontiere, ma se la guerra continua si potrebbe scatenare il caos e arrivare anche a quelle cifre di persone in fuga verso l’Europa”.

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