Il bullismo tra i banchi scolastici, un problema di pericolosa illegalita’ sottovalutata . Adolescenti e genitori bulli per una scuola di disvalori
parte prima
Vincenzo Servodio
Il Bullismo tra i banchi di scuola nella cronaca dei quotidiani:
UDINE: Dodicenne tenta il suicidio per bullismo.
VICENZA : In una Scuola secondaria di secondo grado un quindicenne, quindi di prima superiore, minaccia ripetutamente il docente in cattedra, lo costringe ad alzarsi e ad andare in una angolo. Inutile la difesa del Professore, costretto a scappare dalla classe. E la classe? Spettatori- sostenitori.
LUCCA: Un alunno di un Istituto tecnico commerciale bullizza un anziano professore, impotente davanti a tanta violenza, gli altri allievi ridono per l’accaduto e lo riprendono. E poi lo mettono in rete, come un trofeo da mostrare. Anche qui una classe-sostenitore. In altro video, per altro trasmesso dalle reti nazionali televisive, si vede un ragazzo che indossa un casco e si avvicina allo stesso docente per poi colpirlo con una testata tra spalleggiamenti ed ovazioni della classe.
ALESSANDRIA: una professoressa è stata legata dai suoi alunni e presa a calci in classe durante l’orario di lezione. I bulli hanno anche ripreso la scena condividendo le loro “gesta” sui social.
LECCE: Gli toglievano la maglia e la usavano come ‘cancellino’ della lavagna. Non solo aggressioni, sul suo corpo c’erano segni che lui ha sempre cercato di minimizzare
MIRANDOLA (Modena): In un video fatto circolare sui network si scopre che all’interno di una classe prima superiore si vede uno studente che dall’ultimo banco in fondo alla classe tira due cestini dei rifiuti durante la lezione: uno contro un compagno e l’altro contro la professoressa in quel momento seduta dietro alla cattedra. Ad immortalare la scena un terzo studente-aiutante , col cellulare.
VELLETRI: alle porte di Roma. “Te faccio scioglie in mezzo all’acido, te mando all’ospedale professorè”, avrebbe detto uno studente di un Istituto Tecnico all’insegnante, riprendendo tutto col telefonino e condividendo sui social.
LECCE: Durante l’intervallo il bullo più alto e possente della classe si è avvicinato al suo solito bersaglio. La vittima sa cosa gli aspetta e naturalmente la paura lo assale. In men che non si dica il ragazzone lo afferra per il collo e comincia a sbatterlo sul pavimento diverse volte, come fosse una molla.
PARMA: Per mesi è stata insultata, umiliata e isolata dai compagni di scuola che la individuavano come diversa da loro e nessuno tra docenti e dirigenti scolastici sarebbe mai intervenuto per mettere fine ai soprusi. È l’ennesima brutta storia di bullismo a scuola che vede questa volta come vittima una ragazzina di soli 11 anni con autismo.
Non meno distruttivi i genitori-bulli di cui si è occupato anche il Presidente della Repubblica in occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico. Dalla cronaca:
MILANO, mamma picchia maestra davanti agli alunni, shock in una scuola elementare di periferia. GENOVA – Una mamma ha aggredito un professore perché, a suo dire, avrebbe sottovalutato un’aggressione subita dal figlio durante la ricreazione da parte di alcuni compagni di scuola. La donna ha aspettato il docente davanti all’istituto e l’ha colpito con alcuni schiaffi.
NAPOLI , una mamma ha mandato ieri in ospedale la maestra del figlio, provocandole un trauma cranico e lasciandola quasi priva di conoscenza, perché avrebbe trattato male il bambino in classe.
VIAREGGIO, una donna ha aggredito prima verbalmente poi fisicamente una professoressa, colpevole di aver dato un 4 in pagella alla figlia
In Italia un ragazzino su due è vittima di episodi di bullismo. Ma nelle nostre scuole c’è un’altra piaga tutta italiana: quella dei genitori-bulli. «Non possiamo ignorare che qualcosa si è inceppato», ha dichiarato il Presidente Repubblica Sergio Mattarella in occasione della inaugurazione dell’anno scolastico . Un grave malessere che serpeggia tra i banchi scolastici che palesano un punto di non ritorno per il ripristino della legalità e del rispetto delle istituzioni e della persona. “Il genitore-bullo unitamente all’alunno–bullo rappresentano una autentica mina distruttiva per il benessere del clima scolastico e dei valori che intende consolidare.
“Tanti anni addietro, all’inizio della mia carriera”, ha dichiarato un docente che ha preferito l’anonimato (?), ”nei colloqui conseguenti ad un brutto voto o atteggiamenti irrispettosi i genitori invitavano i propri figli con fermezza ad una maggiore diligenza e correttezza a scuola; oggi insultano i docenti , minacciano in coro i genitori con figli e parenti tutti non solo per un brutto voto o un rimprovero pedagogico ma anche per non aver messo 10 o addirittura la lode. In questo clima di permanente intimidazione”, ha proseguito il non più giovane docente”, siamo lasciati soli a difenderci fisicamente e a proprie spese se ci si dovesse rivolgere ad un legale, quasi fosse un fatto personale e non istituzionale quale pubblico ufficiale. Del tutto assente la figura dirigenziale nel segnalare istituzionalmente siffatte violenze alla Magistratura”.
Il microcosmo “Scuola” sembra caratterizzarsi sempre di più di “disvalori”; senza voler disconoscere, tuttavia, quelle realtà in cui i Valori positivi sono sostenuti e presenti non come fatto eccezionale bensì come patrimonio curricolare.
Dal Nord al Sud del Bel Paese la Scuola sembra un percorso di guerra, pervasa da violenza e incapacità di gestire siffatte tensioni da parte delle Istituzioni scolastiche. E’ un fenomeno globale che allarma le famiglie italiane allorquando lasciano il proprio figlio minore sulla soglia dell’edificio scolastico. Negli Stati Uniti Trump, per arginare detto fenomeno e tutelare l’incolumità dei docenti , avrebbe ipotizzato la possibilità estrema: armare i docenti. Una provocazione per tranquillizzare una classe di lavoratori fortemente preoccupata per la propria incolumità fisica e per i tantissimi genitori? Forse!
Che cos’è il bullismo? Perché cresce spaventosamente in ambienti cosiddetti ‘protetti’, quali le aule scolastiche? Quale il ruolo dei vari attori scolastici ? Una normativa sui diritti e doveri insufficiente? Una classe docente isolata dall’opinione pubblica, da una politica estremamente demagogica e quindi ‘prigioniera dell’arroganza e delle intimidazioni dei violenti?
Sono tutte domande a cui esperti , famiglie, pedagogisti, giuristi cercano di dare delle risposte, spesso a seconda dalla propria visione ideologica, non senza un senso di apprensione da parte di molti.
Che cos’è il bullismo?
Il termine italiano “bullismo” è la traduzione letterale della parola inglese “ bullying”, temine comunemente usato nella letteratura internazionale per indicare il fenomeno delle prepotenze ripetute tra pari.
Dall’opera “V. Servedio, Il bullismo nella società della complessità”, Ed. Levante, Bari 2009, si evince che si ha una relazione di siffatta fattispecie se:
- si hanno prepotenze intenzionali di tipo verbale, psicologico, fisco o elettronico;
- dette prepotenze non sono occasionali bensì reiterate ne tempo e riguardano sempre tra gli stessi soggetti;
- tra i protagonisti esiste uno squilibrio di forze tali per cui chi è oggetto di prevaricazione è più debole e non è in grado di difendersi da solo.
Strano da credersi, tuttavia dalla citata opera sul bullismo (op. cit. p.69) apprendiamo che la maggior parte degli atti intimidatori e o di violenza si consumano in classe . Come si è arrivati al punto di quasi “di non ritorno” per la scuola pubblica?
Lo Statuto degli Studenti e delle studentesse ( DPR 249/1998) varato un decennio di anni addietro ,il Patto di corresponsabilità tra scuola e famiglia (DPR 235/2007) , dai contenuti filantropici pregevoli tuttavia incapace di arginare siffatto fenomeno, si sono dimostrati estremamente insufficienti per superare o quantomeno arginare la devianza giovanile tra i banchi di scuola. Certo il compito della scuola è innanzitutto quello di includere; tuttavia non si possono disconoscere i diritti degli altri studenti ad un ambiente di crescita sereno ; il diritto delle famiglie di sentirsi tranquilli dopo aver accompagnato il proprio figlio a scuola; il diritto dei docenti e personale tutto della scuola ad un ambiente di lavoro privo di minacce e di humus di illegalità impunita; in definitiva si reclama il diritto-dovere alla legalità.
Gli strumenti disciplinari a tutt’oggi previsti.
L’art. 412 del R.D. 1297/1928, tutt’ora vigente nonostante sia molto datato, recita: “verso gli alunni che manchino al loro dovere si possono usare, secondo la gravità della mancanza, i seguenti mezzi disciplinari.
- Censura (…)
- Sospensione dalla scuola, da1 a 10 gg;
- Esclusione dagli scrutini
- Espulsione dalla scuola con la perdita dell’anno scolastico.
Una normativa ritenuta di tipo repressiva di fronte ad azioni disgregatrici ripetute con spavalderia e allarmante senso di impunità, tuttavia disapplicata o peggio sconosciuta dagli operatori della scuola.
il Patto di corresponsabilità famiglia- scuola, in cui si esplicano diritti e doveri delle parti, risulta essere più un modello burocratico di belle intenzioni di routine che uno strumento efficace per garantire diritti e doveri al microcosmo scuola.
Tutta la normativa attuale è orientata in senso formativo. Resta il dilemma sul pensiero filosofico e pedagogico di fondo : Il Bullismo è un fenomeno prettamente educativo oppure un subdolo germe capace di insinuarsi, mimetizzarsi come un germe patogeno che aggredisce il nostro sistema immunitario, in grado di destabilizzare l’istituzione scolastica e con essa alimentare il senso di insicurezza che pervade il nostro Paese? La colpa del suo pericoloso radicamento di chi è?
Di certo in presenza a di comportamenti devianti troviamo spesso una inadeguata capacità educativa della famiglia nel proporre modelli comportamentali; di qui il bullo, secondo un pensiero comportamentale accreditato, quale espressione di atteggiamenti di apprendimento e rivalsa (nel primo caso riproporrebbe modelli vissuti nel proprio ambiente familiare, nel secondo caso da vittima per le violenze subite nel proprio contesto ambientale si trasformerebbe in carnefice). Resta tuttavia la necessità inderogabile di superare la sua opera demolitrice della civile convivenza.
Gli insegnanti sembrano demotivati: pur essendo pubblici ufficiali in caso di contenziosi devono pagarsi l’avvocato; minacciati dai genitori sempre più aggressivi che scorazzano spesso indisturbati tra le aule inveendo contro i lavoratori, anche per aver messo un brutto voto ai propri figli; sottoposti spesso a procedimenti disciplinari nientepocodimeno che ‘per non aver saputo mantenere buoni rapporti con genitori ; sottoposti a continui ricatti e minacce dagli studenti-bulli (“lei Professore ha una vecchia 500 targata xxxx? ). E’ ormai consuetudine , ha riferito un docente delle superiori in una zona periferica di Bari che ha preferito mantenere l’anonimato, parcheggiare la propria auto, comprata spesso con il prestito di qualche finanziaria visto lo scarno riconoscimento economico riconosciuto dallo Stato, lontana da scuola, .
Una categoria, quella dei docenti, mortificata da molto tempo nel proprio status professionale ed economico; lasciata sola ad affrontare problematiche sociali complesse; presenza di una politica nazionale “gambero” dove ogni Governo vuole la “sua” riforma; isolati e delegittimati da una miope politica che in tal modo li ha esposti alle spessissime impunite aggressioni conseguenti alla propria attività professionale (in altri contesti ambientali l’isolamento di operatori dello Stato ha portato alle tragiche conseguenze a tutti note).
I docenti vivono con senso di frustrazione e impotenza detto pericoloso disconoscimento sociale per il proprio ruolo.
Il lavoro in classe, poi, è reso difficile da ambienti formativi non accoglienti che non favoriscono lo star ben a scuola; presenza di classi –pollaio; assenza di equipe psico-medico-pedagogico;, assenza del necessario e tempestivo sostegno educativo e materiale alle famiglie in grave stato di disagio ambientali e socio-economico. In definitiva la Scuola chiede una politica scolastica europea che superi quella attuale dettata dalle esigenze di visibilità politica ed egocentriche e di una dissennata ricerca di una propria “ riforma ordinamentale” a costo zero, naturalmente, che sancisca visibilmente le distanze da “quelli di prima”.
Recuperare il valore formativo delle sanzioni per una civile convivenza e per riaffermare il valore “legalità” senza del quale si corre il rischio di cadere nel baratro della tirannia gruppettara e di antiStato democratico.
(parte prima/2)
Vincenzo Servedio
vignetta del Prof. Antonio D’Erasmo