È possibile creare una solida e concreta alleanza tra uomini e donne? Quanto conta uno stile collaborativo in un ménage domestico? Quali sono gli ingredienti per un rapporto di coppia duraturo e di qualità?
A queste e altre domande, che assillano la nostra mente nel tentativo di comprendere l’altro sesso, è in grado di fornirci preziose risposte, appropriati consigli, utili indicazioni il nuovo libro della psicoterapeuta e psicologa Ivana Castoldi.
Il libro in questione si intitola “Le ragioni degli uomini- Ciò che ogni donna deve sapere per fare del partner il suo miglior alleato”, pubblicato dalla prestigiosa e nota casa editrice Feltrinelli, nella collana Urra.
In questo interessante saggio, la Dott.ssa Castoldi, dopo aver maturato una pluriennale esperienza come terapeuta presso il Centro per lo Studio e la Terapia della Famiglia dell’Ospedale Niguarda- Cà Granda, riporta casi paradigmatici sul rapporto uomo- donna fornendo spunti di riflessione e imput creativi per rivoluzionare le proprie dinamiche relazionali con l’altro sesso.
In questa analisi approfondita emerge il punto di vista maschile. Solitamente è una tendenza tipicamente femminile quella di mettere in discussione i comportamenti, gli errori, le abitudini dei loro partner. Ma anche gli uomini hanno tanto da rimproverare alle donne e insegnare. Sono anche gli uomini a voler fare luce sulle problematiche che impediscono spesso di creare una cooperazione nella coppia.
La Dott.ssa Ivana Castoldi, grazie a “Le ragioni degli uomini” (Feltrinelli), ci fornisce un’analisi veritiera dell’universo maschile focalizzando l’attenzione su contraddizioni, dinamiche, esigenze, desideri spesso repressi.
Questo libro consente di prendere coscienza sugli errori che spesso e volentieri si commettono in un rapporto che necessita di dialogo autentico, empatia e problem solving. Di questa nuova pubblicazione e di come stanno mutando le “ragioni” e i comportamenti degli uomini e delle donne nella società odierna, ci parla in questa interessante intervista la psicoterapeuta Ivana Castoldi.
Com’è nata l’idea di scrivere un libro che analizza il rapporto di coppia dal punto di vista maschile?
Nel corso degli ultimi anni, per quanto mi riguarda, è aumentata considerevolmente la richiesta di colloqui e sedute psicoterapiche da parte degli uomini. Ho, dunque, ascoltato voci maschili più numerose e in diretta, anziché filtrate dai resoconti femminili.
Parallelamente, ho avuto modo di constatare che, sul versante femminile, è in atto un processo di involuzione che fa retrocedere le donne rispetto a posizioni faticosamente conquistate nel loro cammino di emancipazione.
Dunque, forse le donne hanno bisogno di estrapolare dall’universo maschile qualche tecnica di autopromozione e di affermazione dei propri bisogni. Per apprendere qualcosa dagli uomini, occorre innanzitutto saperli ascoltare e confrontarsi su un terreno comune, allo scopo di costruire un rapporto davvero paritario.
Uomini e Donne che cooperano insieme per “fare squadra”: utopia o realtà?
È una realtà molto parziale, che tuttavia si sta facendo strada con qualche inciampo e notevoli incertezze. Le coppie che raggiungono l’obiettivo sono ancora una minoranza.
Per imparare a “fare squadra” occorrerebbe, già nel corso dell’età evolutiva, una più attenta educazione dei giovani alla reciprocità, che aiuterebbe i partner a essere più aperti e solidali tra loro.
Nel ménage della vita quotidiana sarebbe indispensabile prestarsi a uno scambio di incombenze e di funzioni con una buona flessibilità, senza eccessivi preconcetti legati a ruoli di genere cristallizzati, com’è tipico di una cultura ancora troppo sessista come la nostra.
Ogni partner dovrebbe imparare a confrontarsi e a identificarsi con l’altro, per conoscere meglio i suoi bisogni e le sue difficoltà, ai fini di raggiungere una migliore intesa nel rapporto di coppia. Inoltre, un avvicendamento di ruoli consentirebbe di ampliare il proprio campo di esperienza, arricchendo in tal modo la propria identità personale.
Secondo lei quando una discussione o litigio diventa costruttivo?
Gestire un conflitto è più facile quando i partner si relazionano abitualmente in un clima di complessiva cooperazione e bassa competitività. Altrimenti, tutto si trasforma in una mera lotta di potere. In tal caso, una soluzione di compromesso è esclusa in partenza: è previsto solo vincere o perdere, come in un gioco a somma zero.
Divergenze e dissenso si affrontano, invece, sforzandosi di rimanere nel merito delle questioni, che restano così circoscritte, e di collaborare alla ricerca di un accordo da trovare in un’ottica di problemi solving; dunque, il più possibile pragmaticamente, venendosi incontro con rispetto e disponibilità reciproci.
Da questo genere di esperienze può nascere una buona sinergia, che cementa l’unità della coppia.
Nel suo libro affronta la tematica sull’incapacità di perdonare, tendenza tipicamente femminile. Da cosa dipende?
La memoria femminile in campo sentimentale ha una straordinaria capienza e perseveranza. Le donne tendono a rimuginare molto sul passato e sui torti subiti dal partner; così facendo, fissano più saldamente i ricordi.
Credo comunque che la difficoltà delle donne a dimenticare e a perdonare abbia radici profonde, che affondano nel terreno dell’affettività. Nel rapporto amoroso sono propense a esporsi più intimamente, ad aspirare a una più intensa condivisione, mettendo a nudo i propri sentimenti, la parte di sé più delicata e segreta. Il partner è la persona che, più di ogni altra, ha accesso alla sfera emotiva femminile; pertanto, i suoi torti e i suoi tradimenti sono quelli più difficili da perdonare.
Cosa potremmo imparare noi donne dai nostri partner?
Noi donne abbiamo spesso desiderato di metterci nei panni degli uomini, per poterci muovere con la stessa libertà d’azione e la stessa “leggerezza” di spirito: senza troppe costrizioni, remore, ansie (timore di sbagliare, di essere giudicate…). L’insicurezza femminile è certamente anche il frutto di tanti condizionamenti culturali e di una mentalità diffusa ancora piuttosto arretrata, mentre gli uomini sono cresciuti avvantaggiati dalla loro condizione di privilegio, sentendosi autorizzati a sfruttare varie opportunità per soddisfare i loro bisogni. È così che hanno imparato a cercare e a concedersi gratificazioni, focalizzati sul loro benessere personale. In genere, sono molto più abili delle donne nel tutelarsi, utilizzando meccanismi di difesa e di compensazione per mantenere più equo il rapporto doveri/piaceri: ricerca di interessi extrafamiliari, spazi personali ricreativi, pratiche sportive in compagnia di amici…
Le donne, di solito oberate da un maggiore carico domestico, hanno oggettivamente più difficoltà a dedicarsi tempo e spazi personali, ma dovrebbero “ispirarsi” un po’ allo stile maschile più disinvolto e autocentrato, che, applicato con misura, consentirebbe anche a loro di ricaricarsi e ripristinare un buon equilibrio psicologico.
E i nostri partner cosa potrebbero apprendere da noi?
Sappiamo che le donne, rispetto agli uomini, sono più portate all’introspezione e al dialogo; nutrono maggiore interesse per la sfera sentimentale/affettiva, riguardo alla quale comunicano più facilmente e volentieri. Non così gli uomini che, appena possono, si sottraggono alle sollecitazioni/pressioni femminili usando molteplici strategie di evitamento.
Tuttavia, una più vivace partecipazione maschile al dialogo e una maggiore apertura all’espansività come “prova” del coinvolgimento amoroso sarebbero indubbiamente obiettivi molto ambiti da parte delle donne.
Inoltre, sempre parlando in generale, le madri, sul versante dell’educazione dei figli, danno diversi punti ai padri, che dovrebbero essere più attivi, affiancando le loro partner con maggiore impegno e costanza. Nel corso degli ultimi anni la figura paterna ha perso, in buona parte, la sua valenza di guida e di autorevolezza. I figli ne risentono visibilmente.
Restando all’ambito familiare, sono ancora troppe le deleghe alle donne: senso del dovere, perseveranza e spirito di sacrificio (da non confondere con un atteggiamento sacrificale autolesionistico…) sono prevalentemente un loro appannaggio. Gli uomini dovrebbero imparare dalle donne anche a spendersi con maggiore impegno sul fronte delle responsabilità comuni.
In un mènage domestico uno “stile collaborativo” da che cosa è caratterizzato?
Purtroppo l’amore non basta a garantire la stabilità e la durata di un rapporto di coppia. Prima di decidere una vita in comune occorrerebbe valutare con attenzione la compatibilità dei soggetti: affinità elettive, mentalità, gusti e interessi condivisi. Uno stile collaborativo nasce proprio da queste premesse; su queste basi può diventare più facilmente attuabile. Altrimenti, si trasforma in una faticosa ricerca di compromessi non sempre raggiungibili.
In ogni caso, per riuscire a collaborare efficacemente nell’ambito del ménage domestico, occorre saper superare la polarizzazione dei ruoli di genere, ancora così diffusa nella nostra cultura. Compiti e funzioni tradizionalmente considerati peculiari di uomini o donne andrebbero rivisti in un’ottica meno pregiudiziale e più paritaria.
Confronto senza la paura del dissenso, disponibilità all’autocritica, dialogo costante e apertura a nuove esperienze di supporto reciproco nella coppia, sono fattori chiave ai fini di uno stile collaborativo nell’interazione con il partner.
Cosa rende “scomode” le donne agli occhi di un uomo?
Spesso, la mancanza di flessibilità (in molti casi: vera e propria intransigenza); l’attitudine ad analizzare e, soprattutto, a interpretare (anche arbitrariamente, facendo un processo alle intenzioni…) i comportamenti e la comunicazione verbale maschili; il “vizio” di ingigantire vicende ed eventi poco significativi, generalizzando e uscendo dal contesto, tanto da trasformare l’oggetto del contendere in una prova inconfutabile dell’inettitudine e dell’ostilità maschili.
Un’ altra fonte frequente di contestazione da parte degli uomini è la propensione femminile a “complicare” loro l’esistenza, assumendo un ruolo colpevolizzante e didascalico riguardo alla tutela della salute, dell’ambiente e alle molteplici nobili cause che propugnano, con pressanti sollecitazioni rivolte ai partner perché modifichino il loro stile di vita piuttosto lassista.
E, last but not least, ovviamente, il tema dell’educazione dei figli è uno dei più caldi: agli uomini viene generalmente richiesto dalle compagne di responsabilizzarsi maggiormente e di presentare ai figli un modello più convincente di impegno e coerenza rispetto ai valori spesso sponsorizzati, ma poco praticati.
Perché il lettore de Il Corriere Nazionale.net dovrebbe leggere il suo libro?
L’informazione online ha certamente contribuito ad ampliare i confini della conoscenza, velocizzando la diffusione delle notizie in vari campi.
Tuttavia, ci sono argomenti che meritano uno spazio di riflessione e approfondimento che la rete non può garantire. Le dinamiche delle relazioni di coppia sono certamente uno di questi: tutti gli individui, sia pure in misura diversa a seconda dei casi, sono coinvolti nella ricerca del proprio equilibrio psicologico e di appaganti relazioni affettive.
“Le ragioni degli uomini” vuol essere un contributo in tal senso: un contributo di idee e di informazioni sullo stato dell’arte del rapporto tra i sessi. È un libro ricco di casi paradigmatici e di indicazioni (non ricette!) che spero si rivelino utili per lettori aperti all’esperienza e desiderosi di confrontarsi con una realtà in perenne evoluzione.
Mariangela Cutrone