La Natura fonte di benessere psicofisico: intervista all’ecopsicologa Marcella Danon

Teocrazia e Cristianità oltre Tevere

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La Natura è una potente e benefica alleata dell’Uomo. È in grado di stimolare emozioni intense. Con essa si può instaurare un dialogo autentico che ci consente di entrare in connessione con la nostra parte più vera e profonda.

Con il suo ultimo libro dal titolo  “Clorofillati- Ritornare alla natura e rigenerarsi”, edito dalla prestigiosa casa editrice Feltrinelli nella Collana Urra, la psicologa, giornalista e formatrice Marcella Danon ci invita a risvegliare la consapevolezza che tutti Noi, in quanto esseri umani, abbiamo bisogno di connetterci ad una dimensione creativa, energetica e benefica che solo il contatto con la Natura è in grado di donarci.

Clorofillati” invita il lettore ad esplorare la relazione con l’ambiente naturale e abbracciare a pieno un autentico risveglio dei propri sensi per concretizzare un benessere psicofisico ineguagliabile. Un obiettivo che va perseguito sin dall’infanzia e che dovrebbe accompagnarci in maniera costante attraverso esperienze educative di qualità svolte all’aperto, sessioni di green mindfulness, momenti di relax da trascorrere in spazi verdi incontaminati, lontani dal traffico cittadino e dalla frenesia quotidiana. Basta poco per entrare in contatto con Madre Natura e stimolare la propria intelligenza ecologica.

Attraverso il suo libro, Marcella Danon che da quindici anni circa dirige la Scuola Ecopsiché, Scuola di Ecopsicologia che prepara professionisti, amanti della natura, genitori con specifici programmi di formazione e seminari esperenziali, ci fornisce preziosi insegnamenti, spunti di riflessione e imput creativi.

Del concetto di “ecopsicologia” e della sua missione di promuovere l’amore e un rapporto consapevole e benefico con la Natura al fine di facilitare la crescita e l’espressione individuale, Marcella Danon ci parla in questa interessante intervista.

Quando e com’è nato il suo interesse per l’ecopsicologia?

È nato ancora prima di conoscerla, quando mio padre mi portava a camminare in montagna e mi faceva notare tutti i piccoli dettagli del paesaggio, della vita dei piccoli animali, della forma e dei colori dei fiori. Si è consolidato nelle esplorazioni notturne con gli scout, nelle gite con il gruppo botanico del Museo di Scienze Naturali di Milano. È stato un incontro annunciato: avevo promesso a me stessa, ancora adolescente, che da grande avrei fatto qualcosa di connesso alla Natura! Ho scoperto l’esistenza dell’ecopsicologia leggendo il libro del fisico Fritjof Capra La rete della vita; mi sono fatta inviare subito i libri, sono poi andata in California, in Olanda, alle Hawaii per fare formazione e aggiornamenti e ho iniziato a praticarla e a insegnarla.

Che tipo di emozioni è in grado di stimolare il contatto con la natura?

Prima di tutto, tutte le emozioni che ci sono davvero. Perché nella vita quotidiana cittadina, così piena di impegni di cose, le emozioni, spesso, non hanno modo di rivelarsi, di manifestarsi. Nella spontaneità ed esuberanza della Natura, ciò che davvero abbiamo dentro può essere scorto e riconosciuto.  Dopo avere scaricato quello che aveva bisogno di essere liberato, c’è una vasta gamma di emozioni che possono risvegliarsi: la meraviglia, la curiosità, lo stupore, la gioia, la commozione per la bellezza, il senso di compartecipazione.

Tra le intelligenze multiple elaborate da Gardner vi è l’intelligenza naturalistica. Come la definirebbe e come si può stimolare?

È la capacità di notare i dettagli dell’ambiente, riconoscendo le loro caratteristiche, le differenze e il modo in cui si relazionano tra loro. È una propensione, una volta molto più diffusa, di attenzione alla Natura. Oggi è una dote dei naturalisti, giardinieri, dei biologi, una volta era indispensabile per trovare cibo, per capire come costruire una casa, per interagire con gli animali.  Vale la pena segnalare anche l’intelligenza ecologica di cui parla invece Goleman, che è la capacità di cogliere le interconnessioni non solo tra i diversi elementi dell’ambiente naturale ma anche tra ogni nostra azione e le sue conseguenze. Una delle espressioni dell’intelligenza ecologica è quella del consumo consapevole, scrive Goleman. Ogni prodotto che compriamo dà un voto a un sistema di produzione o a un altro: non è la stessa cosa comperare un prodotto artigianale o uno industriale, un pomodoro cresciuto in serra in un paese lontano o uno curato in un orto da un contadino della propria terra.

 Il rapporto benefico con la Natura andrebbe stimolato sin dall’infanzia. Come si sta evolvendo in Italia il fenomeno dell’“outdoor education”?

I bambini hanno la Natura dentro. I bambini hanno ancora viva quella che si chiama Biofilia, l’innata attrazione e amore per tutto ciò che è vivo. È importante, sia per loro, sia per gli stessi genitori, trascorrere quanto più possibile il tempo libero all’aria aperta, in parchi, giardini, in ambienti naturali, liberi di esplorare, di toccare, di sperimentarsi, di scalare, di bagnarsi, di sporcarsi. L’eccessiva diffusa iperprotettività nei confronti dei bambini sta portando dei danni sul piano dell’autostima, della capacità di cavarsela da soli, della fiducia in se stessi, della resilienza. L’“outdoor education”, in Italia e in molti altri paesi del mondo, tra cui soprattutto il nord Europa, è in crescita.  Ha avuto un grosso peso, l’allarme gettato dall’educatore statunitense Richard Louv che ha coniato il termine Deficit di Natura per definire tutti i problemi – deficit di attenzione, depressione, obesità, difficoltà relazionali – che stanno emergendo nelle generazioni cresciute lontano da un contatto diretto con l’ambiente naturale. Oggi, asili nel bosco, asili al mare, ecopedagogia, pedagogia Montessori, scuole steineriane sono termini che si stanno diffondendo e stanno trovando sempre maggior simpatia tra i giovani genitori.

Quali consigli darebbe a chi vuole avvicinarsi alla green mindfulness?

È  importante inserire nella propria quotidianità dei momenti a contatto con un elemento della Natura. Se in città, basta un albero, un’aiuola, un animale selvatico che passa o uno da compagnia, con cui vivere momenti di silenzio, di calma e di osservazione, con sincero interesse, affetto e curiosità. Quando la nostra attenzione è tutta attratta dell’ambiente esterno, la mente attiva si riposa, i pensieri si placano ed entriamo più in connessione con la nostra interiorità spesso trascurata. Mindfulness vuol dire presenza, presenza piena;  la Natura offre innumerevoli opportunità di allenare questo stato di coscienza: i messaggi ricevuti dai cinque sensi – focus su forme, colori, suoni, profumi, sensazioni tattili e sapori – agiscono da centro catalizzatore dell’attenzione e trasformano un momento in natura in una vera e propria meditazione.

 Come mai la green mindfulness è molto amata dai creativi, dagli artisti e scrittori?

Proprio perché attiva le facoltà dell’emisfero destro del cervello, quelle indispensabili a chiunque voglio elaborare qualche cosa di nuovo. Nel contatto con la Natura la nostra attenzione viene affascinata da dettagli, presenze, forme e colori; il ragionamento lascia spazio alla dimensione affettiva, l’attenzione allarga il suo campo di osservazione, si risveglia il senso di affiliazione; mentre la mente logica, quella sempre impegnata nella quotidianità, tace. Paradossalmente, è proprio grazie all’attivazione di un modo altro di funzionare, favorito dal contatto con la Natura, che permette alla nostra mente logica di riposarsi, per attivarsi, ancora più efficacemente, in momento successivo. La creatività nasce proprio dalla combinazione e collaborazione tra questi due aspetti della mente: quello ricettivo che coglie di ispirazione e quello attivo che la sa trasformare in qualcosa di concreto e di comunicabile.

 La Natura è in grado di curare il nostro corpo e la nostra mente attraverso le sue piante e i suoi fiori. Come mai c’è ancora troppo scetticismo nei confronti della medicina naturale?

La mia impressione è che l’attenzione nei confronti della medicina naturale sia invece in grande crescita. Ci siamo dimenticati che le nostre prime medicine sono state le piante e gli elementi della natura e le nostre attuali medicine sono in gran parte composte da questi elementi. Oggi si sta risvegliando una maggior consapevolezza del potere terapeutico di tutte queste sostanze naturali e sono sempre di più i medici e farmacisti che, per piccole problematiche quotidiane, suggeriscono prodotti che fino a poco fa avremmo definito ‘rimedi della nonna’, spesso molto più efficaci dei prodotti sintetici che li sostituiscono. Non si tratta di buttare via la medicina nuova per riprendere la vecchia, ma di saper trarre, con saggezza, il meglio di tutto quello che l’esperienza umana ci ha saputo dare sinora.

 Perché il lettore de IlCorriereNazionale.net dovrebbe leggere “Clorofillati”?

Perché, se legge le notizie, è sicuramente interessato a tutto quanto di nuovo stiamo scoprendo di importante per vivere meglio su questa Terra. Sarà sicuramente incuriosito dal conoscere tutti gli studi più recenti su i benefici che un contatto diretto con la Natura per nostra salute fisica, psicologica, ed esistenziale. Inoltre, giacché usa un computer per leggere, gli potrà far piacere sapere quanto il contatto con la Natura è fondamentale per integrare le nostre competenze tecnologiche. “Quanta più tecnologia abbiamo, tanto più Natura abbiamo bisogno”, ha scritto ancora Richard Louv, il contatto con la Natura ci permette di tenere i piedi per terra e la testa alta verso il cielo: ancorandoci alla realtà possiamo viaggiare nel virtuale senza perderci. Clorofillati ci riguarda tutti, ci ricorda da dove veniamo, dalla Natura, ci invita a prendere in mano le redini del nostro destino, e ad attivarci per costruire il mondo che vogliamo per noi e per i nostri figli. Ci sono tanti piccoli esercizi pratici che possono essere svolti anche in città, che facilitano il consolidamento di questo senso di appartenenza nei confronti del mondo e di responsabilità, in quanto specie umana, in questo particolare momento della nostra evoluzione.

Da quindici anni dirige la Scuola Ecopsiché. Che tipo di attività organizza? Quali i progetti futuri?

Ecopsiché – Scuola di Ecopsicologia prepara professionisti, persone che amano la Natura e genitori, a entrare più profondamente in connessione con l’ambiente naturale, risvegliando al contempo una maggior conoscenza di sé e capacità di riconoscere ed esprimere le proprie potenzialità. A questo punto diventano capaci, a loro volta di facilitare questo processo di risveglio dell’innata biofilia, fioritura dei propri talenti, espressione del proprio essere nel mondo, anche nei loro clienti, utenti, pazienti, familiari, amici. Una grande attenzione viene dato al tema delle “relazioni ecologiche” per imparare a creare e coltivare relazioni funzionali e collaborative, con applicazione immediata in ambito scolastico, aziendale e organizzativo.

La Scuola fa parte di una rete internazionale di Scuole di Ecopsicologia gemellate riconosciute dalla International Ecopsychology Society che formano nuove figure professionali: Ecotuner, facilitatori della relazione con la Natura, che lavorano soprattutto outdoor, integrando la preparazione e le competenze delle guide escursionistiche e degli educatori ambientali;  Green Coach, facilitatori del raggiungimento di obiettivi concreti sentiti come significativi, per capire come diventare agenti attivi di cambiamento nel mondo. Per chi ha già una professione nell’ambito delle relazioni di aiuto – psicologo, psicoterapeuta, counselor – c’è un ulteriore aggiornamento per condurre incontri individuali in cui la Natura diventa alleata e facilitatrice del processo di crescita personale. Ci sono anche singole giornate di seminari esperienziali per chi vuole assaggiare l’ecopsicologia e i suoi dintorni e viversi un momenti tutti per sé di crescita personale in Natura. Per chi abita lontano da Brianza (Ello), Sardegna (Oristano) e Sicilia (Catania), in cui ci sono le tre sedi italiane della Scuola, ci sono anche corsi in eLearning. Info su www.ecopsicologia.it.

La Scuola è soprattutto un punto di incontro per chi opera in diversi ambiti e vuole arricchire la propria professionalità con l’elemento Natura e con una maggiore attenzione alle problematiche contemporanee. Creatività e intraprendenza vengono promosse e stimolate affinché ognuno si crei un lavoro su misura per dare il suo contributo al mondo in questo momento così cruciale per la nostra Società contemporanea. Progetti futuri… Far arrivare l’ecopsicologia in tutti quegli ambiti – scuole, aziende, università –  in cui può dare un contributo concreto alla formazione professionale di persone in grado di facilitare la crescita e l’espressione individuale in un contesto di maggior consapevolezza della nostra compartecipazione alla comunità della Terra e di cura della nostra “casa comune”, citando l’enciclica “Laudato Sì”.  Un’attenzione indispensabile alla nostra sopravvivenza e a quella della nostra società: non si tratta, infatti, di salvare la Terra, la Terra se la caverà comunque, si tratta di salvare la Terra così come lo conosciamo oggi, l’unica nella quale siamo adatti a prosperare.

Mariangela Cutrone

 

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