Il 10 luglio a Roma la presentazione ufficiale del nuovo, sorprendente lavoro di Antonio Pascotto sul mondo improvvisamente “orfano” della Rete e del Web. Roma, Grand Hotel Plaza, via del Corso 126, mercoledì 10 luglio, ore 18,30
Come sarebbe svegliarsi una mattina e scoprire che, per motivi di sicurezza internazionale, Internet è stato bloccato per sempre? È quello che succede al protagonista di “Il mondo senza internet” di Antonio Pascotto (Male Edizioni di Monica Macchioni, luglio 2019) che, da un giorno all’altro, come tutti, ora si sente straniero in un villaggio che di globale non ha più niente. La vita di milioni di persone viene sconvolta. Senza Internet vanno in fumo sviluppo tecnologico e digitale, Web, connessioni, applicazioni, domotica, automazione e robotizzazione, streaming, YouTube, WhatsApp, Facebook, Twitter. Niente più foto su Instagram, niente Cloud, niente e-mail. Per spedire una lettera occorre tornare a fare la fila all’ufficio postale, per un bonifico bisogna recarsi necessariamente in banca. Nessun acquisto online, TripAdvisor è solo un ricordo. Tornano ad affollarsi le agenzie di viaggi. Torna la gente davanti alle edicole.
Il libro di Pascotto – che verrà presentato mercoledì prossimo 10 luglio a Roma, presso il Grand Hotel Plaza di via del Corso, alle 18.30 – dipinge con maestria uno scenario da “anno zero” in cui non resta più nulla della grande rivoluzione digitale e delle trasformazioni socio-economiche e culturali generate con il passaggio dalla tecnologia meccanica ed elettronica di tipo analogico a quella degli elaboratori computerizzati. È come un salto indietro nel tempo. L’autore ne approfitta per soffermarsi su un mondo, quello di Internet, fino ad oggi messo in discussione per il pericolo di una eccessiva intossicazione da bit: troppi sms, troppi social, miliardi di dati nelle mani delle big tech. Dallo scandalo Facebook, con la violazione di milioni di profili da parte della società britannica Cambridge Analytica, alla quiete digitale, Antonio Pascotto si pone una serie di interrogativi sugli effetti della tecnologia e sull’utilizzo di smartphone e social network. Lo fa con uno sguardo rivolto ai più giovani, che si erano illusi di vivere nel migliore dei mondi possibili. Ma ora devono fare i conti con il mondo senza Internet. Loro sono sconvolti, lui in fondo non è poi così disperato.