Vincent Lambert. “È un crimine di Stato”

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In Francia è stata aperta un’inchiesta preliminare. Il comunicato degli avvocati dei genitori: «Questo errore ignobile scuote i fondamenti del nostro diritto e della nostra civiltà e ricadrà su tutti noi»

La morte di Vincent Lambert è «un crimine di Stato». Così si sono espressi ieri «nella nostra ultima comunicazione» gli avvocati dei genitori del paziente tetraplegico di 42 anni, morto ieri di fame e di sete dopo dieci giorni di lenta agonia. L’interruzione di idratazione e alimentazione, cominciata la sera di mercoledì 3 luglio, è stata decisa dal medico dell’ospedale Chu Sébastopol di Reims Vincent Sanchez dietro volontà di parte della famiglia dell’uomo e autorizzata dalla Corte di Cassazione francese.

«CONDANNATO IN QUANTO DISABILE»

«Vincent è morto, ucciso dalla ragione di Stato e da un medico che ha rinunciato al suo giuramento di Ippocrate», si legge nel comunicato dei legali Jerome Triomphe e Jean Paillot. «Questa è l’ora del lutto e del raccoglimento. Ma è anche l’ora della meditazione su questo crimine di Stato. Oggi se n’è andata un po’ dell’umanità di tutti. Questa cattedrale di umanità che bruciava da una settimana sotto i nostri occhi impotenti, è crollata. Non si è tenuto in alcun conto la dignità di quest’uomo disabile, condannato in quanto disabile. Questo errore ignobile scuote i fondamenti del nostro diritto e della nostra civiltà e ricadrà su tutti noi».

Mentre diversi organi di stampa in Francia chiedono a partire dalla morte di Lambert l’introduzione di una legge che autorizzi l’eutanasia, papa Francesco si è espresso così su Twitter: «Dio Padre accolga tra le sue braccia Vincent Lambert. Non costruiamo una civiltà che elimina le persone la cui vita riteniamo non sia più degna di essere vissuta: ogni vita ha valore, sempre». La Pontificia accademia per la vita ha anche parlato di «sconfitta per la nostra umanità».

L’INCHIESTA DELLA PROCURA

Nelle scorse settimane gli avvocati dei genitori di Lambert avevano denunciato il dottor Sanchez per «omicidio volontario» e la Procura di Reims ha aperto un’inchiesta preliminare. Il procuratore si è recato in ospedale ieri mattina dopo la morte dell’uomo e ha ordinato un’autopsia.

Pur non esprimendosi sulla liceità dell’interruzione dei trattamenti, in un’intervista al FigaroRégis Aubry, ex presidente dell’Osservatorio nazionale sul fine vita, ha specificato: «È scioccante aver sentito qualcuno dire che Vincent Lambert era un “vegetale”. Non possiamo considerare come morte le persone delle quali non possiamo conoscere la vita psichica. Ci vuole rispetto. Spero che in Francia non si arriverà mai a considerare che alle persone in stato di grande dipendenza si debba sistematicamente interrompere i trattamenti. Nel caso di Vincent Lambert, non si è trattato di interrompere trattamenti che apparivano irragionevoli per una persona affetta da malattia grave ed evolutiva. Lambert infatti non era in fin di vita».

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