Governo: è crisi

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ROMA – Non è ancora formale, ma è crisi per il Governo di Giuseppe Conte. In attesa del passaggio parlamentare (cioè il voto di sfiducia) che ne certificherà la fine – l’altra ipotesi prevede le dimissioni del Presidente del Consiglio che ad oggi Conte non ha rassegnato – il premier in carica ieri sera a Palazzo Chigi ha confermato ai giornalisti di aver avuto un incontro con Matteo Salvini che, ha riferito, “mi ha anticipato l’intenzione della Lega di interrompere questa esperienza di Governo e la volontà di andare a votare per capitalizzare il consenso di cui il partito attualmente gode”.
“Sono stati due lunghi colloqui durante i quali ci siamo confrontati sulle aspettative della Lega e anche sulla complessa situazione politica economica e sociale che il Paese sta attraversando”, ha aggiunto Conte, che a Salvini ha anche “esposto i molteplici progetti di riforma alle varie iniziative di Governo in corso di realizzazione che inevitabilmente verranno interrotte”, prima tra tutte la riduzione del numero dei Parlamentari, cui manca il quarto e ultimo passaggio alla Camera. 
Il premier ha quindi citato la nota ufficiale diffusa ieri pomeriggio dalla Lega in cui “Salvini invoca un ritorno alle urne per restituire al più presto la parola agli elettori. Ho già chiarito nel corso dei colloqui al ministro Salvini che farò in modo che questa crisi da lui innescata sia la crisi più trasparente della storia della vita repubblicana. Per questo mi riservo di contattare i presidenti del Senato e della Camera affinché adottino le iniziative di propria competenza per permettere alle Camere stesse di tornare a riunirsi”.
Camere che si riuniranno molto probabilmente dopo Ferragosto: devono essere le conferenze dei Capigruppo dei due rami del Parlamento a decidere quando. Se con molta probabilità le conferenze verranno convocate all’inizio della prossima settimana, è lecito pensare che le Camere saranno convocate intorno al 20 agosto. 
“Questo passaggio istituzionale dovrà svolgersi davanti ai parlamentari”, ha ribadito Conte riferendosi all’apertura formale della crisi. “I parlamentari sono i rappresentanti della Nazione, quindi di tutti i cittadini. Avevo promesso che la trasparenza e il cambiamento sarebbero state le cifre caratteristiche, i tratti distintivi di questo Governo e vigilerò affinché questi valori siano rispettati fino all’ultimo giorno”. 
“Come ho già riferito nel corso della mia informativa resa al Senato sulle inchieste russe, personalmente non considero il confronto tra Governo e Parlamento un molesto orpello del nostro sistema democratico, ma la vera essenza della nostra forma di governo e in particolare di una democrazia parlamentare”, ha detto ancora Conte. 
“Leggo nella nota pubblicata dal ministro Salvini l’invito ai Parlamentari a non perdere tempo adducendo pretesti vari, ma a tornare a riunirsi quanto prima: non spetta evidentemente al Ministro dell’Interno convocare le Camere, non spetta al Ministro dell’Interno decidere i tempi di una crisi politica nella quale intervengono ben altri attori istituzionali”, ha osservato il Premier. “Al Ministro dell’Interno spetterà invece, nella sua veste di senatore e di leader della Lega, spiegare al Paese e giustificare agli elettori che hanno creduto nella prospettiva del cambiamento le ragioni che lo inducono a interrompere anticipatamente, bruscamente l’azione del governo”.
“A tutti gli italiani dovremmo dire la verità e certo non potremmo nasconderci dietro dichiarazioni retoriche, slogan mediatici”, ha detto ancora il Premier. “Voglio chiarirlo subito: non permetterò più che si alimenti la narrativa di un Governo che non opera, di un governo dei “no”. Questo governo, in realtà, ha sempre parlato poco e lavorato molto. Questo governo non era in spiaggia, ma ogni giorno era nelle sedi istituzionali a lavorare dalla mattina alla sera, nel rispetto degli italiani. Questo governo da me coordinato si è adoperato incessantemente per realizzare gli innumerevoli progetti di riforma a beneficio di tutti gli italiani. Non accetterò più quindi che vengano sminuiti la devozione e la passione con cui gli altri ministri, tutti i viceministri, tutti i segretari e sottosegretari insieme a me hanno affrontato l’impegno di Governo. E certo non posso accettare che sia svilito anche il cospicuo lavoro sin qui svolto dai parlamentari nelle rispettive commissioni nelle Aule”. 

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